Il 2023 si chiude in modo negativo per il tessuto imprenditoriale marchigiano, con significativi cali nel numero di aziende attive. Settori vitali come il commercio, l’edilizia e la manifattura registrano perdite consistenti, evidenziando le sfide che le imprese locali devono affrontare in un contesto economico difficile. I dati emersi da un report del Centro Studi Cna Marche, elaborato attraverso informazioni di Camera di Commercio, Infocamere e Movimprese, tracciano un quadro preoccupante per gli imprenditori della regione.
Diminuzione delle imprese attive: i dati inquietanti
Negli ultimi dodici mesi si è osservata una diminuzione da 135.735 a 131.488 imprese attive nelle Marche, un calo di ben 4.247 unità. Tra i settori interessati, il commercio ha subito la perdita più consistente con 1.604 aziende in meno. L’agricoltura ha visto una diminuzione di 933 aziende, mentre il manifatturiero ha perso 822 attività. Il settore delle costruzioni ha registrato un calo di 426 imprese, e i servizi di alloggio e ristorazione hanno visto la chiusura di 347 aziende. Queste cifre dipingono un quadro allarmante del mondo imprenditoriale marchigiano e rendono evidente la fragilità di un sistema che fatica a mantenere la propria stabilità.
Conseguenze occupazionali: calo delle assunzioni
La situazione delle imprese ha un impatto diretto sulla richiesta di lavoratori. Secondo l’indagine Excelsior Unioncamere, a dicembre 2023 si prevedono 7.380 assunzioni, un numero in calo di 330 unità rispetto all’anno precedente, pari a una flessione del 4,3%. Estendendo l’analisi al trimestre dicembre 2024-febbraio 2025, le assunzioni previste nelle Marche ammontano a 30.720, segnando un decremento dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Le prospettive occupazionali appaiono quindi tutt’altro che rosee, suggerendo che la crisi non si limita al numero delle aziende, ma si estende anche alla possibilità di nuove assunzioni e opportunità lavorative.
L’appello degli esperti: strategie di rilancio per il futuro
A commentare questa situazione difficile sono stati il presidente di Cna Marche, Paolo Silenzi, e il segretario Moreno Bordoni, i quali evidenziano come vari fattori, tra cui “la guerra in Europa e la crisi in Medio Oriente,” abbiano influito negativamente sull’economia regionale. L’aumento del costo dell’energia, la diminuzione delle esportazioni e il crescente costo del denaro stanno mettendo a dura prova le piccole e medie imprese marchigiane. Per rilanciare la competitività, gli esperti suggeriscono investimenti mirati in tecnologie, formazione, internazionalizzazione e infrastrutture, aspetti ritenuti essenziali per affrontare la trasformazione necessaria del sistema produttivo locale.
Le prospettive di assunzione nelle Marche: una situazione complessa
Interessante è l’analisi delle previsioni di assunzione. Solo il 13% delle imprese prevede di effettuare nuove assunzioni a dicembre. Queste si concentrano per il 61% nel settore dei servizi e per il 68% nelle aziende con meno di 50 dipendenti. Il 15% delle assunzioni riguarderà figure come dirigenti, specialisti e tecnici, ma la difficoltà nel reperire personale qualificato è molto alta: il 54% delle aziende marchigiane segnala difficoltà nel trovare i profili richiesti. Le nuove assunzioni mostreranno una netta prevalenza di contratti a termine, con il 73% di esse destinate a contratti temporanei. Il 29% interesserà giovani sotto i 30 anni e il 16% sarà rivolto a personale immigrato. Un quadro quindi complesso, dove il mercato del lavoro si mostra particolarmente selettivo e difficile da navigare.
Il 2023 per le aziende marchigiane è stato indubbiamente un anno da dimenticare, ma l’attenzione alla formazione e all’evoluzione del mercato potrebbe risultare la chiave per un rilancio futuro.
Ultimo aggiornamento il 30 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano