La produzione di salumi nel Lazio è in grave crisi a causa di vari fattori, tra cui inflazione, malattie animali e complesse procedure burocratiche che stanno mettendo a rischio la sostenibilità economica del settore. Gli allevatori e i macellai si trovano di fronte a una situazione critica che richiede interventi urgenti per evitare gravi perdite economiche.
Riduzione degli allevamenti a causa di una epidemia di peste suina
Attualmente nel territorio laziale sono presenti solo 80 allevamenti di maiali, il 20% in meno rispetto all’anno precedente, quando un focolaio di peste suina ha obbligato un’azienda su 5 a azzerare le proprie mandrie. Questa situazione di scarsa offerta ha portato a un incremento dei prezzi degli affettati del 15% nel corso del 2023, compensando in parte la diminuzione dei volumi di acquisto.
Impatto devastante sugli introiti delle aziende e sulla qualità dei prodotti
La mancanza di redditi d’impresa ha avuto un impatto devastante sul settore, con 700 capi sani abbattuti nel solo parco dell’Insugherata a causa della diffusione della malattia. I ristori non sono stati sufficienti a compensare le consistenti perdite economiche, mettendo a rischio non solo le aziende, ma anche la produzione di eccellenze locali come la porchetta di Ariccia e il prosciutto di Amatrice.
Difficoltà per i macellai e la grande distribuzione nel reperimento di materie prime
Anche i macellai risentono della crisi, poiché il 40% delle carni lavorate proviene da animali diversi dai maiali. L’aumento dei costi dei mangimi a causa dell’inflazione e la contrazione dei consumi stanno mettendo in difficoltà gli operatori del settore, frenando gli investimenti e costringendo la grande distribuzione a cercare fornitori al di fuori della regione laziale.
Riduzione della macellazione e necessità di interventi urgenti
La progressiva riduzione della macellazione in Europa, sia per motivi di ordine ambientale che sanitario, sta minando la qualità e la disponibilità di materie prime per l’industria suinicola laziale. Gli operatori del settore sono chiamati a trovare soluzioni immediate per fronteggiare la crisi e garantire la sostenibilità economica a lungo termine del settore. La situazione sarà valutata attentamente nei prossimi mesi, con particolare attenzione ai risultati che emergeranno durante il periodo estivo, cruciale per definire il futuro dell’industria suinicola nel 2024.
Approfondimenti
- – Lazio: Regione dell’Italia centrale, con Roma come capitale. È conosciuta per la sua ricca tradizione culinaria, che include gustosi salumi come la porchetta di Ariccia e il prosciutto di Amatrice.
– Peste suina: Malattia virale che colpisce i suini, con sintomi che vanno dalla febbre alta a emorragie interne. Può diffondersi rapidamente tra gli animali e può avere gravi conseguenze sull’industria suinicola.
– Ariccia: Cittadina nel Lazio famosa per la produzione della porchetta, un gustoso maiale arrosto farcito con erbe aromatiche e spezie.
– Amatrice: Comune italiano noto per il suo prelibato prosciutto, un salume stagionato ricco di sapore e tradizione.
La crisi descritta nell’articolo riguarda principalmente l’industria suinicola nel Lazio, che si trova ad affrontare una serie di sfide derivanti dall’epidemia di peste suina e da problemi economici, come l’inflazione e la riduzione dei consumi.
Gli allevatori e i macellai stanno lottando per mantenere la sostenibilità economica, mentre la produzione di salumi di qualità come la porchetta di Ariccia e il prosciutto di Amatrice è a rischio a causa della diminuzione delle materie prime disponibili. La situazione richiede interventi urgenti per evitare significative perdite economiche e garantire la continuità di un settore importante per l’economia e la tradizione gastronomica della regione.