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La situazione in Libano è tesa. Il governo libanese ha lanciato un appello all’ONU per fermare ciò che definisce la “guerra tecnologica” da parte di Israele, in un contesto di crescente preoccupazione per l’escalation dei conflitti nella regione. Con nuove minacce di rappresaglie da parte di Hezbollah e dell’Iran, la comunità internazionale, compresi il presidente francese Emmanuel Macron e la Casa Bianca, sta esprimendo forti appelli alla calma. Venerdì si terrà una riunione cruciale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Attacchi israeliani nel sud Libano
La scorsa sera, Israele ha compiuto una serie di attacchi aerei che hanno colpito decine di postazioni lanciarazzi nel sud del Libano. Questa offensiva mirava principalmente a prevenire le ritorsioni annunciate da Hezbollah e dall’Iran, seguite da recenti esplosioni di carcarpest, che hanno provocato la morte di circa quarantacinque persone tra miliziani e civili libanesi. Secondo le Forze di Difesa Israeliane , in questa operazione sono state colpite circa cento postazioni e distrutti centinaia di razzi pronti per essere lanciati.
L’agenzia di stampa libanese NNA ha riferito di un numero significativo di esplosioni che si sono verificate dopo le 21:00 di giovedì sera. Questa offensiva rappresenta la più grande operazione militare israeliana in Libano in quasi un anno, coincidente con l’intensificarsi della guerra contro Hamas a Gaza.
Reazioni di Hezbollah e Iran
Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha descritto gli attacchi israeliani come un “atto di guerra”, sottolineando che sono state superate “linee rosse” già ripetute in passato. Nasrallah ha avvertito che tali azioni non resteranno senza risposta, promettendo che il fronte della resistenza agirà di conseguenza. Il comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana, Hossein Salami, ha dichiarato tramite lettera che gli atti di aggressione porteranno a una reazione immediata e decisiva.
Fino ad ora, gli attacchi diretti da parte dell’Iran sono stati limitati, mentre milizie affini come Hezbollah e gli Houthi in Yemen hanno già attaccato obiettivi israeliani. La preoccupazione per il futuro rimane alta, alimentata da un persistente clima di violenza e da un aumento delle vittime fino dal 7 ottobre.
Vittime e operazioni militari in Gaza e Cisgiordania
Nelle prime ore di venerdì, nuovi raids aerei su Gaza City hanno causato la morte di almeno dodici palestinesi, mentre sette persone sono state uccise in un’operazione militare a Qabatiya nel nord della Cisgiordania. Questi eventi continuano a generare forti preoccupazioni, poiché le severe azioni militari israeliane proliferano in risposta alle tensioni nella regione.
In un episodio controverso, video circolati sui social media e verificati da Al-Jazeera mostrano un soldato israeliano che sembra spingere a calci un palestinese ferito da un tetto. Allo stesso tempo, notizie provenienti da Siria segnalano che una persona è morta a causa di un attacco a un veicolo diretto verso l’aeroporto di Damasco, alimentando ulteriormente le speculazioni su un possibile coinvolgimento iraniano.
L’intervento dell’ONU e le posizioni internazionali
Con la forte crescente tensione nella regione, il presidente francese Macron ha espresso solidarietà al popolo libanese, affermando che il Paese non può vivere nel timore di una guerra imminente. Ha esortato a trovare una via diplomatica per evitare un’ulteriore escalation dei conflitti, mettendo in evidenza l’importanza di stabilire un dialogo.
Dall’altra parte dell’oceano, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha commentato che gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati riguardo a un potenziale aggravamento della situazione. Le autorità americane sembrano aver abbandonato la speranza di raggiungere un accordo di tregua nella zona mentre le Nazioni Unite si preparano per la loro riunione venerdì, dove si discuteranno le azioni da intraprendere per fermare l’aggressione israeliana e la crescente instabilità in Libano.
Il primo ministro libanese Najib Mikati ha lanciato un appello urgente affinché il Consiglio di Sicurezza agisca per porre fine a quella che descrive come “guerra tecnologica” da parte di Israele, mentre il Paese si trova in una fase critica della sua storia, attanagliato tra minacce esterne e una frattura interna profonda.