La Pasqua 2025 è vissuta con un forte richiamo alla speranza e alla resilienza, nonostante le difficoltà attuali. Padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, ricorda ai fedeli che la risurrezione di Gesù non va celebrata rimanendo bloccati dalle difficoltà della vita. Guida i credenti attraverso i luoghi simbolo della fede cristiana e invita a rinnovare la fiducia nel Risorto, imparando a camminare oltre le proprie paure e limitazioni.
il significato della pasqua nei luoghi della risurrezione
Da quasi un decennio, padre Francesco Patton celebra la Pasqua nei siti che richiamano i momenti più importanti della risurrezione di Gesù. Luoghi come la tomba vuota, le cappelle dedicate alla Vergine Maria, a Maria Maddalena e alle altre donne, rappresentano il cuore della fede pasquale. Questi spazi non sono solo monumenti storici, ma testimonianze viventi della rinascita cristiana.
Padre Patton ricorda anche Emmaus, dove Gesù si rivela ai discepoli spezzando il pane, e il cenacolo, scena delle prime apparizioni del Risorto ai discepoli dopo la sua resurrezione. Questi posti raccontano momenti di dubbio e sorpresa, ma anche di accoglienza e rinnovamento. La Pasqua qui è una promessa di nuova vita e di presenza reale, che continua a farsi sentire anche oggi.
il messaggio dalle parole di padre patton
“La risurrezione è un invito a non fermarsi alle ombre del presente, ma a lasciare che la luce della fede illumini ogni passo.”
il richiamo di tabga e la pesca miracolosa
Nel 2025, il messaggio pasquale di padre Patton arriva da Tabga, località sulla riva del lago di Galilea. Vicina a Cafarnao e al monte delle beatitudini, Tabga è il luogo dove Gesù appare ai discepoli dopo la sua risurrezione, proprio mentre sono intenti a pescare, quasi avessero abbandonato la loro missione. L’apparizione avviene al mattino presto, in un momento di luce incerta, simbolo di transizione tra notte e giorno.
Il racconto biblico qui si fa moderno: Gesù invita i discepoli a gettare ancora le reti, nonostante le catture siano state fino a quel momento infruttuose. La richiesta rappresenta un invito alla fiducia, a non arrendersi davanti ai fallimenti. “Anche le situazioni senza speranza possono trasformarsi, se ci si affida a lui.”
Il gesto di pescare assume così un valore spirituale: è un atto di adesione a una chiamata che va oltre la logica umana. Il Risorto non solo ripropone il percorso ai suoi seguaci, ma offre una possibilità di ricominciare, ribaltando le preoccupazioni e le delusioni.
la pesca come simbolo di rinnovamento
Pescare non è solo un gesto materiale, ma diventa metafora di fiducia e perseveranza nella chiamata divina.
la domanda di gesù e la proposta di un nuovo impegno
Durante l’apparizione a Tabga, Gesù rivolge a Pietro una domanda cruciale: “Mi ami più di tutto e più di tutti?” Questa interrogazione va al cuore del cammino di fede e si estende anche a ogni credente oggi. Amare Gesù significa accettare di seguirlo ancora, nonostante le difficoltà e i limiti personali.
Il gesto di Pietro, così come quello di chi sceglie di rispondere all’appello, comporta la responsabilità di prendersi cura degli altri, come il Maestro ha chiesto. Questo richiamo coinvolge la sfera personale e comunitaria, ponendo l’amore come motore capace di spingere a donare la vita fino in fondo.
L’interrogativo di Gesù non è solo retorico ma propone una scelta concreta: ricominciare da quella fede che mette in gioco il cuore e tutta la vita. Solo accettando questo impegno si può uscire dai fallimenti e accogliere il nuovo cammino che il Risorto apre.
scegliere l’amore come via
Rispondere a questa domanda significa impegnarsi a vivere una fede autentica che produce vita.
affrontare le sfide della vita senza restare imprigionati
Il messaggio centrale del custode di Terra Santa riguarda la tentazione di rimanere bloccati nelle difficoltà che affliggono il mondo attuale. I problemi non mancano: guerre, pandemie, terremoti, crisi economiche, e disastri ambientali si sommano a decisioni umane spesso dannose. Questi fatti raccontano momenti di morte e sconfitta che rischiano di spegnere la speranza collettiva.
Padre Patton ammonisce a non restare schiacciati da questa “pietra pesante” simbolica, quella che intrappola nei limiti della situazione presente. Per lui, la Pasqua non è un fatto di ieri ma una realtà capace di cambiare il presente. Gesù risorto ha già superato tutte le forme di morte e invita a seguirlo confidando in questa vittoria.
Mettere al centro la fede significa scegliere di non farsi sistemare da nessuna situazione, ma accettare una trasformazione interiore che porta a rimettersi in cammino. È un invito a guardare oltre le circostanze, alle volte crudeli, e a rigenerarsi nel seguire un progetto di vita più ampio.
la fede come forza trasformatrice
Solo la fede nel Risorto può vincere il senso di impotenza di fronte alle prove quotidiane.
la chiamata a fidarsi e a ricominciare con consapevolezza
Il passo finale del richiamo pasquale invita a rispondere con fiducia a Gesù. La domanda sull’amore ha senso solo se poi c’è la disponibilità a seguirlo senza riserve. Questo implica mettere il Risorto al centro della propria esistenza e accettare di ricominciare, nonostante gli sbagli o le cadute.
Solo così il discepolo può essere autentico custode della fede, responsabile delle persone affidate e disponibile a donare vita fino all’ultimo giorno. È una chiamata che trova radici nei fatti antichi narrati dai luoghi sacri, ma ha concretezza nella vita quotidiana di ogni credente.
Il riconoscere il Risorto “quando non è più notte ma non è ancora giorno” è segno di speranza in una realtà non sempre nitida, ma che si illumina gradualmente. Il cammino diventa allora possibile anche tra dubbi e incertezze, accompagnati dalla voce di chi ha già sconfitto ogni ostacolo.
Nel 2025, questa Pasqua invita a rinnovare la presenza del Risorto dentro ogni storia personale e collettiva, a superare la paura della morte e della sconfitta e ad affrontare il cammino con passo fermo e speranza viva.