Dopo una lunga carriera nelle istituzioni e un’importante formazione accademica, Daria Perrotta è stata ufficialmente indicata dal governo come nuovo Ragioniere generale dello Stato. Questa nomina rappresenta non solo un traguardo personale per Perrotta, ma anche una storica affermazione di gender equity all’interno di una carica governativa di rilevante importanza, sotto la supervisione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
La successione a Biagio Mazzotta
L’approvazione della nomina di Daria Perrotta è avvenuta durante il Consiglio dei ministri e ora attende il parere della Corte dei Conti prima di potersi insediare ufficialmente nel suo nuovo ruolo. La posizione della Ragioneria generale dello Stato diventa vacante dopo le dimissioni di Biagio Mazzotta, che ha deciso di concentrare i suoi sforzi sulla presidenza di Fincantieri. Questa transizione ha sollevato un acceso dibattito politico, specialmente all’interno della coalizione di governo, dove il Partito Democratico ha accusato l’esecutivo di attuare pratiche di spoil system.
In particolare, Mazzotta è stato oggetto di critiche per la gestione del Superbonus, un incentivo statale per ristrutturazioni ed efficientamento energetico, che ha pesantemente inciso sul bilancio pubblico. Le accuse si sono concentrate sull’impossibilità da parte di Mazzotta di prevedere le conseguenze finanziarie e il costo intrinseco del provvedimento, generando un acceso scontro politico che ora si traduce in un cambio di leadership all’interno della Ragioneria.
Un percorso professionale d’eccellenza
Nata nel 1977 e diplomata al liceo Massimo di Roma, lo stesso che ha formato figure illustri come Mario Draghi, Daria Perrotta ha un curriculum accademico di tutto rispetto, con lauree in Scienze politiche e Giurisprudenza, e un master in Econometria applicata. La sua carriera professionale si è sviluppata quasi interamente nelle istituzioni pubbliche, iniziando nel 2000 come documentarista per la Commissione Bilancio, dove è rimasta per ben vent’anni.
Durante questo lungo periodo, ha avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con personalità di spicco della politica italiana, tra cui Giancarlo Giorgetti, che l’ha recentemente voluta al Ministero dell’Economia come direttrice dell’ufficio legislativo. Ma la sua esperienza non si limita a questo incarico: Perrotta ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità all’interno di diversi governi. È stata consigliere giuridico della ministra per le Riforme Maria Elena Boschi nell’esecutivo Renzi, ha coordinato le attività dell’Ufficio di Segreteria del Consiglio dei ministri nel primo governo Conte, ed è stata anche consigliere per gli Affari economici di Dario Franceschini, allora ministro della Cultura.
In aggiunta, Perrotta ha servito come capo di gabinetto di Roberto Garofoli durante il governo Draghi, e ha maturato un’importante esperienza anche come sostituto procuratore generale presso la Procura lombarda della Corte dei Conti. Attualmente, svolge anche il ruolo di presidente del collegio dei revisori dei conti del CONI e presidente del comitato di indirizzo strategico del Fondo Repubblica digitale, che promuove l’innovazione e la digitalizzazione nel settore pubblico.
Un passo avanti per le donne nella politica italiana
La nomina di Daria Perrotta come Ragioniere generale dello Stato rappresenta un importante passo avanti nella lotta per la rappresentanza femminile all’interno delle istituzioni italiane. La presenza di una donna in una posizione di così alto rilievo non solo incoraggia le future generazioni a intraprendere carriere in ambito pubblico, ma sottolinea anche l’impegno del governo verso la parità di genere, un tema di crescente rilevanza in tutti gli ambiti della società.
Perrotta, con la sua esperienza e preparazione, si trova ora a dover affrontare sfide significative, non solo per garantire la stabilità finanziaria dello Stato, ma anche per contribuire a un cambiamento culturale profondo riguardo il ruolo delle donne nelle istituzioni. La sua nomina potrebbe quindi segnare un nuovo capitolo per l’Italia, dove la professionalità e merito vengono finalmente riconosciuti, indipendentemente dal genere.