Una drammatica situazione sta affliggendo i lavoratori delle pulizie dello stabilimento Marelli di Sulmona, con stipendi decurtati per alcuni addirittura fino all’80-90%. Da tre mesi, questi lavoratori si trovano senza retribuzione, costretti a una protesta che mette in luce le difficoltà economiche che colpiscono il territorio. Durante questa mobilitazione, il sindacalista della Cgil, Andrea Frasca, ha espresso la necessità urgente di un intervento da parte dell’azienda verso l’impresa affidataria del servizio di pulizia, sollecitando un’azione immediata.
La protesta dei lavoratori delle pulizie
Questa mattina, il simbolo della mobilitazione è stato proprio lo stabilimento Marelli. I 24 addetti alle pulizie hanno avviato un terzo giorno di sciopero, ricevendo il supporto attivo dei 444 dipendenti della fabbrica peligna, che si sono astenuti dal lavoro in segno di solidarietà. Questi lavoratori vivono una situazione complessa, dovendo affrontare dall’agosto scorso misure di ammortizzatori sociali che hanno comportato una riduzione del 45% della loro retribuzione.
Andrea Di Meo, rappresentante sindacale della fabbrica, ha sottolineato come questa situazione possa colpire chiunque, affermando che “quello che sta succedendo a loro non è detto che possa capitare a noi un domani”. La lotta continua e il 28 del mese è previsto un incontro a Teramo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, un ulteriore passo per tentare di migliorare le condizioni di lavoro e retribuzione.
Una situazione insostenibile
Pietro Angelieri della Uil Trasporti ha evidenziato l’assoluta necessità di una risposta chiara da parte della politica, definendo la situazione “drammatica e surreale”. Il cambiamento di appalto, avvenuto tra il 2024 e il 2025, ha aggravato ulteriormente la già critica condizione economica dei lavoratori. L’impresa Albasan ha incrementato la percentuale di cassa integrazione, portando i lavoratori a subire una cassa integrazione del 70%, contrariamente alle intese che prevedevano un limite del 50%.
Attualmente, i contratti dei lavoratori si trasformano in contratti a chiamata, creando una situazione di precarietà inaccettabile. La cassa integrazione, di cui i lavoratori avrebbero diritto, è ancora in attesa di liquidazione da parte dell’Inps, amplificando l’ansia e l’incertezza economica che già li affligge.
L’appello alla solidarietà
La lotta dei lavoratori delle pulizie a Sulmona non rappresenta solo una battaglia individuale, ma è un campanello d’allarme per tutto il territorio. La mobilitazione ha riscontrato un’eco solidale tra i dipendenti della fabbrica, un fatto che sottolinea l’importanza della coesione tra lavoratori in questi momenti di crisi. I dipendenti della Marelli sono uniti nella richiesta di giustizia e chiarezza, esprimendo all’unisono il desiderio di ricevere risposte concrete e tempestive da parte delle autorità competenti.
L’eco della protesta di Sulmona potrebbe avere ripercussioni più ampie, toccando altri settori e sensibilizzando l’opinione pubblica sulla situazione occupazionale. Il futuro dei lavoratori è adesso nelle mani delle decisioni che verranno prese nei prossimi giorni e settimane, mentre la comunità si prepara a sostenere queste lotte per i diritti e la dignità di chi lavora.