Dazi commerciali in forte aumento: Trump smentisce la pausa e minaccia nuove tariffe

Dazi commerciali in forte aumento: Trump smentisce la pausa e minaccia nuove tariffe

Trump smentisce la pausa sui dazi commerciali, alimentando l’incertezza nei mercati e minacciando nuove tariffe sulla Cina, mentre cresce il timore di una guerra commerciale tra le due potenze.
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Dazi commerciali in forte aumento: Trump smentisce la pausa e minaccia nuove tariffe - Gaeta.it

La situazione economica internazionale è in fermento a causa delle recenti dichiarazioni di Donald Trump riguardo ai dazi commerciali. Dopo che per pochi minuti si era sparsa la voce di una possibile pausa di 90 giorni su queste misure, la Casa Bianca ha prontamente smentito la notizia, ripristinando una crescente incertezza nei mercati finanziari. Questo sviluppo si inserisce all’interno di un contesto già particolarmente teso, in cui gli scambi tra Stati Uniti e Cina sono segnati da reciprocità di tariffe, che minacciano di innescare una guerra commerciale.

Nessuna pausa di 90 giorni sui dazi

Martedì 7 febbraio, Kevin Hassett, consigliere economico del presidente Trump, aveva parlato di una ipotetica pausa di 90 giorni sui dazi commerciali, lasciando intravedere una possibile distensione. Tuttavia, poco dopo, la Casa Bianca ha etichettato tale informazione come “fake news”, ribadendo la posizione della Casa Bianca. L’assenza di un ripensamento da parte dell’amministrazione Trump è parsa chiara. Non solo è stata confermata la durata delle attuali tariffe reciproche, ma si profila anche l’arrivo di nuove misure contro Pechino.

La reazione immediata da parte dei mercati è stata di forte pessimismo. Dopo una breve fase di incertezze, gli indici di borsa hanno registrato ribassi significativi, continuando a seguire il trend negativo avviato dal 2 aprile, giorno in cui il presidente ha annunciato l’implementazione delle tariffe. La smentita della Casa Bianca ha confermato che la strategia commerciale di Trump non cambia e i mercati sembrano rispondere con timore.

La minaccia di tariffe aggiuntive sul commercio con la Cina

Con l’inasprirsi della situazione commerciale, Trump ha espresso chiaramente le sue intenzioni verso Pechino. In un messaggio pubblicato sulla piattaforma Truth Social, ha minacciato che se la Cina non ridurrà i dazi del 34% sulle merci statunitensi entro l’8 aprile, gli Stati Uniti potrebbero implementare nuovi aumenti del 50% a partire dal 9 aprile. L’affermazione pone quindi un ulteriore tassello nella crescente tensione tra i due paesi, suggerendo che una guerra commerciale stia diventando sempre più probabile.

Alle spalle di questa escalation, la Cina ha già reagito introducendo dazi significativi sui prodotti americani, complicando ulteriormente la situazione. L’influenza di queste misure è già visibile nei mercati, in un contesto dove gli operatori economici e i governi mondiali auspicano una risoluzione pacifica delle divergenze.

Ripercussioni sui mercati e attacchi a figure chiave

I timori legati alla strategia dei dazi si riflettono in diverse aree. L’indice S&P 500 ha subito un calo di oltre il 10% in una manciata di giorni, impegnolandosi a mantenere una soglia psicologica critica come quella dei cinquemila punti. Le affermazioni di leader di settore, come Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, mettono in evidenza le preoccupazioni legate all’isolazionismo economico dell’amministrazione Trump, che non sembrano trovare ascolto.

In un clima di incertezze, anche Elon Musk, noto imprenditore e CEO della Tesla, ha manifestato preoccupazioni riguardo alla direzione presa da Washington. In risposta, Peter Navarro, consigliere per il commercio della Casa Bianca, non ha esitato a criticarlo definendolo “un assemblatore di auto”. In questo modo, la tensione sul fronte commerciale si riflette anche nelle dinamiche interne della politica statunitense, dove le posizioni degli investitori e dei leader del settore sono oggetto di attacco.

Nel frangente, la Federal Reserve ha convocato una riunione a porte chiuse, evidenziando la necessità di gestire una situazione tanto delicata, il cui impatto potrebbe estendersi a diverse aree dell’economia globale. La situazione resta quindi in evoluzione, con prospettive di interventi tempestivi da parte delle autorità economiche.

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