La crisi idrica che colpisce 29 comuni nella provincia di Potenza, serviti dalla Diga della Camastra, sta causando preoccupazione e malcontento tra i residenti. Durante l’omelia per la festa di Cristo Re dell’Universo, l’arcivescovo metropolita di Potenza, Davide Carbonaro, ha puntato il dito contro l’incuria delle infrastrutture come principale causa di questo disservizio. Le sue parole vogliono fungere da richiamo all’attenzione delle autorità competenti, invitando a una gestione più efficace e lungimirante delle risorse idriche.
L’appello all’azione per la gestione delle risorse idriche
Monsignor Carbonaro ha chiesto un “esercizio più rigoroso” da parte delle istituzioni che si occupano della cosa pubblica. La richiesta di maggiore responsabilità arriva in un momento in cui la situazione idrica è diventata insostenibile per molti comuni. L’arcivescovo ha messo in evidenza come le difficoltà siano amplificate dalla mancanza di strategie a lungo termine. Non basta attuare soluzioni temporanee; è necessaria una pianificazione solida per l’impiego dei fondi pubblici, finalizzata a risolvere il problema una volta per tutte.
L’appello è a evitare di “rimanere impigliati nelle polemiche e nei fatalismi”, suggerendo che è fondamentale agire con determinazione e chiara visione. Carbonaro ha messo in guardia contro la creazione di “scatole cinesi” all’interno delle istituzioni, dove spesso la mancanza di responsabilità di alcuni ricade sulle spalle di molti. I cittadini, stanchi di subire le conseguenze di una scarsa gestione, si aspettano interventi concreti e immediati.
La critica al monopolio dell’acqua
Il focus dell’omelia è stato anche l’importanza di garantire che l’acqua rimanga un bene pubblico e non diventi un privilegio per pochi. Monsignor Carbonaro ha ribadito che l’acqua è un dono del Creatore, destinato al benessere di tutti. La commercializzazione e il monopolio dell’acqua per fini di profitto sono questioni sollevate con forza dall’arcivescovo.
La sua affermazione mira a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo all’importanza di una gestione collettiva delle risorse idriche. Secondo questo punto di vista, l’accesso all’acqua dovrebbe essere riconosciuto come un diritto fondamentale, piuttosto che un’opportunità economica sfruttabile solo da alcuni. Con questa posizione, Carbonaro si propone di promuovere un dialogo costruttivo per affrontare la crisi idrica in modo equo e giusto, mettendo al centro il bene comune.
Le parole di monsignor Carbonaro risuonano come un urgente invito all’azione, in un contesto in cui il futuro della gestione delle risorse idriche non può permettersi di aspettare. La speranza è che le autorità locali e regionali ascoltino questo richiamo e inizino a lavorare su progetti sostenibili e lungimiranti per garantire un approvvigionamento idrico adeguato a tutta la comunità.
Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2024 da Armando Proietti