Crollo della Vela Celeste a Napoli: a 8 anni da un’ordinanza ignorata, tre vittime e una tragedia incomprensibile

Crollo della Vela Celeste a Napoli: a 8 anni da un’ordinanza ignorata, tre vittime e una tragedia incomprensibile

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Crollo della Vela Celeste a Napoli: a 8 anni da un’ordinanza ignorata, tre vittime e una tragedia incomprensibile - Gaeta.it

Il tragico crollo di un ballatoio-passerella della Vela Celeste a Napoli ha scosso profondamente la città e richiamato l’attenzione su un avvertimento lasciato inascoltato da otto anni. Il 2023 si apre con la richiesta urgente di giustizia e chiarezza, mentre le autorità competenti avviano indagini per comprendere come sia stato possibile ignorare i segnali di allerta.

La segnalazione della pericolosità della struttura

L’ordinanza del 2015 e le sue conseguenze

Nel mese di ottobre del 2015, un’ordinanza emanata dal Comune di Napoli, allora guidato dal sindaco Luigi de Magistris, avvisava della grave pericolosità della Vela Celeste, un complesso di edilizia popolare situato nel quartiere di Scampia. La relazione allegata al documento sottolineava il rischio imminente di crolli strutturali, portando all’emanazione di un provvedimento che avrebbe dovuto garantire la sicurezza di circa 600 residenti. Tuttavia, questo allerta è rimasto inascoltato.

Lunedì scorso, il disastro si è materializzato sotto forma di un crollo fatale. Tre persone hanno perso la vita e dodici sono rimaste ferite, un bilancio che ha inevitabilmente sollevato domande inquietanti sui motivi per cui l’ordinanza di sgombero non sia stata mai eseguita. Semplice coercizione delle istituzioni o incapacità di affrontare situazioni di emergenza? Le indagini avviate dalla Procura di Napoli mirano a chiarire queste presunte negligenze.

Le responsabilità politiche e tecniche

Una crisi che grida giustizia

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha espresso il suo sconcerto in merito alla relazione tecnica di otto anni fa, sostenendo che la gravità della situazione riscontrata non poteva rimanere ignorata, soprattutto considerando che i giunti del ballatoio risultavano deteriorati e inadeguati. Le sue parole esprimono un’indignazione condivisa non solo a livello politico, ma anche dalla cittadinanza, che chiede a gran voce la verità.

Il documento del 2016, che denunciava la scarsa manutenzione dei ballatoi della Vela, suona come un campanello d’allarme mai ascoltato. Tra le domande che l’opinione pubblica si pone, vi è quella riguardante le ragioni dietro la scelta di soluzioni temporanee anziché un intervento risolutivo. Questo immobilismo ha avuto conseguenze tragiche e continuerà a sollevare dubbi su chi avesse la responsabilità di garantire la sicurezza degli abitanti.

Le indagini in corso e le prospettive future

Accertamenti e chiarimenti indispensabili

La Procura di Napoli ha avviato un’inchiesta per crollo colposo e omicidio colposo e ha disposto il sequestro degli spazi affetti dall’incidente, estendendo l’area interessata al piano terra. Gli accertamenti si concentrano sia sulle proprietà dei residenti sia sulla documentazione amministrativa che regola la Vela Celeste. Secondo fonti qualificate, molti degli occupanti risultano abusivi, un altro elemento da tenere in considerazione nel racconto di quella che è risultata una tragedia inaspettata.

Il materiale raccolto dai magistrati include dettagli cruciali riguardanti il progetto di riqualificazione “ReStart”, il quale prometteva un intervento risolutivo nel quartiere, ma che ha mostrato lacune evidenti nella sua attuazione. Le indagini si avvalgono della consulenza di esperti, come ingegneri strutturisti forensi, per valutare la stabilità del complesso e dello svolgimento di esami autoptici sulle vittime, i cui risultati saranno determinanti per accertare eventuali responsabilità.

L’auspicio di molti è che quanto accaduto non resti un episodio isolato: è ora di avviare una riflessione seria su come garantire la sicurezza degli edifici e delle persone nelle aree più vulnerabili della metropoli. La città attende risposte e, più importante, una nuova direzione politica e gestionale che impedisca che altri tragici eventi simili possano ripetersi.

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