Critiche alla gestione sanitaria a Pescasseroli: un caso di assistenza carente per un'anziana

Critiche alla gestione sanitaria a Pescasseroli: un caso di assistenza carente per un’anziana

Proteste a Pescasseroli dopo che una donna di 98 anni è stata rimandata a casa per l’assenza del chirurgo, sollevando dubbi sulla gestione delle liste di attesa e dei diritti dei pazienti.
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Critiche alla gestione sanitaria a Pescasseroli: un caso di assistenza carente per un'anziana - Gaeta.it

Un episodio controverso ha suscitato proteste a Pescasseroli, dove una donna di 98 anni, madre di un assessore locale, è stata rimandata a casa prima di un intervento chirurgico. Il chirurgo previsto per l’operazione non era presente, creando disagi per la paziente e sollevando interrogativi sulla gestione delle liste di attesa da parte dell’ASL locale. Il fatto è stato reso pubblico dal figlio dell’anziana, Francesco Paglia, che ha denunciato la situazione attraverso un post sui social media, evidenziando la scarsa attenzione alle esigenze dei pazienti più vulnerabili.

Il caso dell’anziana e la mancanza di comunicazione

Il racconto di Francesco Paglia mette in luce le problematiche dell’assistenza sanitaria pubblica nella regione. La madre, 98 anni, era stata convocata per un intervento considerato necessario. Tuttavia, una volta arrivata all’ospedale di Castel di Sangro, ha scoperto che il chirurgo era assente per un infortunio, e non era stata avvisata in anticipo. Tale mancanza di comunicazione ha non solo creato confusione, ma ha anche sollevato legittimi dubbi sulla gestione delle pratiche ospedaliere.

La situazione si complica ulteriormente quando si considera che l’anziana è stata costretta a recarsi in ospedale, un disagio non trascurabile per qualcuno della sua età. Non solo l’assenza del chirurgo ha generato un disguido, ma l’ASL non ha offerto né scuse né compensazioni per il malinteso. La questione della comunicazione diventa cruciale: in una società che pretende di essere civile, un paziente così fragile merita un trattamento consono.

Critiche alla gestione delle liste di attesa e recupero crediti

Il post di Paglia sulla sua esperienza ha toccato un nervo scoperto riguardo alle pratiche della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila. La denuncia non si limita al caso della madre, ma si estende alla gestione delle liste di attesa e alla prassi di invio di lettere per recupero crediti per visite non disdette. Paglia ha sottolineato come, spesso, i pazienti si trovano a dover far ricorso a visite private a causa delle lunghe attese negli ospedali pubblici, un problema che sta diventando sempre più comune.

La contestazione si basa sul fatto che l’ASL sembra agire in modo autoritario, inviando richieste di pagamento senza tener conto delle reali difficoltà dei pazienti nel gestire le proprie prenotazioni. Chi ha dovuto ripiegare su opzioni private per ricevere cure e assistenza, a volte ha dimenticato di disdire appuntamenti in ospedali pubblici a causa delle situazioni di emergenza in cui si trova.

La questione del rispetto dei diritti dei pazienti

Questa situazione pone in discussione il rispetto dei diritti dei pazienti in un contesto sanitario che dovrebbe garantire equità e dignità per tutti. La necessità di affrontare i gravi problemi sanitari esistenti non dovrebbe tradursi nella semplice ricerca di risorse attraverso il recupero di crediti. I fondi recuperati sono destinati a essere reindirizzati verso cliniche private, ampliando ulteriormente la disparità tra chi può permettersi cure a pagamento e chi è costretto a subirne le conseguenze nel sistema pubblico.

Il racconto dell’assessore Paglia offre uno spaccato della realtà vissuta da molti cittadini, specialmente coloro che, come la madre novantottenne, rappresentano categorie vulnerabili. La richiesta è chiara: un cambiamento è necessario affinché tutti gli utenti del sistema sanitario possano ricevere un’assistenza adeguata e umana, evitando situazioni paradossali come quella di un’anziana costretta a tornare a casa da un intervento mai effettuato.

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