Nei primi nove mesi del 2024, Stellantis ha registrato un drastico calo nella produzione di automobili e furgoni commerciali, segnando una tendenza inaspettata dopo tre anni di crescita positiva. Questo declino, emerso dal Report della Fim Cisl, è stato presentato dal segretario generale Ferdinando Uliano, evidenziando l’importanza di monitorare le performance della principale azienda automobilistica italiana.
Calo generalizzato degli stabilimenti
Il report mette in luce un dato preoccupante: per la prima volta si registra una performance negativa in tutti gli stabilimenti di Stellantis. La produzione di automobili ha subito un crollo del 40,7%, mentre i veicoli commerciali hanno visto un calo del 10,2%. Questo risultato negativo interessa non solo le linee produttive principali, ma mette a rischio anche la stabilità occupazionale e le strategie future dell’azienda.
L’analisi condotta dalla Fim Cisl indica chiaramente che nessuno degli stabilimenti è riuscito a contenere il calo produttivo. Anche i due stabilimenti che avevano mostrato segni di resilienza durante il primo semestre del 2024, ovvero Pomigliano e Atessa, hanno registrato un ribasso: rispettivamente del 5,5% e del 10,2%. Questi dati sollevano interrogativi sulle prospettive di crescita e sull’adattamento dell’azienda alle nuove dinamiche di mercato.
Previsioni per il 2024
Alla luce dei risultati attuali, la Fim Cisl avanza previsioni pessimistiche per il futuro. Si stima che nel 2024 la produzione di autovetture possa scendere sotto le 300.000 unità , mentre il totale complessivo, che include i veicoli commerciali, è previsto essere attorno alle 500.000 unità . Questi numeri rappresenterebbero una riduzione di circa un terzo rispetto al 2023, un anno in cui sono state prodotte 751.000 unità .
Le implicazioni di queste proiezioni non sono da sottovalutare, poiché un simile declino produttivo comporta non solo una diminuzione della competitività di Stellantis sul mercato, ma anche potenziali ripercussioni sul piano occupazionale. La riduzione della produzione potrebbe tradursi in una minore richiesta di personale, aumentando il rischio di licenziamenti e trasformando l’assetto lavorativo all’interno degli stabilimenti.
Fattori di crisi nel settore automobilistico
Il crollo nella produzione di Stellantis è rappresentativo di una crisi che attraversa l’intero settore automobilistico, influenzato da molteplici fattori. La pandemia ha infatti causato interruzioni nella catena di approvvigionamento, mentre le pressioni economiche globali e le fluttuazioni nei prezzi delle materie prime hanno ulteriormente aggravato la situazione.
In aggiunta, la crescente attenzione verso la sostenibilità e le normative più severe in materia di emissioni hanno costretto i produttori a rivedere le loro strategie produttive e i loro modelli di business. Stellantis, come molti altri attori del settore, sta cercando di adattarsi a questi cambiamenti, ma il balzo verso l’elettrificazione richiede investimenti significativi e un ripensamento completo delle proprie linee di produzione.
La combinazione di tutti questi elementi gioca un ruolo cruciale nel definire il futuro dell’azienda e nella sua capacità di affrontare una situazione di mercato in rapida evoluzione.
Stellantis si trova ora a un bivio: le decisioni strategiche intraprese nei prossimi mesi saranno fondamentali per determinare non solo la sua performance economica, ma anche il suo posizionamento nel contesto automobilistico globale.