La proroga da parte degli Stati Uniti riguardo l’introduzione di dazi sui prodotti europei ha sollevato forti preoccupazioni nel settore agricolo abruzzese. In particolare, il rinvio di 90 giorni dell’applicazione del dazio del 20% sulle importazioni dall’Unione Europea, mantenendo una tariffa del 10%, potrebbe avere conseguenze gravi per le aziende locali. Questo articolo esplora l’impatto di tali decisioni sulle imprese alimentari della regione, evidenziando i prodotti a rischio e le posizioni delle autorità locali.
Impatto sui flussi export agroalimentari
Nel 2024, il commercio agroalimentare abruzzese verso gli Stati Uniti ha mostrato numeri significativi, con le province di Chieti e Pescara tra le più vulnerabili. Circa il 20% delle esportazioni agroalimentari di Chieti e il 24% di quelle di Pescara sono destinate al mercato statunitense. Tra i prodotti che rischiano di subire danni maggiori ci sono il vino, l’olio extravergine d’oliva e diverse tipologie di ortofrutta trasformata. La decisione americana complicherebbe ulteriormente il già delicato equilibrio economico per queste produzioni, che rappresentano un’importante fonte di reddito per molti agricoltori e aziende.
La situazione si fa seria non solo per la perdita di opportunità commerciali, ma anche per il possibile indebolimento di intere filiere produttive. Con l’aumento dei costi legati ai dazi, le aziende abruzzesi potrebbero faticare a mantenere i propri clienti e la loro competitività sui mercati internazionali sarebbe messa in discussione. Le parole del presidente regionale, Nicola Sichetti, danno voce a una crescente inquietudine: la salvaguardia delle eccellenze abruzzesi è ora in pericolo, con potenziali ripercussioni anche sul piano occupazionale, culturale e ambientale.
La richiesta di intervento e sostegno
In questo contesto, la Confederazione Italiana Agricoltori Abruzzo ha sollevato la questione e ha appoggiato l’appello lanciato dalla direzione nazionale. Questa richiesta sottolinea la necessità di intensificare i negoziati tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. L’attenzione è rivolta alla possibilità di evitare che si istituiscano trattative separate tra Washington e i singoli Paesi, che potrebbero svantaggiare l’Italia e, in particolare, l’Abruzzo.
Ciò che la CIA propone è un piano chiaro di azioni e di misure che possano sostenere efficacemente le aziende più colpite. È fondamentale prevedere strumenti adeguati che possano compensare le eventuali perdite e supportare l’ingresso in nuovi mercati. Tali misure non solo avrebbero un impatto diretto sulle aziende, ma servirebbero anche a garantire la salvaguardia delle tradizioni agricole abruzzesi, che sono da sempre un patrimonio non solo economico ma anche culturale e sociale.
Appello alle istituzioni abruzzesi
Il presidente Sichetti non ha esitato a farsi portavoce delle istanze degli agricoltori, esortando le istituzioni regionali e i parlamentari dell’Abruzzo a farsi carico di questa emergenza. È essenziale che la voce degli agricoltori e delle imprese agroalimentari venga sostenuta con forza sia a Bruxelles che a Roma. La collaborazione e l’unità tra le diverse istituzioni si rivelano cruciali per affrontare questa situazione.
Il futuro delle esportazioni agroalimentari dall’Abruzzo non è solo una questione commerciale. Si tratta della difesa di un modo di vivere, di tradizioni e di stili di produzione che caratterizzano la regione. Con decisioni così impattanti come quelle provenienti dagli Stati Uniti, è necessario che l’Abruzzo si mobiliti non solo per tutelare i propri interessi economici, ma anche per preservare l’immenso patrimonio culturale che il settore agricolo rappresenta.