Le recenti attività di volontariato tecnico a Bagnoli e nei Campi Flegrei, sebbene animate da buone intenzioni, stanno riscontrando ostacoli significativi in termini di sicurezza e affidabilità. L’assenza di un coordinamento adeguato tra architetti, ingegneri, geologi e psicologi espone la collettività a potenziali rischi. Antonio Cerbone, tesoriere dell’Ordine degli architetti di Napoli e coordinatore regionale del Car, ha messo in evidenza come queste iniziative possano innescare pericoli inaccettabili per la sicurezza pubblica.
L’importanza del coordinamento nelle emergenze
Le emergenze devono essere affrontate attraverso interventi ben organizzati e regolamentati. Cerbone sottolinea che le verifiche degli edifici dovrebbero seguire procedure strutturate, evitando valutazioni affrettate che possano generare allarmismi infondati o, peggio, tralasciare situazioni critiche. È fondamentale che ogni iniziativa si attenga alla normativa vigente, in particolare al decreto-legge 12 ottobre 2023, n. 140, convertito dalla legge 7 dicembre 2023, n. 183, per garantire la responsabilità e la sicurezza delle operazioni.
Tempi complessi e situazioni delicate richiedono risposte appropriate; ogni iniziativa che non si allinei con tali standard è vista come irresponsabile e deve essere fermamente contrastata. Cerbone avverte: l’operato spontaneo di gruppi non regolarmente riconosciuti può portare a gravi malintesi e confusione, ostacolando l’efficacia degli interventi da parte della Protezione Civile e delle autorità ufficiali.
I rischi della formazione non controllata
Un altro aspetto critico sollevato riguarda la formazione dei tecnici coinvolti nelle attività di emergenza. Senza una supervisione adeguata, esiste il rischio di errori gravissimi durante le valutazioni. Cerbone esprime preoccupazione per la mancanza di criteri di selezione definiti, che possono favorire opportunismi e interferenze da parte di soggetti non competenti. Questa disorganizzazione non solo causa confusione, ma mina gli sforzi della Protezione Civile, lasciando la popolazione ancor più insicura.
È essenziale che le attività emergenziali siano gestite esclusivamente da professionisti regolarmente iscritti agli ordini professionali pertinenti, che possano garantire un approccio strutturato e coordinarlo con le autorità di Protezione Civile. Questi professionisti ricevono formazione e aggiornamento continuo in materia di rischi specifici, come quelli sismici e bradisismici, e sono in grado di operare secondo protocolli standardizzati, riducendo il margine di errore.
La necessità di una gestione regolamentata
Il volontariato tecnico, sebbene possa essere una risorsa utile, deve operare entro parametri ben definiti. La spontaneità di un intervento può generare danni maggiori di quanto previsto, ostacolando direttamente le operazioni di soccorso e di verifica da parte delle autorità competenti. Gli organismi ufficiali, come quelli riuniti nella Struttura tecnica nazionale, possiedono le capacità e le competenze necessarie per gestire le emergenze in modo efficace.
La qualità degli interventi è garantita anche attraverso la disponibilità di elenchi ufficiali di professionisti abilitati, che operano rigorosamente secondo norme condivise e protette da misure assicurative. Solo un approccio di questo tipo può restaurare la fiducia dei cittadini nelle autorità e assicurare che ogni intervento sia orientato al bene comune, preservando la sicurezza della comunità e valorizzando l’importanza degli ordini professionali e delle strutture preposte.