Crisi Tirso: la soluzione potrebbe arrivare da un imprenditore veneto

Crisi Tirso: la soluzione potrebbe arrivare da un imprenditore veneto

La crisi dell’azienda Tessile Tirso a Muggia si avvia verso una possibile risoluzione grazie all’intervento di un imprenditore veneto, con il supporto delle istituzioni locali per salvaguardare i posti di lavoro.
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Crisi Tirso: la soluzione potrebbe arrivare da un imprenditore veneto - Gaeta.it

La crisi che ha colpito l’azienda Tessile Tirso, situata a Muggia in provincia di Trieste, sembra avviarsi verso una risoluzione grazie all’intervento di un imprenditore veneto. I recenti sviluppi segnalano un ottimismo crescente, con le istituzioni locali impegnate a garantire un futuro per i dipendenti e la salvaguardia del tessuto produttivo della regione. La situazione rappresenta un esempio emblematico delle sfide e delle opportunità che emergono nel mondo industriale del Friuli Venezia Giulia.

L’impresa Tirso e i suoi dipendenti

Negli ultimi mesi, la fabbrica Tirso ha affrontato una crisi significativa, culminata nella dichiarazione di cessazione dell’attività. Questa situazione ha mietuto i suoi effetti su circa 175 lavoratori, di cui il 65% donne, con un dato preoccupante che evidenzia come il 63% di queste dipendenti abbia più di 50 anni. La situazione è particolarmente delicata, poiché il mercato del lavoro offre meno opportunità per le persone di questa fascia di età. La difficoltà di reperire un nuovo lavoro potrebbe rappresentare un ostacolo cruciale per il futuro di queste famiglie.

La speranza di riassorbire i lavoratori in una nuova azienda o in un nuovo progetto imprenditoriale è legata alla proposta di un imprenditore veneto, come annunciato dal presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, Pierluigi Zamò, durante un collegamento con la Tgr Rai Fvg. Questo intervento, che coinvolge anche la Regione e Confindustria, prelude a una potenziale rinascita dell’industria tessile locale, un settore cruciale per l’economia del territorio.

Situazione del mercato e altre crisi

Oltre alla crisi Tirso, Zamò ha menzionato l’esistenza di altre problematiche industriali che affliggono il Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda la Flex, un’azienda con problemi simili, è stato convocato un tavolo di lavoro al Ministro delle Imprese e del Made in Italy . Zamò ha specificato che esiste una proposta da parte dell’azienda, ma non ha riscosso l’approvazione da parte delle istituzioni, che ora stanno cercando soluzioni alternative più vantaggiose per i lavoratori.

Sulle vicissitudini dell’Electrolux, ha spiegato che le difficoltà sono legate a fattori congiunturali, in particolare alla crisi del mercato degli elettrodomestici, che sembra attraversare un periodo di stagnazione. Queste sfide impongono una riflessione profonda sulla necessità di un cambio di passo nel modo di affrontare le crisi industriali.

La sfida dell’automotive e la transizione energetica

In merito al settore automotive, Zamò ha messo in evidenza un cambiamento di paradigma nei comportamenti dei consumatori, i quali sembrano orientarsi verso un uso ridotto delle automobili. Questo nuovo approccio alle esigenze di mobilità richiede un ripensamento delle strategie industriali, sfidando le aziende a trovare nuove soluzioni innovative.

In questo contesto, il presidente di Confindustria ha sottolineato l’importanza di una transizione verso forme di mobilità sostenibile, come l’elettrico, senza però trascurare la necessità di proteggere i posti di lavoro attualmente legati ai motori a combustione interna. Zamò ha suggerito il potenziale delle energie rinnovabili, puntando in particolare sull’eolico marino, un settore che potrebbe creare nuove opportunità di lavoro e sviluppo.

Inoltre, ha evidenziato la possibilità di un’interconnessione tra il settore automotive e industriali emergenti come quelli dell’aerospaziale e della difesa, settori con cui si potrebbe favorire un trasferimento di competenze tecniche e talenti.

Con tali dinamiche all’orizzonte, è evidente che il futuro delle aziende del Friuli Venezia Giulia richiede un approccio proattivo e una visione lungimirante per garantire un ambiente lavorativo e produttivo sempre più resiliente.

Ultimo aggiornamento il 2 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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