La recente presentazione dell’Atto aziendale dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli ha sollevato forti preoccupazioni tra i gruppi consiliari di opposizione. Durante una conferenza stampa, i consiglieri hanno espresso dubbi sulla fattibilità del documento, dichiarandolo “farraginoso e poco realistico”. Il tema centrale del dibattito ruota attorno alla riorganizzazione dei servizi sanitari e del personale che, secondo i rappresentanti dell’opposizione, potrebbe compromettere il diritto alla salute dei cittadini.
Le critiche al documento dell’azienda sanitaria
Le osservazioni mosse dai consiglieri riguardano principalmente la scarsa chiarezza nell’articolazione dei reparti e nella gestione del personale, elementi fondamentali per il buon funzionamento di una struttura sanitaria. I membri dell’opposizione hanno posto l’accento sulle incongruenze riscontrate tra le linee guida regionali e la versione finale dell’Atto aziendale, la quale non rifletterebbe fedelmente le decisioni assunte dal Collegio di Direzione. I consiglieri hanno chiesto con insistenza una convocazione della Consulta della Salute per analizzare il documento e proporre modifiche, ritenendo necessaria una revisione approfondita e trasparente.
Le lacune evidenziate dai consiglieri
Manuela Marcucci, uno dei membri principali dell’opposizione, ha messo in luce criticità puntuali all’interno dell’Atto aziendale. In particolare, ha segnalato l’assenza di riferimenti all’aumento dei punti prelievo, un aspetto previsto dalle linee guida regionali ma del tutto omesso nel documento presentato. Un’altra questione cruciale è la mancata menzione del Centro per l’Autismo di Campolungo. Questo progetto, che avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti significativo nella diagnosi e nel trattamento dell’autismo, è invece scomparso dai radar, alimentando ulteriori preoccupazioni tra i cittadini e i professionisti del settore.
Una visione critica della riorganizzazione sanitaria
Francesco Ameli ha espresso una valutazione ancora più severa dell’Atto aziendale, sostenendo che il piano possa portare a un impoverimento sostanziale dell’offerta sanitaria sul territorio. Secondo Ameli, le scelte politiche e tecniche delineate nel documento non solo non garantiscono un servizio sanitario pubblico efficace, ma facilitano l’ingresso e la prevalenza di fattori privati nel sistema. La sua affermazione mette in evidenza una tematica di rilevanza, ovvero il rischio che una scarsa attenzione alla costruzione di una sanità pubblica solida possa minacciare la qualità dell’assistenza accessibile ai cittadini del Piceno.
Ameli conclude la sua argomentazione affermando che l’Atto aziendale rappresenta molto più di un semplice adempimento burocratico; si staglia come un provvedimento che avrà ripercussioni dirette e tangibili sulla qualità dei servizi sanitari. L’attenzione ora si concentra sulla risposta dell’amministrazione comunale e sulla capacità di coinvolgere i cittadini in un dibattito costruttivo sull’organizzazione della sanità nella regione.