L’evoluzione del sistema giudiziario italiano ha posto l’accento sulla crescente importanza del processo penale telematico . Recentemente, la Settima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha intrapreso un’attività di monitoraggio sulla sua estensione anche alla fase dibattimentale. Questa decisione arriva in seguito alla già presente delibera dell’11 luglio, dove il Plenum del Csm aveva evidenziato diverse problematiche legate alla tecnologia utilizzata e alla mancanza di sperimentazione nei vari uffici giudiziari. Si prospetta quindi la necessità di mantenere un sistema duale, che continui ad includere sia modalità analogiche che digitali per le udienze preliminari e dibattimentali.
Problematiche evidenziate dal Csm
Dall’analisi condotta dal Csm è emerso che il processo penale telematico, pur rappresentando un passo avanti per l’ammodernamento degli uffici giudiziari, ha sollevato vari problemi tecnologici. La delibera di luglio ha messo in luce la scarsa operatività del sistema in molti casi, sottolineando che non ci sono state adeguate sperimentazioni che avrebbero potuto testare efficacemente la funzionalità dell’applicativo. Queste criticità hanno indotto il Csm a suggerire l’urgente necessità di adottare misure che possano migliorare la gestione del Ppt, soprattutto considerando i malfunzionamenti sistematici riscontrati e la necessità di agevolare una transizione più fluida verso l’integrazione tra strumenti tradizionali e digitali.
La Commissione ha quindi richiesto un cambio qualitativo nella gestione del Ppt. È fondamentale che gli uffici giudiziari possano contare su un’applicazione funzionale che non generi difficoltà nell’archiviazione dei documenti e nel trattamento dei dati. Questi aspetti sono essenziali non solo per l’efficienza del lavoro giuridico, ma anche per la risposta adeguata alle esigenze dei cittadini che si avvalgono del sistema giudiziario. Senza un intervento qualificato, il rischio è quello di compromettere l’efficacia del processo, esponendo il sistema a ritardi e malintesi.
I malfunzionamenti riscontrati nei vari uffici giudiziari
Il Monitora del Csm ha riportato che con l’entrata in vigore del decreto ministeriale del 27 dicembre scorso, sono stati registrati malfunzionamenti significativi in vari uffici giudiziari in Italia. Queste problematiche sono state segnalate da importanti città come Milano, Roma, Torino, Catania, Bari, Lecce e Siracusa. Le difficoltà riscontrate includono errori nel caricamento e nell’accesso ai documenti, che compromettono non solo i lavori quotidiani di magistrati e avvocati, ma anche i diritti degli imputati e delle vittime.
Per affrontare questa situazione, la Settima Commissione ha incaricato la Struttura tecnica dell’organizzazione di esaminare in modo approfondito la rilevanza e l’entità dei malfunzionamenti segnalati. Tale analisi si prefigge di valutare prontamente le conseguenze che queste inefficienze possono avere sull’organizzazione complessiva e sull’efficienza operativa degli uffici giudiziari. Il timore è che, senza un’adeguata risoluzione dei problemi, il processo penale telematico rischi di diventare un sistema non solo complicato, ma anche inefficace, a discapito non solo di chi lavora nel settore, ma anche dei cittadini che si avvalgono del sistema per ottenere giustizia.
L’attenzione del Csm è quindi rivolta non solo alla risoluzione dei problemi tecnici, ma anche all’ottimizzazione del processo, affinché si giunga a un adattamento efficace del Ppt nel più rapido tempo possibile, tutelando i diritti e le esigenze dei cittadini coinvolti nel processo giuridico.
Ultimo aggiornamento il 9 Gennaio 2025 da Sara Gatti