Crollo degli immobili e costi strutture: le conseguenze dell'inverno demografico in Friuli Venezia Giulia

Crollo degli immobili e costi strutture: le conseguenze dell’inverno demografico in Friuli Venezia Giulia

L’inverno demografico in Friuli Venezia Giulia provoca un crollo del mercato immobiliare e complicazioni nella gestione delle infrastrutture, richiedendo una maggiore consapevolezza e strategie per affrontare queste sfide.
Crollo degli immobili e costi Crollo degli immobili e costi
Crollo degli immobili e costi strutture: le conseguenze dell'inverno demografico in Friuli Venezia Giulia - Gaeta.it

L’inverno demografico che sta colpendo il Friuli Venezia Giulia porta con sé effetti preoccupanti sul mercato immobiliare e sulla gestione delle infrastrutture. Gianni Torrenti, ex assessore regionale e esperto di demografia, mette in rilevo come il crollo del valore degli immobili e l’aumento dei costi per il mantenimento delle attuali reti infrastrutturali siano solo alcune delle gravi conseguenze che derivano da una popolazione in costante calo. Questi aspetti, già noti nel dibattito pubblico, richiamano a una maggiore consapevolezza e analisi dei fenomeni in atto.

Crisi del mercato immobiliare

La crisi abitativa in Friuli Venezia Giulia non è un fenomeno improvviso. Secondo Torrenti, il risparmio degli italiani è prevalentemente concentrato nel settore immobiliare, con il 70% degli investimenti delle famiglie immobiliari. Ora, il legame diretto tra la richiesta di immobili e il loro valore è evidente: quando una regione perde una significativa porzione della sua popolazione, i valori immobiliari tendono a crollare a causa di un eccesso di offerta. Attualmente, si stima che un quarto o un quinto degli immobili della regione risulti non occupato, il che equivale a circa 120.000-130.000 alloggi vuoti.

La situazione si complica ulteriormente se si prendono in considerazione le proiezioni future. L’esempio di comuni friulani, dove si è registrato un tasso di oltre il 50% di case vuote, è allarmante. In altre aree si nota una percentuale di vuoti che oscilla tra il 25% e il 50%. L’eventuale immissione di ulteriori centomila immobili sul mercato potrebbe ridurre il valore degli stessi a livelli ridicoli, simili a quelli delle zone montane o dei piccoli paesi, dove è possibile acquistare a 200-250 euro al metro quadrato.

Impatti sulle infrastrutture e sulla gestione del territorio

Il crollo demografico non ha solo ripercussioni sul mercato immobiliare. La gestione delle infrastrutture esistenti diventa sempre più complessa e onerosa. Torrenti sottolinea che, se la popolazione del Friuli Venezia Giulia dovesse scendere da 1,2 milioni a circa 800.000 abitanti, i costi logistici e di manutenzione delle strade e delle strutture attuali avrebbero un impatto insostenibile. L’inefficienza della rete infrastrutturale risulterebbe in un contesto abitativo parecchio ridotto, dove certe strade e servizi potrebbero apparire superflui.

Le conseguenze di tale scenario non si fermerebbero qui. Le strade di accesso a piccoli comuni, che attualmente svolgono un ruolo vitale per la comunicazione e l’accessibilità, rischierebbero di subire chiusure. La gestione dei boschi, e di tutto ciò che concerne una corretta manutenzione del territorio, sarebbe gravemente compromessa. La diminuzione netta di risorse umane implica un forte svuotamento di funzioni fondamentali per il mantenimento e la tutela dei luoghi meno popolati.

Considerazioni finali sulle problematiche socio-economiche

Il fenomeno dell’inverno demografico, combinato con la crisi immobiliare e le sfide di gestione delle infrastrutture, pone interrogativi significativi per il futuro del Friuli Venezia Giulia. È necessaria una maggiore consapevolezza da parte delle istituzioni e della società civile su come affrontare queste problematiche. Comprendere l’interconnessione tra densità abitativa, valore degli immobili e sostenibilità delle strutture diventa cruciale per immaginare strategie efficaci in grado di contrastare il drammatico calo demografico. La mancanza di risposte adeguate potrebbe portare, in un futuro non troppo distante, a una regione in forte difficoltà, dove le risorse e i servizi non riusciranno a garantire un livello di vita accettabile per gli abitanti rimasti.

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