La situazione all’interno dell’azienda Recoma di Sermoneta Scalo sta diventando sempre più preoccupante. A commentare la situazione è la Conf.a.i.l. Metalmeccanici di Latina, che attraverso il segretario provinciale Gianni Chiarato, ha riportato alla luce il crescente disagio tra i lavoratori. Il non pagamento degli stipendi ha infatti creato un clima di incertezza e malcontento, mentre i vertici aziendali sembrano assenti e indifferenti alle richieste di confronto.
Le problematiche dei lavoratori
Il segretario Chiarato ha messo in evidenza l’importanza di garantire il diritto al salario, fondamentale per la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie. “Le spettanze dei lavoratori e lavoratrici non vengono liquidate, non viene data alcuna risposta, non ci sono riferimenti affidabili con i quali interfacciarsi”, ha dichiarato. Questa mancanza di comunicazione da parte dell’azienda ha alimentato un senso di precarietà tra il personale. Molti dipendenti si trovano in difficoltà economiche, con famiglie da sostenere e spese quotidiane da affrontare.
Anche le prospettive future appaiono incerte, poiché la direzione non ha fornito alcuna informazione trasparente sulle strategie da attuare. La situazione attuale è caratterizzata da un continuo stato di agitazione, che non mostra segni di miglioramento. I lavoratori, oltre a vivere un presente difficile, si sentono abbandonati e privi di speranza per il futuro.
Richiesta di intervento
Chiarato ha lanciato un appello a tutte le parti coinvolte, chiedendo un’azione congiunta per trovare soluzioni concrete. Le istituzioni, il mondo imprenditoriale e le rappresentanze datoriali sono state esortate a unirsi per esplorare un possibile cambio di gestione. La collaborazione tra questi attori può rivelarsi decisiva per il salvataggio dell’azienda e, soprattutto, per il benessere dei dipendenti che vi lavorano.
La crisi di Recoma non è solo una questione interna; ha ripercussioni dirette sull’economia locale. Ogni lavoratore rappresenta un pilastro della comunità in cui vive, e la loro incertezza influisce sull’intera area circostante. La preoccupazione non riguarda solo la perdita di posti di lavoro, ma anche il rischio per molte famiglie di affrontare difficoltà finanziarie gravi.
Futuro incerto e piano industriale
Un altro aspetto critico della vertenza è l’assenza di un nuovo piano industriale, annunciato come risolutivo ma mai concretizzatosi. “A fine marzo non è ancora stato presentato il nuovo piano industriale”, ha fatto notare Chiarato, sottolineando che questi ritardi possono essere interpretati come segnali di una volontà di chiudere l’azienda. La mancanza di un progetto chiaro e concreto impone dubbi sul futuro dell’azienda e sul destino dei lavoratori.
Molti siedono nell’incertezza, aspettando notizie che non arrivano. Il timore che la storia di Recoma possa finire col segno negativo è forte. Questa situazione non coinvolge soltanto l’azienda, ma riflette un problema sistemico più ampio che colpisce il settore metalmeccanico e il tessuto sociale del territorio.
La crisi della Recoma è un chiaro esempio di come dinamiche aziendali influenzino profondamente le vite delle persone. La speranza è che le istituzioni e i parti interessati possano trovare una strada comune verso la risoluzione di questa vertenza, restituendo dignità e sicurezza ai lavoratori coinvolti.