Dal lago Titicaca alla Biennale di Venezia le isole galleggianti degli Uros raccontano un patrimonio ancestrale

Dal lago Titicaca alla Biennale di Venezia le isole galleggianti degli Uros raccontano un patrimonio ancestrale

Il Perù presenta a Venezia l’installazione Living Scaffolding, che celebra le isole galleggianti degli Uros sul lago Titicaca, unendo tradizione ancestrale, architettura sostenibile e cultura locale in un dialogo tra uomo e natura.
Dal Lago Titicaca Alla Biennal Dal Lago Titicaca Alla Biennal
Il Perù presenta alla Biennale di Venezia "Living Scaffolding", un’installazione che celebra le isole galleggianti degli Uros sul lago Titicaca, unendo tradizione, architettura sostenibile e cultura ancestrale. - Gaeta.it

Il Perù torna a Venezia con un’installazione che porta in scena la particolarità delle isole galleggianti degli Uros. Questa presenza alla Biennale mette in luce lo stretto legame tra le comunità ancestrali che vivono sul lago Titicaca e l’ambiente naturale circostante. Un progetto che unisce tradizione e architettura attraverso tecniche tramandate da secoli, raccontando una modalità di vita unica al mondo.

L’origine e la vita sulle isole galleggianti degli Uros nel lago Titicaca

Nel cuore dell’altopiano andino si estende il lago Titicaca, il lago navigabile più alto del pianeta, situato tra Perù e Bolivia, ma è la regione di Puno quella che custodisce una tradizione antichissima: le isole galleggianti degli Uros. Queste isole non sono terra nel senso tradizionale, ma piattaforme costruite a mano, realizzate interamente con totora, una pianta acquatica autoctona che cresce sulle rive del lago. La loro consistenza spugnosa permette a queste isole di galleggiare e di assorbire le onde, creando un habitat stabile ma in movimento costante.

Una tecnica di sopravvivenza e armonia con l’ambiente

Gli Uros hanno sviluppato questa tecnica come risposta alla necessità di difendersi da possibili attacchi e di trovare un modo per vivere in armonia con un ambiente così particolare. Le case, anch’esse costruite in totora, respirano ed evolvono insieme alle isole, mantenendo un rapporto sostenibile con l’ambiente. La gestione delle isole richiede manutenzione continua: la totora si rinnova e si intreccia periodicamente per mantenere la struttura solida.

Lo stile di vita degli Uros ruota attorno a questa peculiarità: pesca, artigianato e turismo ne sono i pilastri. La loro cultura è legata a doppio filo con la natura, e il loro sapere è stato custodito e trasmesso di generazione in generazione. Il lago Titicaca non è solo un corpo d’acqua, ma un ecosistema vivente dove umanità e natura si specchiano e si sostengono reciprocamente.

Living scaffolding: l’installazione che racconta un dialogo tra architettura e cultura ancestrale

Living Scaffolding” è il nome dell’installazione che il Perù presenta quest’anno alla Biennale di Venezia, curata dall’architetto Alex Hudtwalcker assieme a Sebastian Cilloniz, José Ignacio Beteta e Gianfranco Morales. Il progetto nasce dalla fusione di due tradizioni del Titicaca: la manualità degli Uros nelle isole galleggianti e la profonda conoscenza nautica del popolo Aimara, esperto nella costruzione delle barche realizzate in totora capaci di affrontare anche acque oceaniche.

Simboli di costruzione collettiva e sostenibile

La struttura riprende due immagini fondamentali: l’arte dell’intreccio della totora, simbolo di costruzione collettiva e sostenibile, e l’impalcatura in legno che richiama sia le imbarcazioni tradizionali sia le palafitte veneziane. L’opera vuole essere un’esperienza immersiva in cui il visitatore può percorrere uno spazio che richiama le fondamenta invisibili di qualsiasi architettura, ma anche le basi su cui si fondano culture e civiltà.

Oltre alla struttura fisica, nel padiglione si trovano contenuti audiovisivi realizzati direttamente sulle sponde del lago Titicaca. Riprese delle isole galleggianti, interviste ai maestri artigiani e ai custodi delle tecniche antiche accompagnano gli spettatori alla scoperta di un sapere che continua a esistere, a tramandarsi e ad adattarsi nel tempo senza perdere la sua essenza.

Il progetto non si limita a rappresentare un patrimonio statico, ma evidenzia la natura mutevole e dinamica di questo modo di abitare. Qui l’architettura è viva, capace di trasformarsi per rispondere alle esigenze ambientali e sociali, rivelando così un modo di vivere che può offrire spunti a chi cerca nuove modalità di relazione con l’habitat naturale.

Il valore culturale e ambientale del padiglione peruviano alla biennale di venezia

In occasione della 18esima edizione della Biennale di Architettura di Venezia, che porta il titolo “Intelligens. Natural. Artificial. Collective.”, il padiglione del Perù si presenta come uno sguardo radicale sul rapporto tra sapere tradizionale e sostenibilità. La curatela affidata all’architetto José Orrego ha permesso al progetto di focalizzarsi su temi attuali: il dialogo tra conoscenze ancestrali e pratiche contemporanee, l’interconnessione tra cultura materiale, spiritualità e natura.

Il padiglione si inserisce nel dibattito attorno a nuovi modelli di abitare, in cui la complessità delle relazioni tra uomo e ambiente deve essere riscoperta, valorizzata e tutelata. La scelta di presentare un’architettura effimera, collettiva e costruita attraverso una materia naturale come la totora, invita a riflettere su quanto si possano trarre insegnamenti da forme di vita profondamente ancorate alla propria terra e al proprio territorio.

L’esperienza, sia fisica che metaforica, si traduce in un invito a riconoscere l’importanza delle radici culturali e dell’intelligenza collettiva per affrontare le sfide contemporanee. In un mondo in cui si cerca di ripensare gli spazi abitati in modo sostenibile, sapere e sensibilità come quelle degli Uros e Aimara acquistano un valore particolare.

Il futuro dell’installazione: dalla biennale al lago Titicaca, tra turismo e cultura

Dopo la presentazione veneziana, “Living Scaffolding” tornerà in Perù nel 2026, allestita direttamente sulle rive del lago Titicaca. Questa fase prevede un ciclo di conferenze e attività aperte al pubblico, mirate a consolidare il legame tra la cultura architettonica tradizionale, la comunità locale e il turismo consapevole.

Il progetto si propone di diventare un punto di riferimento per valorizzare non solo l’arte degli Uros, ma anche di rafforzare le connessioni con un turismo rispettoso, capace di mettere in luce la ricchezza culturale senza snaturarla. In questo modo, si dà continuità al percorso di promozione delle identità locali, che non si limitano a essere attrazioni turistiche, ma conservano una memoria viva e in trasformazione.

La presenza del padiglione peruviano a uno degli eventi culturali più importanti al mondo ha anche l’effetto di diffondere una conoscenza più ampia su queste comunità, spesso poco conosciute ma capaci di esprimere un rapporto originale con l’ambiente. Il ritorno sul lago Titicaca avrà così un impatto diretto, celebrando un patrimonio materiale e immateriale che rappresenta un esempio di convivenza sostenibile e creativa.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

    Visualizza tutti gli articoli
Change privacy settings
×