Il foro di aerazione nelle cucine. Quando è obbligatorio e quando non lo è. Ecco cosa dice la legge sul punto
Quando si parla di sicurezza domestica, la cucina rappresenta uno degli ambienti più critici della casa. Non è solo il luogo in cui si preparano i pasti, ma anche il punto in cui si svolgono attività che possono generare fumi e gas potenzialmente pericolosi. Un elemento chiave per garantire la sicurezza in questo ambiente è il foro di aerazione. Ma qual è la sua funzione e, soprattutto, è davvero indispensabile?
Il foro di aerazione in cucina ha una funzione primaria: garantire il ricambio dell’aria. Questo è essenziale per eliminare i residui della combustione e prevenire accumuli pericolosi di gas, come il monossido di carbonio. Un’adeguata ventilazione aiuta anche a ridurre l’umidità e il calore generato durante la cottura, contribuendo a mantenere un ambiente salubre e confortevole.
Normative sul foro di aerazione
In Italia, la normativa UNI CIG 7129 stabilisce le regole per l’installazione del foro di aerazione, specificando che deve essere presente nelle cucine dotate di piani cottura a gas. Questa regola è particolarmente importante in un paese in cui molte abitazioni utilizzano il gas come fonte principale di energia per la cottura.
Secondo la normativa UNI CIG 7129, il foro di aerazione deve:
- Trovarsi ad almeno 180 cm di altezza dal pavimento.
- Avere una sezione minima di 100 cm², equivalente a un diametro di 120 mm per fori circolari.
È fondamentale che questo foro rimanga sempre libero da ostacoli come mobili o altri oggetti, per garantire che l’aria possa circolare liberamente.
In aggiunta, per i locali alimentati da bombole GPL, la norma UNI CIG 7131 stabilisce ulteriori parametri, come dimensioni e caratteristiche del foro, per assicurare una ventilazione adeguata. Queste regole sono state introdotte per tutelare la sicurezza degli utenti e prevenire incidenti che potrebbero derivare da una cattiva aerazione.
Un aspetto interessante è che, in cucine dove è presente anche una caldaia a condensazione di tipo C, oltre al piano cottura a gas, è necessario predisporre due fori di aerazione. Inoltre, il locale deve essere aerabile, il che significa che deve avere aperture che comunicano direttamente con l’esterno, garantendo così un flusso d’aria costante e sicuro.
Nonostante le regole stringenti, ci sono alcune eccezioni in cui il foro di aerazione non è strettamente necessario. Ad esempio:
- Piani cottura dotati di termocoppia, che interrompono automaticamente l’alimentazione del gas in caso di assenza di fiamma.
- Cucine con cappe aspiranti collegate all’esterno, a condizione che abbiano una portata minima di 2 mc/h per ogni kW di potenza termica.
- Cucine con un volume superiore a 20 mc o locali che comunicano con altre stanze senza porte.
Anche se la maggior parte dei piani cottura residenziali ha una portata compresa tra 7 e 9 kW, è importante considerare la potenza complessiva, inclusa quella di eventuali forni a gas, per determinare se si possa fare a meno del foro.
Una cucina che non dispone di un adeguato sistema di aerazione può risultare non conforme alle normative e, cosa più importante, pericolosa per la salute degli occupanti. L’assenza di un corretto ricambio d’aria può portare a situazioni di sovraccarico di gas tossici, aumentando il rischio di intossicazione e, nei casi più gravi, di esplosioni.
È importante notare che un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) non è un sostituto valido del foro di aerazione. Questi sistemi sono progettati per il ricambio d’aria, ma non garantiscono la ventilazione diretta necessaria per cucine con piani cottura a gas.