Le tensioni tra Unione Europea e Cina si acuiscono a causa delle nuove misure tariffarie sui veicoli elettrici cinesi. L’UE sta considerando un aumento significativo delle tariffe sulle Tesla importate dalla Cina, suscitando reazioni forti da parte del governo di Pechino. Questo articolo analizza le recenti decisioni dell’Unione Europea e le risposte della Cina, esplorando le implicazioni per il mercato automobilistico europeo.
L’aumento dei dazi dell’UE sulle auto elettriche
Le nuove tariffe in discussione
L’Unione Europea sta valutando di incrementare le tariffe sulle vetture elettriche cinesi, con particolare attenzione ai veicoli Tesla. Il passaggio dal 10% iniziale a una potenziale tariffazione del 19% trova le sue radici nelle preoccupazioni relative alla competitività delle auto cinesi sul mercato europeo. Anche se il nuovo tasso rimane inferiore alle tariffe applicate ai produttori locali, rappresenta un passo significativo nella strategia dell’Unione per proteggere l’industria automobilistica europea.
Dopo l’annuncio delle misure, Tesla ha chiesto un’inchiesta per dimostrare che le sue operazioni in Cina non godono di benefici ingiusti. Tuttavia, la Commissione Europea ha motivato le sue decisioni sottolineando che le attività di Tesla in Cina hanno beneficiato di sussidi statali, tra cui agevolazioni sui terreni e riduzioni fiscali. Questo scenario ha sollevato interrogativi sul fair play nel commercio internazionale di veicoli elettrici.
Motivazioni di Bruxelles per l’indagine
La Commissione Europea ha lanciato un’indagine lo scorso settembre in risposta all’aumento delle esportazioni di veicoli elettrici cinesi a basso costo verso l’Europa, che ha suscitato preoccupazioni sia per la competitività, sia per la sostenibilità del mercato europeo. L’attenzione si è concentrata, in particolare, sui meccanismi di sostegno che il governo cinese offre alle aziende del settore, considerati ingiusti nei confronti dei produttori europei.
La Commissione ha evidenziato come tali pratiche possano distorcere la concorrenza, favorendo un afflusso di veicoli elettrici a costi inferiori, il che a sua volta minaccia i produttori europei già in difficoltà nel sostenere i costi di produzione in un ambiente economicamente teso.
La risposta della Cina e le accuse di concorrenza sleale
Le dichiarazioni ufficiali di Pechino
In reazione alle nuove misure tariffarie, il Ministero del Commercio cinese ha denunciato le decisioni dell’Unione Europea come un atto di concorrenza sleale. Pechino ha affermato che l’UE sta trattando le varie aziende in modo differente, influenzando i risultati delle indagini in modo distorto. Pechino ha anche sottolineato di aver fornito migliaia di documenti a sostegno della sua posizione, contestando categoricamente le accuse di sovvenzioni.
L’opinione della Camera di Commercio cinese
La Camera di Commercio cinese in Europa ha espresso una forte opposizione alle nuove tariffe, sostenendo che non vi sono prove sostanziali che dimostrino danni all’industria europea dei veicoli elettrici. Secondo loro, la competitività delle auto cinesi non deriva da sussidi, ma piuttosto dalla grande scala industriale, dai vantaggi globali nella catena di fornitura e dal dinamico ambiente competitivo del mercato. Questa affermazione mette in luce le differenze fondamentali tra le due economie e rivela le complessità legate al commercio internazionale.
Le tariffe già in vigore e le loro implicazioni
I dazi esistenti applicati ai produttori cinesi
Nel mese di giugno, la Commissione Europea aveva già imposto tariffe elevate sulle vetture elettriche cinesi, arrivando fino al 48% per aziende come BYD e Geely. Tuttavia, recenti aggiornamenti hanno portato a una lieve riduzione di tali tariffe, che ora ammontano a circa il 47%. Questo cambiamento è avvenuto alla luce di nuove informazioni fornite dalle aziende, che hanno fornito dati significativi sulla loro operatività e i loro costi.
Le conseguenze economiche dei dazi
Attualmente, i dazi vengono esigiti sotto forma di garanzie bancarie fino alla definitiva approvazione delle misure da parte degli Stati membri, prevista per il 30 ottobre. Qualora i paesi dell’UE decidano di adottare queste tariffe, queste saranno applicate per un periodo di cinque anni. Tale situazione potrebbe avere conseguenze significative per l’industria automobilistica europea, non solo per i produttori autoctoni ma anche per i consumatori, i quali potrebbero trovarsi di fronte a costi più elevati per i veicoli elettrici.
Il contesto commerciale internazionale si preannuncia quindi complesso, evidenziando la tensione tra politica commerciale e salute economica sia in Europa sia in Cina.