Il mondo della poesia italiana si trova al centro di una polemica in seguito alle dimissioni del poeta Davide Rondoni dalla giuria del Premio Flaiano. Il controverso episodio risalta le tensioni all’interno della giuria stessa, con accuse di cattiva gestione e malintesi che hanno sollevato interrogativi sulla serietà del premio. Rondoni ha deciso di prendere una posizione in merito alle modalità con cui è stato amministrato il premio, generando un acceso dibattito sia tra i membri della giuria sia tra il pubblico.
Le dimissioni di Davide Rondoni dalla giuria
Il poeta Davide Rondoni ha rassegnato le sue dimissioni dalla giuria del Premio Flaiano nel giugno 2024, esprimendo il suo disaccordo con le decisioni prese. Non si è trattato di un “allontanamento” forzato, come è stato riportato, ma di una scelta consapevole di dissociarsi da una gestione che lui stesso ha definito ridicolizzante per la giuria e per il prestigioso premio. Il suo malcontento è nato soprattutto dalla decisione di introdurre all’ultimo momento un “premio speciale” per la poesia, della quale una parte significativa della giuria non era stata informata.
Rondoni ha sottolineato come tali azioni abbiano minato la credibilità e l’integrità del premio. La sua decisione di dimettersi è stata dettata dalla volontà di tutelare la dignità della poesia e della giuria stessa. Secondo Rondoni, una competizione di poesia dovrebbe essere trattata con serietà, senza ricorrere a pratiche che possono sembrare provinciali e che compromettono la qualità artistica dell’evento.
La mancata consegna del premio
Un altro aspetto che Rondoni ha messo in evidenza è la mancata consegna del premio in denaro promesso alla poetessa Silvia Bré, vincitrice di questo “premio speciale”. Questo fatto ha ulteriormente aggravato la sua decisione di lasciare la giuria, poiché rafforza l’idea che ci siano delle disfunzionalità nella gestione del Premio Flaiano. La mancanza di trasparenza e di rispetto nei confronti dei vincitori non è solo una questione di cattiva amministrazione, ma un segnale di scarsa considerazione verso il lavoro degli artisti.
Le contestazioni sollevate da Rondoni non si limitano solo alla gestione del premio, ma si estendono a un clima generale che, secondo lui, rende la poesia poco attraente per le nuove generazioni. Questo problema è aggravato dalla presenza di figure che, come lui stesso ha detto, possono essere considerate “omuncoli e quaquaraqua”, che non portano un reale contributo al mondo poetico.
Le conseguenze delle dimissioni
Dopo le sue dimissioni, Rondoni ha affrontato minacce di querele da parte della presidente del premio, un fatto che lui ritiene essere una reazione sproporzionata e indicativa della tensione all’interno della giuria. Ha affermato che, nonostante le intimidazioni, continuerà a esprimere le sue opinioni e a cercare di mantenere alti gli standard della poesia. La minaccia di “non presentarsi alla premiazione” ha lasciato intendere che la sua assenza rappresenterebbe un atto politico e di protesta contro una gestione inadeguata.
In aggiunta, Rondoni ha rivelato che le lettere e i testi di altri giurati, che stigmatizzavano le problematiche emerse, non sono stati resi pubblici dall’Organizzazione del Premio. Questo silenzio ha ulteriormente alimentato le speculazioni sul funzionamento interno della giuria e sulla serietà delle sue decisioni.
Un appello alla serietà nella poesia
La questione toccata da Rondoni serve come stimolo per una riflessione più profonda sulla poesia e sulle sue istituzioni. La sua denuncia non è un mero sfogo, ma un richiamo a garantire che il mondo della poesia rimanga un ambito serio e rispettato. L’idea che i giovani abbandonino la poesia a causa di conflitti e problemi interni è preoccupante e rappresenta un campanello d’allarme per tutti coloro che amano questo art.
Rondoni cerca di porre l’accento sulla necessità di una rinnovata attenzione alla qualità e alla responsabilità nella gestione dei premi letterari. L’incredulità e la frustrazione espresse nel suo discorso evidenziano quanto sia vitale per il futuro della poesia avere giurie e premi che onorino il talento degli artisti e che non cedano a dinamiche opportunistiche o scandalistiche. La strada da percorrere per una vera valorizzazione della poesia è ancora lunga, ma la voce di Rondoni rappresenta un importante passo verso questa direzione.
Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina