In un contesto sempre più critico, la questione dei naufraghi a bordo di una nave umanitaria si fa sempre più preoccupante. Il peggioramento delle condizioni meteorologiche e la distanza dal porto di sbarco stanno aggravando il già difficile stato psicofisico dei 71 migranti, comprese 21 persone minorenni, soccorsi lungo la rotta italiana. Le richieste di assistenza, inoltrate più volte dalle organizzazioni umanitarie, rimangono senza risposta mentre le ore passano.
Condizioni critiche a bordo della nave umanitaria
La nave, attualmente in viaggio verso Ravenna, ha lasciato a bordo condizioni precarie. Gli effetti del maltempo, con pioggia, freddo e onde alte, stanno causando disagio ai naufraghi, costretti a dormire sul ponte senza alcuna protezione adeguata. Questo porta frequentemente all’esaurimento fisico e a malesseri di vario genere, tra cui il mal di mare. Le parole di Sos Humanity mettono in luce una situazione allarmante: i sopravvissuti si trovano in uno stato di crescente ansia e stress, aggravato dalla impossibilità di ricevere cure adeguate per le loro condizioni mediche.
L’umanitaria ha espresso la necessità di un sbarco urgente, sottolineando che sono già state inviate cinque richieste alle autorità locali per trovare un porto di approdo più vicino. L’attesa è logorante, e la nave, che ha percorso oltre 1.600 chilometri per giungere a Ravenna, è costretta a un lungo transito che sembra sempre più inutile.
Necessità mediche e psicologiche dei naufraghi
Le condizioni di salute a bordo sono critiche, con numerosi naufraghi che presentano ferite e ustioni da carburante. Un’équipe medica sta cercando di far fronte alla situazione, ma le risorse sono limitate. Molti dei sopravvissuti manifestano segni di traumi fisici e psicologici, frutto delle esperienze vissute nel viaggio e nei centri di detenzione in Libia.
Sos Humanity ha documentato casi di torture e maltrattamenti subiti prima dell’imbarco. La presenza di infezioni polmonari è un ulteriore segnale della gravità della situazione, e i medici a bordo faticano a valutare le reali condizioni di salute a causa della mancanza di strumenti diagnostici adeguati. Ogni giorno che passa senza un sbarco sicuro comporta il rischio di complicazioni per la salute dei naufraghi, i quali dovrebbero essere immediatamente portati in un luogo dove ricevere assistenza.
L’emergenza umanitaria dei minori e delle donne
Tra i naufraghi ci sono diverse donne in situazione di vulnerabilità , alcune delle quali viaggiano sole e portano con sé i loro figli. Un caso particolare è quello di una donna che ha con sé un bambino di soli cinque anni. Inoltre, ci sono 20 minori non accompagnati a bordo, il che rende la situazione ancora più critica. Questi giovani assumono un ruolo centrale nella narrazione della crisi migratoria, evidenziando l’urgenza di un intervento da parte delle autorità competenti.
La notte del soccorso, intorno alla mezzanotte, il team di Sos Humanity ha risposto a una chiamata di aiuto lanciata dalla piattaforma Alarm Phone. Gli operatori hanno trovato un gommone in condizioni disperate, con passeggeri privi di giubbotti di salvataggio e circondati da un forte odore di carburante. Queste immagini drammatiche riflettono la durezza delle esperienze vissute da coloro che affrontano viaggi così pericolosi nel tentativo di cercare sicurezza e pace.
I sopravvissuti condividono con i soccorritori storie terribili di violenza e abuso ai quali sono stati sottoposti nei centri di detenzione in Libia, dimostrando così che il loro viaggio non è solo una ricerca di una vita migliore, ma un percorso intriso di sofferenze e traumi.