Crollo mortale alla Vela Celeste: riemerge l’ordinanza del 2015 che ordinava lo sgombero

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Crollo mortale alla Vela Celeste: riemerge l'ordinanza del 2015 che ordinava lo sgombero - Gaeta.it

L'incidente di lunedì sera presso la Vela Celeste di Scampia ha tragicamente portato alla morte di tre persone e all'infermità di dodici, facendo tornare in primo piano una ordinanza firmata nel 2015 dall'allora sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Questo documento, che metteva in guardia sui rischi di crollo e decideva di sgomberare l'edificio, è rimasto inattuato, sollevando interrogativi inquietanti sulla responsabilità delle istituzioni e sull'efficacia delle misure di sicurezza adottate.

Il contesto dell'ordinanza e il pericolo ignorato

Storia dell'ordinanza di sgombero

L'ordinanza del 2015, redatta a fronte di gravi preoccupazioni riguardo la sicurezza strutturale della Vela Celeste, sembra essere stata completamente dimenticata. L'allora sindaco Luigi de Magistris evidenziò la necessità di proteggere oltre 600 residenti, avvertendo anche del rischio di crolli. Nonostante questa chiara allerta, nessuna azione concreta è stata intrapresa per evacuare l'edificio o per avviare lavori di manutenzione.

Negli ultimi anni, sono emerse altre segnalazioni che confermavano la precarietà della struttura. Un documento successivo, datato 2016, denunciava la mancanza di manutenzione dei ballatoi, sottolineando il potenziale rischio di incidenti per gli abitanti. La situazione critica della Vela Celeste non sembrava tuttavia suscitare l'attenzione necessaria nelle istituzioni competenti. Il crollo avvenuto lunedì scorso ha messo in evidenza non solo potenziali negligenze, ma anche omissioni che potrebbero avere conseguenze legali significative.

La responsabilità delle istituzioni

Con l'emergere di questi documenti, il dibattito si è acceso attorno al tema della responsabilità. Per quale motivo l'ordinanza di sgombero non è stata mai applicata? A chi spetta la colpa per questa tragica catena di eventi? Questi interrogativi hanno trovato eco in numerose dichiarazioni di politici e figure pubbliche, che chiedono trasparenza e scansione per gli errori commessi.

In particolare, la questione delle responsabilità a livello di amministrazione locale viene sollevata con sempre maggiore insistenza. Il rischio che altri incidenti simili possano verificarsi rende urgente una rivalutazione della gestione della sicurezza nel territorio, prendendo spunto dalla vicenda della Vela Celeste.

Le indagini on-going e il ruolo del perito

Il lavoro degli inquirenti

A seguito del tragico crollo, la procura di Napoli ha avviato un'indagine per chiarire le circostanze dell'incidente, ipotizzando delitti di crollo colposo e omicidio colposo. È stata disposta l'autopsia dei corpi delle vittime e il lavoro di un perito strutturista forense per analizzare i resti del ballatoio ceduto. Questo primo intervento sarà fondamentale per stabilire eventuali responsabilità civili e penali.

Il perito avrà il compito di esaminare in dettaglio le condizioni strutturali dell'edificio e di fornire un rapporto che possa orientare le indagini. Le prime risultanze saranno cruciali, poiché in base a queste si deciderà se coinvolgere ulteriori esperti in grado di fornire un'analisi più approfondita. In questa fase, le autorità si concentrano sia sui dettagli tecnici del crollo sia sulle misure di sicurezza pre-esistenti e sulla loro possibile trascuratezza.

Le misure post-incidente e l'ampliamento dell'area sotto sequestro

Per avere un quadro più completo, la procura ha deciso di ampliare l'area di sequestro, includendo il piano inferiore fino al terzo piano. Questo provvedimento è volto a garantire che tutte le prove siano preservate, facilitando così una ricostruzione accurata degli eventi. Inoltre, si sta indagando sulla posizione dei residenti, poiché molte delle persone che abitano la Vela Celeste potrebbero risultare in una condizione di abusivismo abitativo.

Le indagini si presentano più complesse del previsto, non solo per la gravità della situazione ma anche per la carenza di documentazione amministrativa riguardo agli interventi precedenti, come il progetto di riqualificazione ReStart. Le negligenze nella manutenzione e l'adeguatezza delle strutture saranno elementi chiave nelle indagini avviate, che rischiano di rivelare un quadro più ampio di inefficienze da parte delle istituzioni competenti.

Le reazioni politiche e le richieste di chiarezza

L'appello di Elly Schlein

In seguito alla tragedia di Scampia, anche l'ambiente politico ha reagito con grande allerta. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha espresso la propria paura per quanto accaduto, sottolineando l'importanza di fare chiarezza sul disastro. Durante il festival di Giffoni, ha descritto l'incidente come una “tragedia drammatica” e ha chiesto alla comunità e alle autorità di non perdere di vista le responsabilità e le cause che hanno portato a un epilogo così tragico.

In molte delle sue dichiarazioni, Schlein ha voluto sottolineare l'urgenza di una risposta adeguata da parte delle istituzioni. La necessità di capire perché nessuna delle misure di sicurezza suggerite da anni sia stata adottata è avvertita in tutta la comunità. Altre figure politiche hanno ripetuto similarmente richieste di maggiore responsabilità e trasparenza nella gestione delle politiche abitative, sottolineando che non sono semplici statistiche, ma vite umane in gioco.

L'urgenza di una risposta collettiva

Il crollo della Vela Celeste ha messo in evidenza non solo il dramma personale per le famiglie colpite, ma anche la fragilità di un sistema di protezione sociale e abitativa che avrebbe dovuto garantire la sicurezza dei cittadini. Con crescenti preoccupazioni a riguardo, la responsabilità di garantire la sicurezza deve obbligatoriamente riflettersi in politiche più efficaci, in controlli più rigorosi e in un'attenzione rinnovata verso le abitazioni popolari. L'attenzione e l'impegno da parte delle istituzioni devono trovare forme concrete, affinché situazioni simili non si ripetano in futuro.

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