Crisi sanitaria in Africa: le conseguenze della guerra in Ucraina e la riduzione degli aiuti internazionali

Crisi sanitaria in Africa: le conseguenze della guerra in Ucraina e la riduzione degli aiuti internazionali

L’invasione russa in Ucraina ha aggravato la crisi sanitaria in Africa, con un aumento dei prezzi e riduzione degli aiuti internazionali, compromettendo gravemente l’assistenza a popolazioni vulnerabili.
Crisi sanitaria in Africa3A le Crisi sanitaria in Africa3A le
Crisi sanitaria in Africa: le conseguenze della guerra in Ucraina e la riduzione degli aiuti internazionali - Gaeta.it

L’invasione russa in Ucraina ha provocato un conflitto che ha portato a conseguenze devastanti non solo per il popolo ucraino, ma anche per le popolazioni di altre parti del mondo, in particolare in Africa. Con l’aumento dell’inflazione e la diminuzione dei fondi per la cooperazione, la situazione sanitaria nei Paesi africani diventa sempre più critica. Medici e operatori del CUAMM raccontano in prima persona le sfide quotidiane che affrontano. La loro testimonianza è fondamentale per comprendere il legame tra guerra e crisi sanitaria globale.

L’impatto del conflitto ucraino sull’Africa

Giovanni Putoto, responsabile della programmazione e ricerca operativa del CUAMM, sottolinea come il conflitto in Ucraina abbia aggravato il già fragile contesto economico e sociale in Africa. Molti Stati africani, privi della capacità fiscale adeguata, si trovano a dover fronteggiare una drammatica impennata dei prezzi delle materie prime causata dalla guerra. Questo ha avuto ripercussioni dirette sulla sanità. Ad esempio, in Sierra Leone, l’aumento del costo del carburante ha ridotto drasticamente l’operatività delle ambulanze, limitandone l’uso a sole due settimane al mese.

La situazione è ulteriormente complicata dal debito pubblico delle nazioni africane. In Mozambico, si stima che il 73% della spesa pubblica sia destinato ai salari, con solo il 7% allocato per i servizi essenziali come sanità e istruzione. Risultato di questo scenario è un grave deficit nei presidi sanitari: ospedali senza materiali di base come cotone, alcol o farmaci essenziali. Questo problema è amplificato dalla mancanza di fondi per coprire i costi operativi, creando una spirale di degrado nella qualità delle cure destinate alle popolazioni vulnerabili.

Riduzione degli aiuti internazionali e le sue conseguenze

Un fattore critico è il drastico taglio degli aiuti internazionali da parte di diverse nazioni, inclusi Stati Uniti e Regno Unito. La recente soppressione dell’agenzia USAID e il licenziamento di migliaia di dipendenti in Etiopia hanno creato un vuoto nell’assistenza sanitaria. Sebbene ci siano stati finanziamenti per i farmaci, il supporto logistico e il personale locale sono stati ridotti al minimo, compromettendo l’intero sistema sanitario.

Donne e bambini, le fasce più vulnerabili, soffrono in modo particolare. Quando gli aiuti internazionali erano più consistenti, il sistema sanitario aveva comunque gravi deficit a causa di fenomeni corruttivi. Ora, la situazione appare insostenibile; come riportato da Alessandra Cattani, chirurgo presso l’ospedale di Rumbek, i ritardi nel pagamento degli stipendi hanno causato scioperi e chiusure, aggravando ulteriormente l’assistenza a neonati e donne in gravidanza.

Queste problematiche vengono amplificate da un’ulteriore riduzione degli aiuti da parte del Regno Unito, che ha tagliato drasticamente il supporto a Paesi come la Sierra Leone e il Sud Sudan. Questo smantellamento di sistemi di assistenza ha contribuito a un deterioramento del livello di servizio sanitario, che già prima della crisi era precario.

La fragilità della sanità in Etiopia e gli sforzi dei volontari

La situazione in Etiopia è altrettanto preoccupante. Con un rapporto tra operatori sanitari e popolazione tra i più bassi al mondo, l’assistenza tende a mancare. Flavio Bobbio, medico internista, mette in guardia sull’impatto che il mancato supporto potrebbe avere su programmi vitali per la salute, come quelli dedicati a malattie come l’AIDS, la tubercolosi e la malaria. Tagli ai fondi per la cooperazione internazionale minacciano non solo il funzionamento degli ospedali, ma anche la vita degli individui che vi si affidano.

La copertura farmaceutica dipende in gran parte da supporti esterni. Rimanere senza queste risorse potrebbe avere conseguenze devastanti, non solo per il sistema ospedaliero, ma soprattutto per i pazienti che potrebbero restare privi di cure fondamentali.

La risposta dei volontari e il potere della formazione

Nonostante il panorama difficile, ci sono segnali di speranza. Medici e operatori del CUAMM continuano a svolgere un ruolo cruciale nel tentativo di mantenere attivi i sistemi sanitari. Don Dante Carraro, direttore del CUAMM, parla dell’importanza di investire nella formazione degli operatori locali. Progetti come la scuola per ostetriche di Rumbek dimostrano che, nonostante le sfide, ci sono giovani disposti a rimanere e contribuire attivamente al miglioramento delle condizioni del loro Paese.

Il cammino verso un futuro migliore è lungo, ma le azioni quotidiane di questi operatori e volontari rappresentano una forma di resistenza e una luce di speranza per le comunità locali. In un mondo segnato dalla guerra e dall’ingiustizia, il piccolo contributo di ciascuno può fare una grande differenza.

Change privacy settings
×