Dazi americani: preoccupazioni per l’export marchigiano e il futuro delle piccole imprese italiane

Dazi americani: preoccupazioni per l’export marchigiano e il futuro delle piccole imprese italiane

Le piccole e medie imprese marchigiane temono gravi perdite a causa dei dazi americani, con stime di contrazione del PIL locale e necessità di esplorare nuovi mercati per mitigare i danni.
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Dazi americani: preoccupazioni per l’export marchigiano e il futuro delle piccole imprese italiane - Gaeta.it

L’introduzione dei dazi americani ha destato preoccupazioni significative tra le piccole e medie imprese italiane, in particolare quelle delle Marche. I presidenti dell’Associazione Nazionale Franchising, Paolo Silenzi e Moreno Bordoni, hanno sollevato allarmi riguardo le possibili ripercussioni sul sistema produttivo locale. I settori trainanti del Made in Italy, come moda e arredamento, potrebbero subire danni considerevoli a causa delle nuove tariffe, che entreranno in vigore il 9 aprile, fissate al 20% per le importazioni provenienti dall’Unione Europea.

La situazione economica delle Marche e l’impatto dei dazi

Secondo i dati forniti dall’Istat e analizzati dal Centro Studi Cna Marche, il mercato delle esportazioni della regione marchigiana è tra i più rilevanti a livello nazionale. Nel 2024, le esportazioni marchigiane verso gli Stati Uniti sono state valutate intorno a 1,2 miliardi di euro, rendendo il mercato americano il terzo per importanza dopo Francia e Germania. Tra i prodotti maggiormente esportati si trovano farmaceutici, macchinari e articoli di moda, che rappresentano una parte vitale dell’identità economica marchigiana.

La preoccupazione principale riguarda i macchinari, i veicoli e le calzature, prodotti che, secondo l’analisi di Cna Marche, saranno fortemente colpiti dai nuovi dazi. A differenza di altri settori, come quelli alimentari e di arredamento, che potrebbero resistere meglio nel lungo periodo, i beni strumentali dei marchigiani potrebbero vedere un forte calo nelle vendite sul mercato americano.

Previsioni sul PIL e turbolenze geopolitiche

Uno studio condotto dall’Università di Macerata stima che, a causa delle nuove imposizioni tariffarie, il Pil delle Marche potrebbe subire una contrazione di circa 98 milioni di euro nel 2025 e di 123 milioni nel 2026, registrando una diminuzione dell’0,2%. Questa stima si inserisce in un contesto di turbolenze geopolitiche globali, le quali non si erano mai manifestate così intensamente negli ultimi anni.

La Cna Marche ha espressamente indicato come queste misure di tutela da parte dell’amministrazione americana potrebbero necessitare di rinegoziazione per evitare strascichi nocivi sulle economie statunitensi e europee. Gli imprenditori marchigiani sono preoccupati per una eventuale guerra commerciale che, a lungo termine, potrebbe danneggiare non solo le esportazioni, ma anche l’intero tessuto economico locale.

Opportunità in nuovi mercati e collaborazione

In risposta a questa crisi, Cna Marche ha sottolineato la necessità di esplorare nuovi mercati, in particolare nell’area Indo-Pacifica, territorio potenzialmente ricco di opportunità commerciali. L’associazione sta già portando avanti iniziative in questo ambito in collaborazione con la Regione e la Camera di Commercio.

Le aziende marchigiane hanno l’occasione di non solo adattarsi ai nuovi scenari commerciali, ma anche di ridurre il peso burocratico che interessa l’Unione Europea. Cna Marche richiede una maggiore attenzione affinché si possano eliminare i freni allo sviluppo economico che si sono accumulati negli ultimi anni, consentendo così una crescita della produttività e migliorando la competitività delle imprese.

La situazione rimane fluida e le imprese marchigiane continuano a navigare in un mare di incertezze, consapevoli che il tempo a disposizione per agire sta rapidamente esaurendosi.

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