La situazione dei buoni non autosufficienza nel Lazio ha suscitato preoccupazione e dissenso. A partire dalle 15 di ieri, i cittadini potevano presentare domanda tramite la piattaforma E-Family per accedere ai buoni della IV Edizione 2024 – 2025. Tuttavia, in sole tre ore, il servizio è stato chiuso per esaurimento fondi, evidenziando un problema significativo dovuto a un drastico calo nel finanziamento, passato da 20 milioni di euro a solo 8 milioni. Le ripercussioni di questa decisione hanno rapidamente attirato l’attenzione dei sindacati e delle associazioni a tutela delle persone non autosufficienti.
Criticità del nuovo approccio ai buoni non autosufficienza
Il cambiamento nelle modalità di accesso ai buoni ha messo in luce la difficoltà per le famiglie con persone non autosufficienti di ottenere il supporto di cui necessitano. La Cgil e lo Spi Cgil di Roma e del Lazio hanno espresso il loro dissenso in merito a questa situazione. Secondo loro, basare l’accesso a un aiuto su criteri di rapidità è inaccettabile e crea un clima di competizione tra le famiglie bisognose, costrette a sperare di essere più veloci di altre per ottenere assistenza. Ciò si traduce in un sistema di supporto che non solo è inefficace, ma mette in estrema difficoltà le famiglie che necessitano di aiuto immediato.
I sindacati chiedono un cambio di direzione, sottolineando l’importanza di fornire un supporto adeguato e tempestivo. Le famiglie non dovrebbero essere lasciate sole nel fronteggiare le necessità quotidiane dei propri cari non autosufficienti. È fondamentale che la Regione Lazio riveda i criteri di assegnazione dei buoni, promuovendo un approccio più inclusivo e meno competitivo.
La necessità di un aumento dei fondi
La quantità di buoni disponibili è indicativamente sufficiente solo a soddisfare parzialmente le esigenze di un migliaio di persone, mentre circa 290.000 residenti nel Lazio, prevalentemente over 75 con gravi limitazioni psicofisiche, si trovano a dover affrontare il peso di un sistema inadeguato. Questo squilibrio fra domanda e offerta rende necessaria una revisione profonda delle politiche di sostegno.
La Cgil e lo Spi Cgil evidenziano che un’integrazione del fondo non è sufficiente. La richiesta è di un aumento sostanziale delle risorse destinate ai buoni non autosufficienza, accompagnato da un rilancio dei servizi socio-assistenziali. Questo cambiamento dovrebbe predisporre una presa in carico coerente e tempestiva, rispondendo così alle vere necessità dei cittadini che si trovano in situazioni di difficoltà . Le famiglie non dovrebbero essere sole nel demandare alle istituzioni il compito di fornire assistenza adeguata e continua.
Prospettive future per il sostegno alle persone non autosufficienti
La discontinuità nel finanziamento e l’incapacità di erogare fondi sufficienti per il supporto delle persone non autosufficienti pongono interrogativi sulle scelte future della Regione. È fondamentale che le istituzioni locali considerino le esigenze reali della popolazione e si impegnino a garantire un futuro più stabile per i servizi assistenziali.
Rafforzare il sistema di sostegno non solo rappresenta un imperativo morale, ma potrebbe anche garantire un miglioramento della qualità della vita di migliaia di famiglie. Con le giuste politiche e un finanziamento adeguato, è possibile costruire un panorama più inclusivo e solidale, dove ognuno riceve il supporto necessario per affrontare le sfide quotidiane.
Ultimo aggiornamento il 14 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano