Il Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro ha recentemente reso noti i dati relativi alle cause trattate nel corso del 2024. Con un totale di 111 cause chiuse, evidenzia un leggero calo rispetto all’anno precedente, insieme a un numero di processi pendenti in aumento. Questa analisi si è svolta durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario, un evento che ha raccolto personalità di spicco e rappresentanti della Chiesa calabrese.
Risultati delle cause trattate nel 2024
Nel 2024, il Teic ha visto la decisione di 111 cause, dieci in meno rispetto all’anno precedente. Di queste, 117 sono state le cause introdotte nel corso dell’anno, segnando un calo di nove rispetto al 2023. La maggior parte delle cause ordinarie ha quindi portato a una sentenza, mentre tre cause sono state archiviate per perenzione, ossia per mancanza di atti da parte delle parti coinvolte, portando all’estinzione dei relativi processi. Alla fine dell’anno, i processi pendenti ammontavano a 137, un numero in crescita rispetto ai 134 dell’anno precedente.
Particolare attenzione merita il numero di processi “Breviores”, che sono stati sette e gestiti dal vescovo-giudice unico delle diocesiane calabresi. Questi processi hanno mostrato una celerità nel loro svolgimento, dimostrando l’impegno della Chiesa locale nel garantire una risposta tempestiva e adeguata alle richieste giuridiche. Tra le sentenze emesse, è stata dichiarata la nullità di un matrimonio considerando le modalità di celebrazione ritenute non valide. Questo aspetto sottolinea l’attenzione riservata all’integrità degli istituti matrimoniali come parte fondamentale della giurisdizione ecclesiastica.
Cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario
L’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Teic e del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro d’appello si è svolta presso l’Aula magna “Mons. Vittorio Luigi Mondello” del Seminario Arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria. L’evento ha coinvolto relatori di rilievo, tra cui monsignor Vincenzo Varone e monsignor Erasmo Napolitano, rappresentanti rispettivamente dei due organismi giuridici.
Monsignor Claudio Maniago, moderatore del Teica, ha affermato che, sebbene il numero di cause in appello non sia elevato, il gruppo di lavoro operante è affiatato e lavora in armonia con il Teic. Questa sinergia ha portato a un servizio giuridico svolto in tempi ragionevoli. Maniago ha enfatizzato l’importanza della prossimità alle persone, un valore che la Chiesa ha cercato di promuovere nel tempo, supportata dall’invito costante del Papa a mantenere aperto il dialogo con la società .
Terminate le dichiarazioni iniziali, la cerimonia ha visto la prolusione di Domenico Bilotti, esperto di Diritto Canonico e Matrimoniale, il quale ha affrontato il tema della relazione tra Chiesa e Stato nell’amministrazione della giustizia ecclesiastica. Il suo intervento ha messo in evidenza i requisiti necessari per un dialogo efficace quale strumento a servizio delle strutture giuridiche.
Le cause di nullità e l’importanza della giustizia canonica
Tra le cause di nullità , il “grave difetto di discrezione di giudizio” ha occupato il primo posto, seguito da altre ragioni come l’ “esclusione della prole”, l’ “esclusione dell’indissolubilità del vincolo”, l’ “errore sulla qualità della persona” e l’ “esclusione della fedeltà ”. Questi motivi testimoniano la complessità delle questioni che gli ecclesiastici si trovano ad affrontare e la necessità di un rigoroso esame di ogni caso.
La cerimonia è giunta al termine con il giuramento di fedeltà dei giudici e degli operatori dei due tribunali ecclesiastici. Monsignor Varone ha concluso la giornata sottolineando come la giustizia canonica, ispirata dal principio dell’aequitas, si inserisca nel contesto di un servizio alla persona e alla sua salvaguardia. La missione quotidiana di questi organi giuridici è, infatti, quella di cercare un significato e un senso nella vita, guidando le persone attraverso le norme stabilite dal Codice di Diritto canonico, orientato alla tutela del benessere dell’individuo.