Ddl Sicurezza: la stretta sulla cannabis light mette a rischio il futuro di un settore in crescita

Ddl Sicurezza: la stretta sulla cannabis light mette a rischio il futuro di un settore in crescita

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Ddl Sicurezza: la stretta sulla cannabis light mette a rischio il futuro di un settore in crescita - Gaeta.it

Il recente emendamento approvato nell’ambito del Ddl Sicurezza, che equipara la cannabis light alla cannabis tradizionale, ha suscitato forti preoccupazioni tra gli agricoltori. Coldiretti, l’associazione che rappresenta gli interessi degli agricoltori italiani, ha avvertito che questa normativa potrebbe compromettere l’esistenza di un comparto significativo, da sempre caratterizzato da ingenti investimenti e crescita. Con circa 11mila persone impiegate nella filiera e oltre 4mila ettari coltivati a canapa in Italia, le conseguenze di questa decisione potrebbero rivelarsi drammatiche.

La filiera della cannabis light in Italia

Un settore fondamentale per l’economia agricola

La cannabis light ha visto una notevole espansione negli ultimi anni in Italia, dove la produzione è diventata un importante motore economico. Coldiretti evidenzia come l’infiorescenza di canapa non rappresenti solo un prodotto di nicchia, ma una risorsa chiave per diverse industrie, inclusi nutriceutica, cosmetica, e arredi. L’associazione ha sottolineato che la raccolta e l’essiccazione di queste infiorescenze sono attività vitali per generare un valore aggiunto all’interno della filiera, senza le quali il rischio di un crollo è elevato.

Questa situazione pone in pericolo non solo i posti di lavoro ma anche la sostenibilità economica di molte aziende agricole, in particolare quelle gestite da giovani agricoltori desiderosi di innovare e investire nel settore. Coldiretti ha più volte sollecitato l’adozione di normative di protezione per chi opera legalmente, a testimonianza dell’importanza di tutelare una filiera già messa a dura prova dalle incertezze legislative.

Conseguenze per il mercato e per le esportazioni

Il divieto di raccolta delle infiorescenze di cannabis light minaccia altresì le esportazioni italiane, che rappresentano una componente significativa del mercato. Oltre agli effetti economici diretti, la decisione di vietare questa attività ha anche ripercussioni sul mercato internazionale, limitando l’accesso a prodotti della canapa che sono sempre più richiesti all’estero. Questo colpisce non solo l’occupazione, ma anche l’immagine dell’Italia come leader nella produzione di beni agricoli sostenibili.

Le dichiarazioni di Bonelli e le critiche al governo

Un attacco all’economia legale

Il Deputato Angelo Bonelli ha sollevato forti critiche nei confronti dell’emendamento, affermando che il governo ha compiuto un’azione che favorisce la criminalità organizzata, proiettando un impatto negativo su 15mila lavoratori e 3mila aziende. Secondo Bonelli, questa decisione ignora le evidenze scientifiche che dimostrano come la cannabis light, caratterizzata da livelli bassi di THC, non abbia effetti nocivi per la salute.

Il deputato ha descritto l’azione del governo come una scelta politica dettata dalla propaganda anziché da principi scientifici. L’adozione di misure punitive nei confronti di un settore legale e in crescita è vista come un attacco alle pratiche agricole sostenibili e un’invasione delle libertà personali.

Impatto legislativi e normativi

Bonelli ha anche ricordato che questa scelta non solo contrasta con il benessere economico dei produttori ma viola anche regolamenti europei. Già nel 2020, infatti, una sentenza della Corte di Giustizia Europea ha stabilito che la commercializzazione della cannabis light non poteva essere vietata, riconoscendo il suo status di prodotto legale all’interno dell’Unione Europea. Il deputato ha sostenuto che le tendenze ideologiche della destra al governo stanno avvantaggiando le organizzazioni criminali anziché promuovere uno sviluppo economico sano e sostenibile.

Le nuove sfide per il settore della cosmesi e dell’erboristeria

Un futuro incerto per prodotti innovativi

La decisione del governo avrà ripercussioni anche sui settori della cosmesi, erboristeria e integratori alimentari. Stefano Vaccari, capogruppo del Partito Democratico in commissione Agricoltura, ha sottolineato che l’attuale quadro normativo rappresenta un fallimento per l’industria della cannabis, che ha potenzialità enormi.

La scomparsa delle produzioni di cannabis light non solo limita l’accesso a prodotti di qualità, ma minaccia anche l’innovazione in questi settori. Molti ingredienti utilizzati nella cosmesi e nei prodotti per la salute derivano dalla canapa, e la loro assenza dal mercato potrebbe creare un vuoto significativo e permettere a prodotti meno sostenibili di prendere piede.

Rischi per l’occupazione giovanile

Il divieto imposto dal governo ha suscitato allarme soprattutto tra i giovani agricoltori, che rappresentano una parte importante della forza lavoro nel settore. Questi professionisti, spesso pionieri nell’adozione di tecniche di coltivazione sostenibili, si trovano ora a fronteggiare una crisi inaspettata. A fronte di un potenziale di crescita, si vedono costretti a chiudere o rallentare i loro progetti imprenditoriali, pregiudicando il futuro di un’intera generazione.

Con la cannabis light che rappresenta una possibilità di occupazione in una realtà agricola che deve affrontare continue sfide, la strada da percorrere per adeguare il quadro normativo sembra ancora lunga e complessa, richiedendo un ripensamento profondo delle politiche agricole nazionali.

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