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Le possibili nuove imposizioni di dazi da parte della Cina sui formaggi provenienti dall’Unione Europea stanno sollevando preoccupazioni tra i produttori italiani, in particolare per il grana padano. Recenti dichiarazioni di Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano, rivelano come tali decisioni potrebbero avere un impatto significativo sulle esportazioni e sull’economia agricola europea.
La posizione della Cina e l’importanza del mercato
Dazi e loro ripercussioni
Le relazioni commerciali tra Cina e Unione Europea sono da tempo complicate da tensioni politiche e commerciali. Le recenti minacce di imporre dazi sui prodotti caseari europei hanno creato un clima di incertezza tra gli esportatori. Berni ha sottolineato che un’eventuale decisione da parte della Cina penalizzerebbe non solo le esportazioni italiane, ma anche quelle di altri paesi, in particolare la Francia, molto attiva nel settore dei formaggi. Sebbene l’export di grana padano in Cina non sia attualmente molto elevato, si tratta di un mercato in rapida espansione, e ogni forma di limitazione rappresenterebbe una fitta alla crescita del settore.
La crescita dell’importazione di formaggi in Cina
Il mercato cinese ha dimostrato un crescente interesse per i prodotti caseari di alta qualità , rendendo essenziale per i produttori europei mantenere buone relazioni commerciali. Berni ha evidenziato che la crescita delle vendite in Cina è significativa e che, nonostante le attuali esportazioni di grana padano in quantità non rilevanti, sarebbe un errore sottovalutare le potenzialità di espansione nel paese. La competitività degli altri paesi, che già esportano grandi quantità di prodotti caseari in Cina, rappresenta una seria minaccia per l’industria italiana.
Esperienze passate e il timore di nuovi dazi
Blocco commerciale in Russia
Il direttore del Consorzio ha ricordato esperienze passate che hanno avuto un impatto devastante sul settore caseario italiano. Ad esempio, nel 2014, la Russia impose un blocco sulle importazioni di prodotti caseari da diversi paesi, inclusa l’Italia, in risposta alla crisi della Crimea. Quel blocco ha causato la cancellazione di un mercato promettente, portando a perdite significative per i produttori, con circa 50.000 forme di grana padano esportate annualmente fino a quel momento.
Dazi durante l’amministrazione Trump
Un’altra esperienza significativa è stata quella degli aumenti dei dazi imposti dall’amministrazione Trump, che colpirono in modo particolare i prodotti caseari europei. Gli alti dazi, mirati a proteggere l’industria nazionale statunitense, hanno avuto ripercussioni negative anche sui mercati esteri, ostacolando la competitività dei prodotti italiani.
Iniziative per tutelare le esportazioni italiane
Eventi internazionali e opportunità di dialogo
In vista delle inquietudini legate alla questione dei dazi, Berni ha dichiarato che il Consorzio è pronto a fare il massimo per tutelare gli interessi dei produttori. Un’importante occasione sarà il G7 Agricolo che si terrà in Sicilia, dal 21 al 28 settembre. Durante l’evento, i prodotti DOP, compreso il grana padano, saranno protagonisti e ci sarà l’opportunità di dialogare con i leader politici e i rappresentanti delle istituzioni per cercare di scongiurare l’imposizione di nuovi dazi.
Impegno per la libera scelta del consumatore
Berni ha ribadito il concetto di libera scelta del consumatore, sottolineando l’importanza di fornire informazioni corrette sui prodotti e i prezzi. L’equità nei prezzi è fondamentale, e l’industria casearia si sta battendo affinché i costi aggiuntivi, derivanti da politiche commerciali, non abbiano ripercussioni negative sulla capacità di spesa dei consumatori. Un ambiente commerciale giusto e trasparente è vitale per garantire la competitività del grana padano e degli altri prodotti caseari italiani nel mercato globale.