Dati allarmanti sul sovraffollamento delle carceri italiane: oltre 61.000 detenuti a luglio 2023

Dati allarmanti sul sovraffollamento delle carceri italiane: oltre 61.000 detenuti a luglio 2023

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Dati allarmanti sul sovraffollamento delle carceri italiane: oltre 61.000 detenuti a luglio 2023 - Gaeta.it

La condizione di sovraffollamento delle carceri italiane continua a destare preoccupazione. Con oltre 61.000 detenuti a luglio 2023, la situazione appare critica, evidenziata dai dati ufficiali presentati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale in audizione al Senato. Questo articolo analizza i numeri, le cause e le implicazioni del sovraffollamento nei penitenziari italiani.

Le cifre del sovraffollamento: un indice critico a livello nazionale

Attuale situazione carceraria in Italia

Al 31 luglio 2023, il numero totale dei detenuti nelle 190 carceri e 17 istituti penali minorili in Italia è salito a 61.140, generando un preoccupante indice di sovraffollamento del 130,06%. La capienza attualmente disponibile nelle strutture penitenziarie è di 46.982 posti, contro una capienza progettuale di 51.269, evidenziando un deficit di 4.262 posti. Tale sovraffollamento è accentuato dalla chiusura di diverse aree nelle strutture, come nel caso dell’istituto di SAN VITTORE, dove l’indice di affollamento raggiunge addirittura il 231,15%.

Una realtà disomogenea tra le regioni

Il problema del sovraffollamento non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Sono ben 150 gli istituti, corrispondenti al 79% del totale, che superano i limiti di affollamento considerate accettabili, con 50 di questi che registrano un affollamento superiore al 150%. Solo tre regioni si trovano al di sotto dei parametri stabiliti. PUGLIA, BASILICATA, LOMBARDIA, VENETO e LAZIO registrano valori allarmanti: 165,37%, 150,99%, 151,50%, 145,54% e 144,05% rispettivamente. Questi dati mettono in luce una situazione strutturale che necessiterebbe di interventi urgenti.

Le cause del sovraffollamento: criticità strutturali e logistiche

L’impatto dell’inagibilità delle strutture

Il Garante sottolinea che gran parte del sovraffollamento è dovuto all’inagibilità di diverse camere di pernottamento e intere sezioni degli istituti. Questa condizione non solo riduce il numero di posti disponibili, ma incrementa la pressione sugli spazi già ristretti. In contesti come quello di SAN VITTORE, le condizioni fatiscenti comportano una gestione complessa e rischiosa della popolazione detenuta.

La necessità di interventi mirati

Data la situazione critico-strutturale, il Garante ha suggerito che gli interventi legislativi pianificati in tema di edilizia penitenziaria debbano essere orientati in modo logisticamente mirato, affrontando il divario tra la capacità effettiva e quella regolamentare. La distribuzione della popolazione carceraria non può essere omogenea senza considerare la necessità del mantenimento della relazione tra detenuti e le rispettive famiglie, complicando ulteriormente le soluzioni.

Detenuti stranieri nelle carceri italiane: una questione da affrontare

Numeri e profili dei detenuti

Un altro aspetto preoccupante dei dati è il numero significativo di detenuti stranieri, che attualmente ammonta a 19.151, pari al 31,33% della popolazione carceraria totale. Di questi, 2.787 sono cittadini dell’Unione Europea, mentre 16.364 provengono da paesi extracomunitari. Questo fenomeno non solo solleva questioni legali e politiche, ma rende anche più complesso il sistema penitenziario, richiedendo risorse e supporto specifico per la gestione di questa parte della popolazione detenuta.

Implicazioni per la politica carceraria

La presenza di un numero così elevato di detenuti stranieri pone sfide aggiuntive al sistema penale e richiede interventi specifici per garantire il rispetto dei diritti e un’adeguata integrazione durante e dopo il periodo di detenzione. È imperativo che le autorità considerino politiche di riforma che affrontino questo tema, oltre a quello del sovraffollamento, per assicurare che i diritti umani siano rispettati e i detenuti abbiano accesso a servizi adeguati.

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