Crisi nei settori di pesca: pescatori del Friuli Venezia Giulia denuncianno un’emergenza economica

I pescatori del Friuli Venezia Giulia denunciano una crisi grave nel settore, aggravata dalla scomparsa di specie ittiche e da fattori ambientali, chiedendo interventi urgenti per salvaguardare l’economia locale.
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Crisi nei settori di pesca: pescatori del Friuli Venezia Giulia denuncianno un'emergenza economica - Gaeta.it

Le preoccupazioni espresse dai pescatori del Friuli Venezia Giulia si intensificano in risposta alla manifestazione di protesta avviata dai loro colleghi veneti. Achille Ghenda, responsabile del settore pesca di FedAgriPesca FVG, e Marino Regeni, presidente del Consorzio Gestione Molluschi di Monfalcone , affermano che l’intero comparto della pesca sta affrontando un momento critico, ad alto rischio per l’economia locale. Da anni, la diminuzione delle risorse ittiche ha aggravato una situazione già delicata, generando una profonda crisi.

Situazione critica della pesca nel Friuli Venezia Giulia

Da oltre un decennio, le vongole della specie Chamelea gallina non possono più essere pescate nel litorale friulano a causa della loro scomparsa. Ghenda sottolinea che, da quando nel 2013 sono iniziati i tentativi di ripopolamento e moltiplicazione, i risultati sono stati deludenti. Parallelamente, un altro animale marino, la vongola verace , è praticamente scomparso dalle acque regionali. La crisi si aggrava ulteriormente con la drammatica perdita di fasolari e cozze registrata nella primavera-estate del 2024, con un calo rispettivamente dell’80-90% e del 70-80%.

Questa situazione ha messo a repentaglio non solo l’attività di pesca, ma anche l’occupazione e il reddito di molte famiglie che dipendono da questo settore. I pescatori locali, già in difficoltà, si trovano ora ad affrontare un quadro estremamente allarmante. La crisi del settore marittimo sta evidenziando la necessità di interventi urgenti da parte delle autorità locali e regionali.

Fattori che contribuiscono alla crisi ittico-ambientale

Le autorità e gli enti di ricerca stanno indagando le cause di questa crisi, riscontrando che diversi fattori possono aver avuto un ruolo determinante. Tra questi, le temperature estive elevate, una crescente influsso di acqua dolce, l’abnorme proliferazione di mucillagini e la diffusione del granchio blu. L’evento alluvionale che ha colpito la regione nel maggio 2024 ha aggravato ulteriormente la situazione, coincidendo con l’innalzamento delle temperature marine, che risulta aumentato di circa 1,5 °C negli ultimi quarant’anni.

Questo mutamento climatico ha avviato una serie di problemi legati alla qualità dell’acqua, inclusa la formazione di mucillagini, un fenomeno che ha compromesso l’ecosistema marittimo dell’Alto Adriatico. Le mucillagini impediscono il corretto ricambio di ossigeno nell’acqua, creando condizioni inadeguate per la crescita e la sopravvivenza dei bivalvi. La loro diffusione ha reso difficile anche la sedimentazione del plancton, fondamentale per l’alimentazione delle specie ittiche. Un’analisi approfondita mostra che la permanenza di strati mucillaginosi ostacola il benessere delle popolazioni di molluschi, dalle vongole alle cozze.

Appello per proteggere il settore della pesca

Grazie alla gravità della situazione, Ghenda e Regeni lanciano un appello rigoroso agli amministratori pubblici e agli enti competenti. Accennano all’importanza di attivare misure immediate per affrontare le problematiche in corso, come un monitoraggio sistematico e ricerche approfondite per comprendere meglio le dinamiche ecologiche della laguna. Senza azioni tempestive, i rischi per l’intero sistema economico legato alla pesca potrebbero aumentare in maniera esponenziale, mettendo a rischio l’esistenza stessa delle attività di pesca. La realtà attuale impone una risposta collettiva e consapevole per garantire la sostenibilità del settore e la protezione delle risorse marine.

Ultimo aggiornamento il 9 Novembre 2024 da Armando Proietti

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