L’emergere di nuove testimonianze da parte dell’organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, unito alle tensioni militari e ai tentativi diplomatici in corso, getta luce su una regione ancora segnata da conflitti e sofferenze. I fatti raccontano di violenze su operatori umanitari, scelte politiche di rilievo e sviluppi militari che influenzano Israele, Hamas e i territori palestinesi.
Violenze subite dal personale unrwa secondo il direttore generale philippe lazzarini
Philippe Lazzarini, che guida l’Unrwa, ha denunciato pubblicamente una serie di abusi gravissimi ai danni di cinquanta dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi nella Striscia di Gaza. Dal 7 ottobre 2023, questi lavoratori sono stati sottoposti a trattamenti disumani che includono l’uso come scudi umani nelle azioni militari, privazione del sonno, minacce contro loro e le famiglie, oltre a maltrattamenti fisici come aggressioni da parte di cani addestrati e pestaggi.
Testimonianze e richieste di giustizia
Lazzarini ha raccontato che molte persone hanno dovuto affrontare costrizioni a confessare presunti reati sotto minaccia o violenza e che questo quadro rappresenta un impatto acuto sul dovere umanitario dell’Unrwa. Ha chiamato all’azione richiedendo giustizia e responsabilità per i crimini e le violazioni legali avvenuti durante le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza. Queste denunce costituiscono una grave accusa verso le forze di difesa israeliane e sottolineano la condizione di rischio degli operatori umanitari nel contesto del conflitto.
Fermo delle trattative di tregua e posizioni di hamas dopo i colloqui al cairo
Nonostante i tentativi di mediazione da parte di vari attori internazionali, Hamas ha comunicato ufficialmente che i colloqui tenutisi al Cairo non hanno raggiunto risultati significativi in vista di una tregua. Un rappresentante del movimento ha confermato che non sono state presentate nuove proposte concrete e ha respinto le ipotesi di soluzioni parziali o temporanee.
Negoziati senza sviluppo concreto
Il canale Palestine Today, associato alla Jihad Islamica, ha diffuso la notizia specificando che i negoziati con i mediatori continuano ma senza iniziative che portino ad accordi vincolanti. La diffidenza di Hamas verso le trattative riflette una posizione ferma, mentre fonti ufficiali egiziane e israeliane hanno fornito valutazioni discordanti sul progresso degli incontri diplomatici. Questa situazione mantiene alta la tensione nel tentativo di trovare una via d’uscita e lascia spazio a incertezze sul futuro prossimo della pace nella regione.
Operazioni militari israeliane che hanno colpito leader terroristi nella striscia di gaza
Le forze di difesa israeliane hanno reso noto di aver eliminato tre figure chiave considerate terroristi a Gaza con recenti attacchi aerei. Tra loro c’è Sa’id Abu Hasnan, leader di Hamas, ritenuto responsabile dell’attacco a Kissufim del 7 ottobre 2023. Ha un ruolo di comando nella forza speciale Nukhba del battaglione Deir al-Balah. Gli altri due erano Mustafa al-Mutawwak, a capo delle operazioni di un battaglione di Hamas a Jabalia, e Ali Naddal Husni Sarfiti, membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina , colpito durante un’incursione a Gaza City.
Background di sarfiti e attività terroristiche
Sarfiti aveva alle spalle una lunga storia di attività terroristiche, comprese detenzioni in Israele dal 2002 al 2015 per aver organizzato attentati. Secondo l’Idf, dopo la sua liberazione ha continuato a compiere attacchi e mantenuto contatti con reti terroristiche in Cisgiordania, fornendo finanziamenti ingenti per azioni contro Israele. Questo aggiornamento dalle forze israeliane segnala la continuazione delle operazioni militari mirate a colpire figure considerate pericolose per la sicurezza dello Stato.
Dichiarazioni del premier palestinese mohammed mustafa su hams e la soluzione a due stati
In un intervento rilasciato a un quotidiano italiano, il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammed Mustafa, ha parlato del ruolo politico di Hamas e della necessità di una convivenza pacifica tramite la soluzione dei due Stati. Ha sottolineato che Hamas, quali che siano i dissidi, può essere incluso nell’Olp purché accetti la non violenza e l’assenza di armi al di fuori del controllo dell’autorità centrale.
Divisioni interne e prospettive di pace
Mustafa ha ricordato che le divisioni con Hamas sono radicate da quando il movimento ha preso il controllo di Gaza nel 2007, ma il conflitto aperto dal 7 ottobre ha riproposto l’urgenza di unificare la Palestina sotto un’unica autorità legale e militare per far ripartire la regione. Per lui, la ricostruzione di Gaza richiede rientro politico, risorse finanziarie e il sostegno internazionale.
A proposito della mediazione americana, il premier ritiene che l’ex presidente Donald Trump potrebbe giocare un ruolo importante nella ricerca di un accordo, anche se ora si occupa di altre crisi globali. Ha richiamato l’attenzione su eventi diplomatici previsti in Arabia Saudita e New York nei prossimi mesi come momenti da monitorare per possibili sviluppi.
Infine, Mustafa ha evidenziato il peso del supporto di Papa Francesco verso il riconoscimento dello Stato palestinese, grazie al quale la questione è più visibile nel mondo. Ribadisce che il cammino per una pace duratura passa dal dialogo e dalla coesistenza, sottolineando l’insoddisfazione per la situazione attuale sia in Israele che nei territori palestinesi, dove le tensioni continuano a crescere senza soluzione militare credibile.