Dazi del 25%: Tesla si salva meglio dei concorrenti, ma il rischio persiste

Dazi del 25%: Tesla si salva meglio dei concorrenti, ma il rischio persiste

I dazi del 25% sui veicoli importati negli Stati Uniti mettono in difficoltà le case automobilistiche tradizionali, mentre Tesla si mostra più resiliente grazie alla sua produzione interna.
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Dazi del 25%: Tesla si salva meglio dei concorrenti, ma il rischio persiste - Gaeta.it

L’annuncio dei dazi del 25% sui veicoli importati in America ha acceso un dibattito acceso nel settore automotive. I nuovi provvedimenti voluti dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno ripercussioni diverse per le varie case automobilistiche. Tesla, sotto la guida di Elon Musk, potrebbe risentire meno di queste misure rispetto ai suoi storici rivali come Ford e General Motors. Tuttavia, Musk stesso ha avvertito che l’impatto dei dazi sarà significativo.

Impatto sui rivali storici

Le nuove tariffe sui veicoli importati colpiscono particolarmente i produttori tradizionali con forti legami con il Canada e il Messico. L’analista Edison Yu, di Deutsche Bank, ha delineato un quadro chiaro: Tesla, con la sua linea di produzione completamente situata negli Stati Uniti, presenta una posizione avvantaggiata. Al contrario, aziende come General Motors, che già importa circa il 40% dei suoi veicoli da paesi esteri, sono destinate a subire gravi perdite.

In un’analisi approfondita, Ryan Brinkman di JPMorgan ha segnalato che GM potrebbe affrontare riduzioni di fatturato fino a 14 miliardi di dollari a causa delle nuove tariffe. La vulnerabilità di queste case automobilistiche risulta evidente quando si compara il loro modello di business con quello di Tesla, il quale ha scelto di produrre direttamente negli Stati Uniti, evitando così l’esposizione diretta ai dazi.

La risposta di Tesla e il suo posizionamento

Elon Musk ha affermato su X che Tesla “NON è immune” dalle nuove politiche tariffarie. Nonostante ciò, l’azienda si aspettava che le uniche parti importate a rischio siano i cablaggi dal Messico. Gli analisti di Deutsche Bank prevedono che Tesla dovrà aumentare i prezzi delle auto solo dell’1,8% per coprire i costi delle tariffe. Questo aumento è nettamente inferiore rispetto alle richieste stimate per i suoi rivali, che potrebbero dover elevare i prezzi di almeno il 5,8%.

L’analisi suggerisce che il posizionamento strategico di Tesla non solo la protegge dalle tariffe sui veicoli, ma la rende meno vulnerabile all’influenza delle fluttuazioni del mercato globale. Questo è un punto cruciale, considerando che il 51% dei ricavi di Tesla proviene da vendite internazionali, con la possibilità che reazioni commerciali da parte di altri stati possano influenzare negativamente la performance complessiva dell’azienda.

Reazioni del mercato e comparazione con altre case automobilistiche

Negli scambi di lunedì scorso a New York, le azioni di Tesla hanno visto un incremento del 4%, in contrasto con la discesa delle azioni delle case automobilistiche tradizionali come Ford , General Motors e Stellantis . Anche i titoli di marchi europei con forti interessi nel mercato statunitense, come Ferrari e Mercedes, hanno subito perdite, evidenziando una reazione negativa generalizzata nel settore.

Analisti di Bernstein, guidati da Daniel Roeska, hanno sintetizzato la situazione affermando: “Tesla vince, Detroit sanguina.” Questa situazione sottolinea come Tesla sembri uscire rafforzata da uno scenario che potrebbe invece minare significativamente la capacità di guadagno dei suoi concorrenti storici.

Possibili futuri sviluppi

Nonostante i segnali positivi sul posizionamento di Tesla, rimane il rischio di reazioni internazionali dovute ai nuovi dazi. Vaibhav Taneja, direttore finanziario dell’azienda, ha sottolineato l’impatto che queste politiche avrebbero sulla redditività dell’impresa. La recente reazione del mercato di Wall Street, segnata dalla perdita di circa il 30% delle azioni di Tesla negli ultimi due mesi, mette in evidenza la volatilità e i rischi che l’azienda potrebbe dover affrontare.

In un clima in cui i dazi potrebbero aumentare ulteriormente, un aumento stimato di circa 6.000 dollari sul prezzo medio delle auto negli Stati Uniti diventa una realtà inquietante per i consumatori e le case automobilistiche che lottano per mantenere la competitività.

Il settore automobilistico si trova dunque di fronte a sfide considerevoli, con le case tradizionali che devono adattare i loro modelli di business per far fronte a una nuova era di protezionismo commerciale.

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