Il primo dibattito televisivo sull’Abc tra la vice presidente Kamala Harris e l’ex presidente Donald Trump ha affrontato temi cruciali che spaziano dalla politica estera alle questioni interne. Entrambi i candidati hanno espresso le loro posizioni su argomenti come l’Ucraina, il conflitto israelo-palestinese, l’Afghanistan, i rapporti con la Cina, l’aborto, l’economia, l’immigrazione e la violenza del 6 gennaio. Questo confronto offre uno spaccato significativo dello stato attuale della politica americana e delle controversie più ardenti.
Ucraina: il confronto tra le visioni di Harris e Trump
Nel dibattito sulla situazione in Ucraina, Harris ha evidenziato le differenze tra le sue posizioni e quelle di Trump, sottolineando che, se il repubblicano fosse stato al potere, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe conquistato Kiev senza opposizione. “Putin ti avrebbe mangiato a pranzo,” ha affermato Harris, ribadendo l’importanza dell’attuale supporto statunitense all’Ucraina. Secondo lei, la tranquillità di Trump nel parlare della guerra, affermando che si risolverebbe in 24 ore, riflette una mancanza di reale impegno per la pace, suggerendo che Trump “rinuncerebbe” al conflitto.
D’altro canto, Trump ha cercato di spostare l’attenzione sull’importanza di porre fine alla guerra, senza però entrare nel merito degli aiuti militari all’Ucraina. Ha dichiarato di voler negoziare la pace per salvare vite umane, sollevando interrogativi sull’effettivo aiuto che gli Stati Uniti stanno portando alla nazione invasa. La posizione di Harris enfatizza l’asse strategico tra Stati Uniti e Ucraina, quello di Trump sollecita una fine veloce del conflitto, evidenziando la disperazione delle vittime.
Israele e Hamas: Harris chiede un cessate il fuoco
Il dibattito sulla guerra tra Israele e Hamas ha visto Harris invocare un cessate il fuoco e una soluzione per gli ostaggi a Gaza. Esprimendo solidarietà sia al popolo israeliano che a quello palestinese, ha condannato fermamente l’attacco di Hamas, avvenuto il 7 ottobre, pur lamentandosi del numero di innocenti palestinesi uccisi dagli attacchi israelo-palestinesi. Harris ha sottolineato la necessità di una soluzione a due stati per garantire la sicurezza di entrambi i popoli.
Trump ha controbattuto con l’affermazione che la guerra non sarebbe scoppiata sotto la sua amministrazione. Ha criticato Harris per la sua posizione, insinuando che, se eletta, Israele non sarebbe in grado di sopravvivere a lungo. La sua retorica ha avuto toni accesi, definendo Harris come una persona che non sostiene realmente Israele. Le dichiarazioni di Harris, d’altro canto, sono state orientate verso un approccio diplomatico e umanitario, invocando un equilibrio che rispetti i diritti di entrambi i lati.
Afghanistan: le responsabilità del ritiro
Il tema del ritiro dall’Afghanistan è emerso come punto di scontro centrale tra i due candidati. Harris ha difeso la decisione dell’amministrazione Biden di porre fine a una guerra che gradualmente stava drenando le risorse americane. L’importanza del ritiro è stata enfatizzata attraverso una accusa diretta a Trump, il quale, secondo Harris, ha siglato un accordo inefficace con i Talebani, che ha minato seriamente le capacità statunitensi di gestire la situazione in Afghanistan.
Harris ha sottolineato come l’amministrazione Biden abbia ripristinato la pace e ridotto i costi per i contribuenti americani, affermando che la decisione di Biden di ritirarsi dall’Afghanistan rappresenta un cambio di rotta significativo rispetto alla spesa continua per un conflitto protrattosi per vent’anni. La critica di Trump al ritiro, considerato da molti come precipitato e disastroso, è stata rispedita al mittente da Harris, la quale ha difeso la necessità di una strategia più oculata e le conseguenze delle politiche di Trump.
Cina: accuse reciproche sull’asse strategico
Nella discussione sui rapporti commerciali con la Cina, Harris ha accusato Trump di aver indebolito gli Stati Uniti a favore di Pechino. Crede che le politiche di Trump abbiano permesso alla Cina di rafforzare il proprio esercito durante la pandemia di COVID-19. Ha sottolineato come le azioni di Trump abbiano avuto un impatto negativo su fattori critici come la sicurezza nazionale.
Trump, in risposta alle accuse, ha descritto Harris come una “marxista” le cui politiche avrebbero potuto distruggere l’economia americana. Entrambi i candidati, dunque, hanno delineato visioni opposte sugli effetti delle politiche economiche, con Trump che evidenzia un approccio aggressivo e protezionista verso il commercio e Harris che punta su una politica di alleanza e cooperazione globale.
Diritto all’aborto: scontro di ideologie
Un altro argomento scottante è stato il diritto all’aborto. Harris ha sostenuto la necessità di difendere la libertà riproduttiva, sulle quali gli americani avrebbero già espresso il loro parere. Ha parlato delle difficoltà che le donne stanno affrontando in vari Stati e ha esortato il governo a garantire a tutte l’accesso a cure e servizi sanitari. Questo tema ha dimostrato di essere una questione centrale e polarizzante per l’elettorato, con una platea sempre più attenta alle problematiche di genere.
Trump, invece, ha colpito duramente, insinuando che i Democratici avrebbero sostenuto addirittura l’idea di eseguire aborti fino al nono mese e oltre. Ha comunque menzionato l’importanza di considerare eccezioni in caso di stupro o per la vita della madre. Il dibattito sull’aborto si è caratterizzato per toni accesi e frasi ad effetto, con entrambe le parti che hanno immerso i loro argomenti in forti emotività , accentuando così la dicotomia tra libertà e responsabilità .
Economia: autoelogio e accuse
Le aspirazioni economiche di entrambi i candidati sono state oggetto di auto-celebrazione. Harris ha presentato il suo approccio come “economia delle opportunità ,” affermando di essere l’unica a rappresentare davvero gli interessi della classe media. Ha parlato di incentivi fiscali per piccole imprese e di supporto per neo-genitori e acquirenti di prima casa, puntando sull’inclusione sociale.
Dal canto suo, Trump ha rivendicato i successi della sua presidenza, riferendosi alla sua amministrazione come la migliore per l’economia. Ha attaccato Harris per l’aumento del costo della vita, affermando che molti americani non riescono neppure a comprare generi di prima necessità . Entrambi i candidati hanno quindi cercato di dimostrare la loro competenza economica, suscitando interrogativi sulle politiche da adottare negli anni a venire.
Immigrazione: divergenze e accuse
Il tema dell’immigrazione ha visto Trump al centro di un discorso caratterizzato da toni allarmistici. Ha parlato di criminalità e situazioni allarmanti causate dall’immigrazione, accennando a slogan estremi per descrivere l’influenza degli immigrati negli Stati Uniti. Harris ha risposto rimarcando il suo impegno nella lotta contro organizzazioni transnazionali e accusando Trump di aver ignorato i problemi reali per creare divisioni.
La diversità di approccio ha rappresentato un punto dolente, con Harris che cerca di mostrare una faccia più umanitaria e diplomatica nel trattare le questioni migratorie, mentre Trump ha enfatizzato un approccio rigoroso. Questo scontro ha messo in evidenza le profonde divisioni politiche sul tema, rivelando la mancanza di consenso su come affrontare un problema così complesso e controverso.
Assalto al Campidoglio: la responsabilità del 6 gennaio
Uno dei momenti più intensi del dibattito è stato quando Harris ha accusato Trump di aver istigato l’assalto al Campidoglio il 6 gennaio 2021. Ha denunciato la gravità dell’incidente, descrivendolo come un attacco diretto alla democrazia. Trump ha cercato di minimizzare l’accaduto, affermando che non era morto nessuno, ma Harris ha ricordato i feriti tra le forze dell’ordine, evidenziando la pericolosità della retorica di Trump.
Questo scambio ha messo in luce le differenze sostanziali tra le due visioni politiche e morali, con Harris che parla di responsabilità e rispetto per le istituzioni e Trump che si presenta come una vittima di ingiustizie politiche. La discussione dei temi legati all’assalto del 6 gennaio ha dimostrato non solo le divisioni strategiche ma anche quelle etiche, toccando uno dei punti più vulnerabili della società americana.
Ultimo aggiornamento il 11 Settembre 2024 da Sofia Greco