Critiche della soprintendenza al piano regolatore di Roma: rischi per la città storica

Critiche della soprintendenza al piano regolatore di Roma: rischi per la città storica

La soprintendenza di Roma esprime preoccupazioni per la revisione delle norme del piano regolatore, avvertendo che le modifiche potrebbero compromettere il patrimonio storico e culturale della città.
Critiche Della Soprintendenza Critiche Della Soprintendenza
Critiche della soprintendenza al piano regolatore di Roma: rischi per la città storica - Gaeta.it

La recente comunicazione della soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, a firma di Daniela Porro, ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla revisione delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale della Capitale. Questo documento di tredici pagine, ottenuto in esclusiva, evidenzia potenziali rischi per la struttura storica della città, sottolineando come le modifiche proposte possano alterare in modo irreversibile il suo tessuto urbano.

Le critiche alle modifiche delle norme

Nel documento, la soprintendenza riconosce la necessità di rivedere le Nta, ma esprime forti riserve sulle modifiche applicate. Viene messo in evidenza come, contrariamente alle aspettative normativi, il processo di revisione abbia escluso l’ufficio dalla discussione delle scelte strategiche e delle politiche di tutela monumentale, paesaggistica e archeologica. Questa esclusione, secondo la soprintendenza, potrebbe portare a risultati non trasparenti e a una gestione poco chiara delle regolamentazioni edilizie.

Una delle problematiche più gravi sollevate riguarda la trasformazione del decision-making, che sembra orientarsi verso un approccio più individuale. “Con le nuove integrazioni e l’abrogazione di diversi commi delle Nta,” si legge nel documento, “le responsabilità sulla trasformazione del tessuto urbano potrebbero ricadere su iniziative isolate, compromettendo una pianificazione coordinata.” Si teme che questo approccio possa ridurre la capacità di controllare e garantire un intervento attento, in particolare su parti significative del patrimonio storico.

Le conseguenze per i cinema di Roma

Un argomento di particolare rilievo nelle valutazioni della soprintendenza riguarda i cinema di Roma, che sono messi a serio rischio dalla proposta di ampliamento della superficie utile lorda fino al 50%. Questo cambiamento normativo potrebbe facilitare la trasformazione di strutture storiche di valore culturale in edifici privati o commerciali. La soprintendente sottolinea l’importanza di preservare queste architetture, non solo per il valore estetico, ma anche per il loro significato culturale e sociale.

Inoltre, la soprintendenza critica la scelta del Campidoglio di incentivare lo sviluppo verticale degli edifici, evidenziando la necessità di proteggere il paesaggio e le relazioni visive nel contesto urbanistico. La proposta sembra mancare di una contestualizzazione appropriata, che garantisca un giusto equilibrio tra crescita edilizia e salvaguardia del patrimonio esistente.

Rischi di deregulation e impatti sui beni storici

Un’altra problematica evidenziata riguarda le disposizioni riguardanti gli edifici abbandonati e le opportunità di sostituzione edilizia. La soprintendenza avverte che le norme potrebbero incentivare la demolizione di strutture storiche, favorendo la costruzione di nuovi edifici piuttosto che la riqualificazione del patrimonio esistente. La logica della sostituzione, invece di quella del recupero, rischia di essere dannosa per la complessità storica della città, che si fonda su stratificazioni secolari.

L’ipersemplificazione normativa potrebbe portare a un abbassamento della qualità dei controlli edilizi. Gli accorpamenti e i frazionamenti di unità edilizie, spesso situati su strutture archeologiche, possono alterare la struttura storica della città, mettendo a rischio la sua integrità e storia. La soprintendenza teme che la deregulation delle norme di tutela possa portare a interventi invasivi, che comprometterebbero il valore documentario della città.

Le richieste della soprintendenza per la revisione

In questo contesto, la soprintendenza ha formulato diverse richieste per garantire una maggiore tutela del patrimonio storico. Tra queste si chiede la creazione di un tavolo tecnico per rivedere il protocollo d’intesa del 2009, nonché la modifica del parere della soprintendenza da ‘consultivo’ a ‘vincolante’. Questo cambiamento avrebbe l’obiettivo di garantire un controllo più incisivo sulle trasformazioni in una città riconosciuta come patrimonio dell’umanità.

Inoltre, si sottolinea l’urgenza di aggiornare gli elaborati prescrittivi e gestionali del Prg. Secondo la soprintendenza, i documenti attuali non riflettono adeguatamente l’eccezionale valore dei monumenti antichi e delle preesistenze nel sottosuolo di Roma. Le richieste avanzate mirano a proteggere non solo i beni inscindibili e storici, ma anche a garantire una riqualificazione attenta e consapevole delle aree cittadine.

La discussione sulla revisione delle Nta continua a destare interesse e preoccupazione. Le indicazioni della soprintendenza, se ascoltate, potrebbero influenzare significativamente il futuro urbanistico della Capitale.

Change privacy settings
×