Dalla Sicilia a Torino, arrestata la banda di rapinatori specializzata in colpi a banche con oltre 110mila euro rubati

Dalla Sicilia a Torino, arrestata la banda di rapinatori specializzata in colpi a banche con oltre 110mila euro rubati

Cinque uomini di Palermo arrestati per due rapine a banche nel Torinese, con oltre 110mila euro sottratti; indagini coordinate tra Torino e Palermo grazie a videosorveglianza e analisi dettagliate.
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Cinque uomini di Palermo sono stati arrestati per due rapine a banche tra Osasio e Moncalieri (Torino) nel 2024, grazie a indagini coordinate tra forze dell’ordine di Piemonte e Sicilia. - Gaeta.it

La polizia ha fermato cinque uomini sospettati di aver organizzato e messo a segno due rapine a filiali bancarie tra Osasio e Moncalieri, nel Torinese, tra febbraio e marzo 2024. Il gruppo, originario di Palermo, aveva pianificato i colpi con attenzione, effettuando sopralluoghi per dettagliare ogni aspetto delle azioni criminali.

comportamento e organizzazione della banda di Palermo

Il gruppo criminale era composto da cinque italiani di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Le indagini hanno rivelato che viaggiavano separati prima e dopo i colpi per non attirare attenzioni. Durante le settimane delle rapine, hanno soggiornato nel capoluogo piemontese, mantenendo un profilo basso.

Per raggiungere gli obiettivi facevano uso di auto rubate con targhe false, una strategia studiata per eludere controlli e sorveglianze. Dopo aver messo a segno i colpi, si fermavano brevemente a Torino per dividere il bottino e poi tornavano in Sicilia utilizzando un’automobile non riconducibile a nessuno di loro, così da confondere ulteriormente le indagini.

Questa tattica dimostra un’esecuzione pianificata e coordinata, con l’intento di muoversi rapidamente tra due regioni lontane, evitando contatti diretti che avrebbero potuto comprometterli.

dettagli delle rapine e indagini condotte dai carabinieri

Le rapine sono risultate ben studiate e coordinate, con un bottino finale che supera i 110mila euro in contanti, sottratti a due filiali bancarie di Osasio e Moncalieri, entrambe aree nell’area torinese. I colpi sono avvenuti nei mesi di febbraio e marzo 2024.

Le autorità hanno raccolto elementi attraverso l’analisi dei filmati di videosorveglianza sia nelle banche colpite sia nei territori comunali limitrofi, confrontando diversi scenari per ricostruire spostamenti e modalità della banda. Questo metodo ha permesso di individuare i sospettati, a partire dai dettagli sulle vetture usate e sul modo in cui si muovevano.

Le attività di indagine sono state condotte dal nucleo investigativo del comando provinciale di Torino, con la collaborazione della compagnia carabinieri di Palermo Piazza Verdi, dimostrando un coordinamento tra le forze di polizia in sedi diverse, ma unite nella lotta contro i reati transregionali.

arresti e situazione detentiva dei membri della banda

L’operazione ha portato all’arresto di tutti i cinque sospettati, eseguendo ordinanze di carcere emesse dall’autorità giudiziaria. Quattro sono stati portati nel carcere Pagliarelli, noto anche come “Lorusso“, nella città di Palermo. Il quinto, uno dei due quarantenni, era già in custodia presso il carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino per altri motivi e vi è stato raggiunto dalla nuova misura cautelare.

Questo doppio punto di detenzione riflette lo stato delle indagini e le misure adottate per limitare ulteriori rischi di fuga o compromissioni del processo. I risultati emersi rappresentano un esempio di collaborazione efficace tra regioni distanti, rispondendo a fenomeni di criminalità che superano i confini amministrativi.

impatto e ricadute delle operazioni contro la criminalità organizzata

L’arresto della banda evidenzia la capacità delle forze dell’ordine di intercettare movimenti criminali che utilizzano strategie di spostamento tra centri urbani lontani, organizzando colpi in modo da ridurre il rischio di rilevamento immediato.

Il recupero della maggior parte del bottino dimostra il proseguimento delle investigazioni anche dopo le rapine, con l’obiettivo di restituzione quanto più possibile dei fondi sottratti. La vicenda sottolinea come l’attenzione sul territorio, unita a strumenti tecnologici come la videosorveglianza, rappresenti un nodo centrale per il contrasto dei reati commessi da bande itineranti.

Il caso inoltre mette in luce come la criminalità può estendere la propria azione, partendo da regioni del sud per colpire in zone del nord Italia, attraversando diverse province e sconfinando in territori lontani, generando attività che richiedono interventi precisi e tempestivi da parte delle forze dell’ordine.

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