Dazi usa: l'impatto sull'export agroalimentare in Campania e nelle province italiane

Dazi usa: l’impatto sull’export agroalimentare in Campania e nelle province italiane

Nuovi dazi statunitensi mettono a rischio l’export agroalimentare italiano, con la Campania particolarmente vulnerabile. 21 province superano i 100 milioni di euro in esportazioni verso gli USA.
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Dazi usa: l'impatto sull'export agroalimentare in Campania e nelle province italiane - Gaeta.it

L’introduzione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti ha sollevato preoccupazioni nel settore agroalimentare italiano. Secondo un rapporto dell’ufficio studi di Cia-Agricoltori italiani, circa un quinto delle province italiane è a rischio, con la Campania che mostra segnali particolarmente allarmanti. La regione, rappresentata da quattro province su cinque con ampie percentuali di esportazione verso gli usa, potrebbe affrontare conseguenze significative.

I numeri dell’export agroalimentare italiano

Nel contesto italiano, sono 21 le province su 107 che superano i 100 milioni di euro di valore nelle esportazioni di prodotti alimentari verso gli Stati Uniti. Questo dato sottolinea l’importanza di quest’area per l’economia agroalimentare nazionale. La Campania, in particolare, è un fulcro di attività commerciali e il suo legame con il mercato americano è molto forte. Salerno, Avellino, Napoli e Benevento, province campane, mostrano percentuali d’export significative, a due cifre.

Tra le province italiane, Salerno si distingue come la più esposta con un valore d’export di 518 milioni di euro, grazie a prodotti come ortofrutta lavorata e conserve di pomodoro. Questi prodotti sono fondamentali per l’economia locale e la loro esportazione verso gli Stati Uniti gioca un ruolo cruciale. Anche Milano, con un valore di 422 milioni di euro, ha un forte interesse verso gli usa, in particolare per le beverage alcoliche. Infine, Cuneo si afferma nel settore dei vini con quasi 400 milioni di euro venduti.

La Campania e le sue province

Focalizzandosi sulla Campania, l’analisi mostra che Avellino ha un valore di export pari a oltre 98 milioni di euro, con una percentuale del 17%. Napoli, già menzionata, rappresenta il 14% con più di 260 milioni di euro in prodotto spedito verso gli usa, mentre Benevento raggiunge il 10% con circa 17 milioni. Infine, Caserta, anche se con una percentuale inferiore, registra un 4% pari a meno di 19 milioni di euro. Questi dati evidenziano il legame diretto tra l’agricoltura campana e il mercato statunitense, nonché la vulnerabilità di queste province in caso di nuove restrizioni commerciali.

Le ripercussioni sul settore agroalimentare

Il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini, ha dichiarato che le province con export inferiori ai 100 milioni di euro sarebbero maggiormente colpite dalle nuove misure. Questo è dovuto al fatto che le economie più piccole e rurali, a differenza di quelle più grandi, frequentemente non possiedono diverse opzioni per compensare le perdite. Il rischio è che l’impatto economico possa aggravarsi, portando a difficoltà e insicurezze per i produttori locali. Con una popolazione che conta su queste attività per il suo sostentamento, ogni manovra commerciale può avere conseguenze dirette e pesanti sulle dinamiche economiche della regione.

Questo contesto, in rapida evoluzione, richiede monitoraggio costante e una strategia chiara da parte di produttori e istituzioni per gestire le sfide future e cercare di sostenere il settore agroalimentare italiano, messo a dura prova dalle tensioni commerciali.

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