Dazi e negoziati: oltre 50 paesi cercano accordi con Trump sulle nuove tariffe

Dazi e negoziati: oltre 50 paesi cercano accordi con Trump sulle nuove tariffe

Trump annuncia nuovi dazi su beni importati, attirando l’attenzione di oltre 50 paesi. Le tariffe, tra il 10% e il 20%, intensificano le tensioni commerciali globali e avviano trattative diplomatiche.
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Dazi e negoziati: oltre 50 paesi cercano accordi con Trump sulle nuove tariffe - Gaeta.it

La situazione commerciale globale si complica notevolmente dopo l’annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di nuovi dazi su beni provenienti da molte nazioni. Questo sviluppo ha attirato l’attenzione di oltre 50 paesi che, preoccupati per le conseguenze economiche, hanno contattato la Casa Bianca per avviare trattative. Le tariffe, che variano dal 10% al 20%, sono state introdotte nell’arco di pochi giorni, aggravando le tensioni già presenti nelle relazioni internazionali.

L’annuncio dei dazi e le tariffe entrate in vigore

Il 5 aprile, il governo americano ha ufficialmente attuato le tariffe più basse, fissate al 10%. I dazi più elevati, che includono un’aliquota del 20% contro l’Unione Europea, compresi Italia e altri partner commerciali, saranno formalmente applicati dall’9 aprile. Di fronte a questo panorama, funzionari americani hanno rilasciato dichiarazioni contrastanti riguardo alla volontà dell’amministrazione di negoziare o di mantenere ferme le posizioni in materia di commercio.

Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, ha confermato in un’intervista ad Abcnews che un gran numero di paesi ha contattato la Casa Bianca, manifestando l’intenzione di discutere i dazi. Anche Brooke Rollins, segretaria all’Agricoltura, ha ribadito il messaggio, affermando che cinquant’anni sono già in fila per negoziare. Questi incontri diplomatici non rappresentano una sorpresa, secondo Hassett. “Questi paesi comprendono che dovranno affrontare gran parte delle nuove tariffe”, ha aggiunto, sottolineando la consapevolezza globale riguardo l’impatto di queste decisioni commerciali.

Le prospettive future sui dazi

La situazione appare complessa e non fa presagire cambiamenti a breve termine. Howard Lutnick, segretario al Commercio, ha transito per confermare che i dazi base del 10% rimarranno in vigore per giorni e settimane. In una recente intervista alla Cbs, ha affermato: “Trump intende proteggere le aziende che investono negli Stati Uniti”. Lutnick ha anche specificato che i provvedimenti esistenti sono essenziali per “resettare il commercio globale”, suggerendo che l’amministrazione sia determinata a mantenere la propria posizione per un periodo prolungato.

Questo clima di incertezza commerciale ha portato i paesi a cercare strategie alternative per affrontare i dazi USA. Le implicazioni economiche sono molteplici, e le nazioni coinvolte devono considerare come questi dazi possano influenzare le loro economie regionali, oltre che le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti.

Netanyahu a Washington e il dialogo sugli ostaggi

Una delle principali figure che si preparano a discutere con Trump è il premier israeliano Benjamin Netanyahu, atteso a Washington. Durante l’incontro, non si tratterà solo di dazi, ma anche di temi critici come la situazione degli ostaggi e le operazioni militari a Gaza. Netanyahu ha affermato di voler affrontare anche la questione dei dazi che colpiscono Israele, specificando che il suo paese è stato soggetto a tariffe del 17%.

Il primo ministro israeliano incontrerà Lutnick e parteciperà a discussioni più ampie con membri dell’amministrazione Trump, compreso l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff. La scottante situazione commerciale avrà un ruolo cruciale nei colloqui, dove si cercherà di trovare una posizione comune su questioni di grande rilevanza geopolitica.

L’Unione Europea si prepara a negoziare

Nel frattempo, l’Unione Europea sta raffinando la propria strategia in vista di un confronto con l’amministrazione Trump. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato di essere pronti a impegnarsi in negoziati con gli Stati Uniti. Durante una conversazione telefonica con il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto dei dazi, sottolineando che potrebbero avere conseguenze negative per molti paesi, compresi quelli più vulnerabili.

Von der Leyen ha descritto i dazi come un importante punto di svolta per gli Stati Uniti, affermando che l’Unione Europea è disponibile a difendere i propri interessi attraverso risposte proporzionate, se necessario. La sua posizione evidenzia non solo la volontà di trattare, ma anche la determinazione a proteggere le economie dei paesi membri da eventuali ripercussioni negative.

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