Il recente intervento del Tar Campania ha messo in luce le dinamiche che regolano il settore del charter nautico. Con la sentenza n. 1354/2025, il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di società di charter, supportato dalla Confindustria Nautica, contro il Consorzio di gestione dell’Area Marina Protetta Punta Campanella. Questa decisione si rivela cruciale per le imprese del settore, poiché apre la strada all’annullamento di disposizioni ritenute vessatorie e ingiustificate nell’ambito della regolazione dell’area protetta.
La questione del disciplinare integrativo del regolamento
Al centro della questione giuridica vi è il disciplinare integrativo del regolamento di organizzazione dell’Area Marina Protetta Punta Campanella. Tale normativa imponeva condizioni ritenute dalle società di charter come penalizzanti, in particolare per quanto riguarda il regime autorizzatorio e vari oneri economici. Tra le richieste di modifica figurava l’eliminazione di oneri di segreteria e l’obbligo di installare un sistema di identificazione Ais per le imbarcazioni.
Le società ricorrenti, rappresentate dagli avvocati Enrico Soprano e Federica Esposito, hanno argomentato che tali requisiti non solo creavano difficoltà nel rispetto delle norme ma, in ultima analisi, limitavano le operazioni economiche nel settore del noleggio nautico, di fondamentale importanza per l’economia locale. La decisione del Tar, riconoscendo l’incompetenza dell’ente gestore nell’introdurre questo regime restrittivo, segna una vittoria significativa per le imprese non solo di Campania, ma per il settore nazionale del charter.
Riflessioni sul ruolo di Confindustria Nautica
L’importanza di Confindustria Nautica emerge chiaramente in questo contesto. L’associazione nazionale di categoria è suddivisa in diverse assemblee settoriali, rappresentando un ampio spettro di interessi delle imprese, con particolare attenzione a quelle dedite al charter. Il direttore generale di Confindustria Nautica, Marina Stella, ha sottolineato come questa sentenza rappresenti un riconoscimento dei diritti delle imprese di locazione e noleggio, essenziali per il panorama marittimo campano.
Il lavoro proattivo dell’associazione ha portato a significative riforme normative, tra le quali si è menzionato un nuovo pacchetto di modifiche al Codice della nautica da diporto. La presenza di un hub così rilevante nella provincia di Napoli e Salerno non può essere sottovalutata, poiché la concentrazione di addetti e aziende attive nel settore rende questa area un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale.
L’importanza della sentenza per le imprese locali
Il riconoscimento da parte del Tar Campania ha un valore strategico per le società di charter operanti in un contesto economico complesso e competitivo. La provincia di Napoli e Salerno rappresenta, infatti, il primo polo nazionale in termini di addetti nel settore del charter, con una rete di aziende che contribuisce in modo significativo all’economia marittima della regione.
Roberto Neglia, responsabile dei Rapporti istituzionali di Confindustria Nautica, ha evidenziato come la sentenza non solo tuteli i diritti delle imprese locali, ma rafforzi anche la rappresentanza del settore all’interno dell’associazione. La gestione delle aree marine protette deve armonizzarsi con le necessità operativa delle aziende, garantendo uno sviluppo sostenibile e profittevole, che favorisca collaborazioni tra gli enti pubblici e privati.
La mobilità e la fruizione del patrimonio marittimo rappresentano un connotato cruciale, non solo per le aziende, ma anche per il turismo e l’economia della zona. La speranza è che le riforme in corso possano portare a un ulteriore rafforzamento del settore, a beneficio di tutti gli attori coinvolti.