La campagna elettorale per le presidenziali degli Stati Uniti continua a riservare colpi di scena, tra tensioni tra i candidati e accuse incrociate. Il dibattito atteso tra Donald Trump e Kamala Harris, previsto per il 10 settembre, è ormai in discussione. L’incertezza sul suo svolgimento si amplifica con le recenti dichiarazioni dei portavoce dei due candidati, che mettono in evidenza non solo le divergenze politiche, ma anche strategie comunicative divergenti.
Le dichiarazioni di Trump riguardo al dibattito
Il disinteresse del tycoon
Donald Trump, ex presidente e attuale candidato repubblicano, ha manifestato il suo disinteresse per il dibattito in programma attraverso una risposta pubblicata sul suo social network, Truth Social. Qui, ha definito il dibattito una “Abc fake news” e ha messo in discussione il senso di confrontarsi con Kamala Harris su una rete che considera ostile, ovvero la ABC, facente parte del gruppo Disney. Le sue dichiarazioni suggeriscono un tentativo di disimpegno dal confronto, che potrebbe risultare strategico in un contesto elettorale in cui ogni parola e ogni mossa sono cruciali.
Tensione tra i team dei candidati
Le tensioni si manifestano non solo a livello personale, ma anche tra gli staff dei due candidati. Da parte del team di Harris, si accusano i rappresentanti di Trump di voler evitare un confronto leale. Il consulente senior per le comunicazioni della campagna di Harris, Brian Fallon, ha esplicitato la richiesta di avere i microfoni attivi per entrambi i concorrenti durante il dibattito, per garantire un confronto diretto e onesto. Fallon sostiene che il team di Trump si oppone a questa richiesta, temendo che il proprio candidato non riuscirebbe a reggere il confronto senza un aiuto esterno.
Accuse reciproche tra gli staff
Le affermazioni di Fallon richiamano l’attenzione su una questione cruciale che riguarda l’adeguatezza di Trump per un dibattito del genere. L’accusa, velata ma incisiva, è che ci sia il timore che Trump possa fare gaffe o non essere in grado di sostenere una conversazione prolungata senza aiuti. D’altro canto, il consigliere senior di Trump, Jason Miller, ha respinto questa accusa, affermando che il suo staff avrebbe accettato le stesse regole del dibattito tra Biden e Trump. Tuttavia, la questione rimane controversa e le dichiarazioni si susseguono con toni che non promettono un avvicinamento pacifico tra le parti.
L’analisi dei dibattiti precedenti
Il primo dibattito di Harris
Per Kamala Harris, il dibattito del 10 settembre rappresenterebbe una tappa cruciale nella sua campagna, in quanto il secondo dibattito con Trump, e il primo in un confronto diretto da candidato a presidente. La sua precedente partecipazione ai dibattiti era avvenuta il 27 giugno contro Joe Biden, attuale presidente, ma non era stata esente da critiche, poiché molte osservazioni sul suo operato erano dovute a gaffe da parte di Biden.
Il contesto di una campagna tumultuosa
La partecipazione di Harris ai dibattiti è stata influenzata anche dai recenti sondaggi che mostrano una flessione nel consenso popolare per Biden. Il dibattito potrebbe rappresentare un’opportunità per Harris di affermarsi come una figura di riferimento del Partito Democratico, specie in un contesto in cui alcuni esponenti stanno spingendo per una sua candidatura come potenziale successore di Biden, se il presidente decidesse di ritirarsi. La pressione per un cambiamento di leadership si percepisce nell’aria, mentre Harris punta a dimostrare la sua capacità di guidare il paese in modo efficace e competere con Trump in uno scontro diretto.
La situazione si evolve rapidamente e il risultato del dibattito sarà monitorato con attenzione, poiché potrà avere un impatto significativo sulla corsa elettorale e sulla percezione dei candidati da parte dell’opinione pubblica.
Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2024 da Sara Gatti