Dalle tasse alle cartelle fino ai contributi: tutto i debiti che cadono in prescrizione nel 2025

Dalle tasse alle cartelle fino ai contributi: tutto i debiti che cadono in prescrizione nel 2025

Quali pagamenti si prescrivono nel 2025? Quali pagamenti si prescrivono nel 2025?
Dalle tasse alle cartelle fino ai contributi: tutto i debiti che cadono in prescrizione nel 2025 gaeta.it

Sapevi che molti debiti cadranno in prescrizione nel 2025? Tutto quello che c’è da sapere al riguardo.

Il nuovo anno ormai è alle porte e giungono buone notizie per i contribuenti. In tanti infatti stanno attendendo con ansia l’arrivo del 2025 per la prescrizione di molti debiti. La prescrizione dei debiti però non è così scontata. Per la sua decorrenza infatti è necessario che il creditore non compia alcun atto interruttivo formale, ad esempio dei solleciti di pagamento.

Ogni anno alcuni contribuenti vengono letteralmente fatti salvi dalla prescrizione, ecco dunque cosa c’è da sapere per il prossimo anno. Ogni diritto si prescrive in un tempo diverso e prestabilito ad hoc della legislatore, tuttavia è importante conoscere alcune regole specifiche prima di conoscere i calcoli e dei tempistiche.

Tutti i debiti che cadono in prescrizione nel 2025

La prescrizione ordinaria è di 10 anni quella breve di 5, la prescrizione presuntiva di 6 mesi.  La prescrizione si azzera e viene ricalcolata ad ogni atto interruttivo, si pensi ad esempio alle diffide o ai solleciti di pagamento notificati a mezzo pec o raccomandate.

Prescrizione 2025: cosa cambia
Tutti i debiti che cadono in prescrizione nel 2025 gaeta.it

La prescrizione in genere estingue il debito. Significa che dopo un certo lasso temporale, il creditore non può più pretendere il pagamento del credito, anche qualora dimostrasse di averne diritto. Tuttavia, esiste anche la prescrizione presuntiva che non ha un effetto così radicale. Con la prescrizione presuntiva, i debiti si considerano soddisfatti solo fino a prova contraria.

Per il 2025 non ci sono variazioni importanti in materia di prescrizione. Tuttavia, sono state sancite delle modifiche. Ci sarà infatti la cancellazione automatica di tutte le prestazioni non esigibili. Restando in tema di cartelle esattoriali, la giurisprudenza deve chiarire ulteriormente il tema della proroga dei termini di accertamento disposta nel corso della pandemia.

Infatti, in piena emergenza Covid 19 l’Agenzia delle Entrate-riscossione ha avuto a disposizione un lasso di tempo più ampio per portare a compimento le procedure di accertamento. Nella fattispecie è stata sancita una sospensione dei termini dall’8 marzo 2020 al 31 maggio 2020, con uno slittamento totale di 85 giorni del periodo previsto dalla legge. Le norme emanate nel periodo emergenziale, secondo i tribunali dovrebbero riferirsi soltanto a quelli in scadenza nel periodo indicato.

Nel 2025 si prescriveranno, dunque, tutti i debiti risalenti al 2020 al 2019 che sono soggetti a prescrizioni di 5 anni che sono:

  • Bollette del telefono;
  • omessa dichiarazione dei redditi;
  • canone di locazione;
  • multe stradali;
  • spese condominiali ordinarie;
  • spese di ristrutturazione;
  • indennità di fine lavoro, tra cui il Tfr;
  • interessi bancari;
  • risarcimenti danni derivanti da fatti illeciti;
  • annualità di rendite perpetue o vitalizie (debiti con le assicurazioni);
  • utili dei soci in azienda;
  • abbonamenti (come servizi di streaming, paytv);
  • titoli di Stato emessi al portatore;
  • alimenti e assegno di mantenimento;
  • tasse e imposte dovute agli enti locali (Imu, Tari, Icp, Tosap, Dpa, tassa di soggiorno, Ipt);
  • contributi dovuti all’Inps e all’Inail;
  • cartelle esattoriali relative ai tributi che si prescrivono in 5 anni;
  • interessi sulle imposte con prescrizione quinquennale;
  • alcuni crediti derivanti dal rapporto di lavoro (stipendi, differenze retributive, tredicesima, quattordicesima, indennità sostituiva di preavviso).
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