Dazi Usa e settore vinicolo: la posizione di Antonio Tajani e le preoccupazioni della filiera

Dazi Usa e settore vinicolo: la posizione di Antonio Tajani e le preoccupazioni della filiera

Tajani avverte sui rischi dei dazi statunitensi per il vino italiano, chiedendo un approccio unitario dell’Europa e una politica fiscale favorevole per sostenere l’export e la competitività del settore.
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Dazi Usa e settore vinicolo: la posizione di Antonio Tajani e le preoccupazioni della filiera - Gaeta.it

Il dibattito sui dazi imposti dagli Stati Uniti sta creando preoccupazione tra gli attori economici europei, in particolare nel settore vinicolo italiano. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Affari esteri, sta tentando di promuovere una strategia di dialogo e collaborazione per affrontare questa delicata situazione economica. L’escalation delle tensioni commerciali rischia di avere ripercussioni serie, soprattutto per il mercato del vino, una delle principali voci di export del nostro Paese.

La posizione di Tajani sui dazi e il dialogo europeo

Nel corso di un evento tenutosi al teatro Puccini di Firenze, Tajani ha espresso la sua fermissima avversione ai dazi, suggerendo che non dovrebbero includere il whisky americano, poiché ciò costituirebbe una minaccia per le esportazioni di vino italiane. Secondo il ministro, le misure punitive non porterebbero a nulla di positivo, e le imprese del settore stanno chiedendo un approccio più razionale e negoziale. Tajani ha affermato che è fondamentale che l’Europa affronti questa situazione in modo unito, per garantire una posizione forte in difesa dei prodotti europei, compresi quelli italiani.

Il vicepremier ha sottolineato l’importanza del mercato unico europeo, evidenziando che le esportazioni italiane superano i 200 miliardi di euro, asserendo che indebolire l’unione europea sarebbe un autolesionismo che penalizzerebbe la nostra economia. L’invito a rafforzare le buone relazioni con l’amministrazione americana punta a favorire il dialogo e la cooperazione transatlantica, che, secondo lui, devono essere priorità per il governo italiano. La parola d’ordine è chiarezza: ogni azione deve mirare a sostenere l’unità e la competitività dell’industria del vino europeo.

L’importanza della fiscalità per le imprese

Tajani ha anche esposto la sua visione riguardo alla necessità di garantire una politica fiscale favorevole per le aziende in questa difficile fase. Ha avvertito che l’aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea potrebbe mettere in difficoltà le imprese, rendendo le condizioni economiche ancora più complesse per affrontare dazi e sanzioni. Ha sottolineato che una strategia di riduzione della pressione fiscale è fondamentale per stimolare la crescita e per consentire alle aziende di reagire in maniera intelligente alle possibili nuove imposizioni.

Il vicepremier ha chiarito che la riduzione delle tasse è una chiave per il successo economico, mirata a mantenere e se possibile aumentare la competitività delle imprese italiane. Promuovere una buona politica fiscale non è solo una reazione al rischio di dazi, ma deve essere vista come un passo necessario per garantire un ambiente economico più salubre e sostenibile.

Preoccupazioni dal settore vinicolo: la voce di Federvini

Nei giorni scorsi, Micaela Pallini, presidente di Federvini, ha messo in guardia contro le conseguenze pesanti che l’imposizione dei dazi statunitensi potrebbe avere sull’export vinicolo italiano. Pallini ha evidenziato che il mercato Usa, con la sua conoscenza approfondita dei vini italiani, non può essere facilmente sostituito con altri mercati emergenti, come per esempio l’India o il Mercosur. A suo avviso, sarebbe una sfida quasi impossibile.

Pallini ha lanciato un appello al governo e alle istituzioni europee per lavorare insieme al fine di ridurre o allontanare i dazi. Ha riportato dati riguardanti i danni già subiti dal settore, come il calo del 40% per gli spirits e del 20% per i vini francesi, sottolineando che una nuova ondata di dazi potrebbe ridurre la possibilità di promozione e presenza del vino italiano all’estero.

Appello della filiera vinicola unita

Le preoccupazioni del settore continuano a crescere. In un comunicato congiunto pubblicato di recente, vari attori della filiera vinicola italiana, tra cui Federdoc e Confagricoltura, hanno richiesto al governo di mantenere una posizione ferma in sede europea contro l’imposizione di dazi. Hanno evidenziato come il mercato americano rappresenti il principale sbocco per il vino italiano, con esportazioni che si attestano intorno ai 2 miliardi di euro nel 2024.

La loro richiesta è chiara: si desidera che il governo italiano si impegni per prevenire qualsiasi misura che possa interrompere l’accesso al mercato degli Stati Uniti, considerato cruciale per un settore che genera un fatturato significativo e impiega numerosi lavoratori. La filiera ha ricordato i numeri preoccupanti, sottolineando come l’industria del vino sia una delle colonne portanti del sistema alimentare e delle esportazioni italiane, nonché una fonte di occupazione essenziale per migliaia di famiglie.

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