Criticità per il raccolto di mais in Italia: impatti della siccità e delle piogge estreme

La campagna di raccolta del mais in Italia affronta gravi difficoltà a causa di condizioni climatiche avverse, con una prevista riduzione della produzione e impatti significativi sul mercato agroalimentare.
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Criticità per il raccolto di mais in Italia: impatti della siccità e delle piogge estreme - Gaeta.it

L’attuale campagna di raccolta del mais in Italia si sta rivelando particolarmente problematica. Le difficili condizioni climatiche, con una siccità estiva record seguita da forti piogge, hanno inciso negativamente sia sulla quantità che sulla qualità delle produzioni. A mettere in evidenza queste criticità è l’Associazione Italiana Lavorazioni Mais Alimentare , parte di ASSITOL, Confindustria. Le stime indicano una drammatica riduzione della produzione, con implicazioni anche per il mercato agroalimentare italiano.

Ritardi nella semina e conseguenze per il raccolto

Il presidente di Ailma, Massimiliano Carraro, ha commentato la situazione, sottolineando che la semina del mais per la campagna 2024-2025 è iniziata con un notevole ritardo, che varia da un mese a due mesi in alcune aree del Paese. Questo slittamento si riflette anche sullo stato attuale del raccolto, il quale è ancora in fase di completamento. Le prime stime parlano di una probabile diminuzione delle rese di almeno il 25%, un dato preoccupante che evidenzia le difficoltà del settore agrario italiano.

La fase di raccolta, quindi, si presenta particolarmente complessa. I produttori, infatti, si trovano a fronteggiare non solo il ritardo nella semina, ma anche le sfide legate alla gestione delle varietà di mais. L’andamento climatico ha costretto gli agricoltori a un lavoro supplementare e ha reso le condizioni del raccolto sempre più indeterminate, aumentando i rischi economici e produttivi.

Sfide legate alla qualità e patologie del mais

Oltre alla diminuzione della quantità, ci sono anche gravi preoccupazioni riguardo alla qualità del mais raccolto. Carraro ha sottolineato come l’alternanza tra periodi di siccità e piogge alluvionali abbia favorito l’insorgere di agenti patogeni. Le aziende del settore sono costrette a scartare una significativa quantità di mais non conforme ai rigorosi standard di qualità richiesti dalla normativa vigente. Questa selezione imposta dai requisiti di qualità riduce ulteriormente la disponibilità di materie prime destinate agli usi alimentari.

La necessità di garantire prodotti sani e sicuri è fondamentale, e questo implica una serie di controlli e interventi che appesantiscono il lavoro nel campo. Le aziende si trovano quindi a dover affrontare non solo la mancanza di scorte, ma anche un incremento del carico di lavoro legato al controllo qualità, il che potrebbe tradursi in maggiori costi di produzione.

Impatto economico e ricorso agli import

Secondo le stime attuali, la produzione di mais per uso alimentare in Italia si attesta normalmente su circa un milione di tonnellate. Tuttavia, per la campagna in corso, si prevede che la quantità totale non supererà le 600mila tonnellate. Questo scenario pone serie sfide per le aziende che trasformano il mais, dato che questo cereale è alla base di numerosi prodotti molto apprezzati dai consumatori, come farine per prodotti da forno, snack, pasta e birra.

Con una produzione che non soddisfa il fabbisogno interno, è probabile che il settore agroalimentare italiano si trovi costretto a ricorrere a importazioni significative. La dipendenza dall’estero per il mais e i suoi derivati aumenterà, questo avverrà mentre anche in altre parti d’Europa, in particolare nei Paesi dell’Est, si registrano condizioni climatiche avverse che limitano la produzione. La complessità della campagna non si limita quindi all’Italia, ma si estende all’intero panorama europeo, rendendo necessario un monitoraggio attento delle dinamiche di mercato.

Strategie per affrontare la difficoltà

Nonostante le gravi difficoltà, Carraro ha ribadito che le aziende stanno implementando pratiche di selezione oculata delle materie prime. Ailma continua a lavorare secondo le normative in vigore, che sono particolarmente rigorose in tema di sicurezza e sanità alimentare. La tecnologia gioca un ruolo cruciale nel sostenere i produttori, consentendo di mantenere elevati standard qualitativi anche in momenti critici. Tuttavia, la scarsità di materia prima rimane una questione di grande preoccupazione, con possibili ripercussioni sull’andamento economico delle aziende e sull’andamento complessivo del mercato del mais in Italia.

Le attuali condizioni suggeriscono dunque la necessità di interventi mirati e strategie efficaci per minimizzare le perdite e garantire la sostenibilità del settore nel futuro immediato.

Ultimo aggiornamento il 4 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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