Dieci operatori socio-sanitari del Centro di Educazione Motoria , gestito dalla Croce Rossa Italiana a Roma, sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, con l’accusa di tortura, maltrattamenti e violenza sessuale ai danni di due pazienti ospiti della struttura.
DENUNCIA E INVESTIGAZIONI
Le indagini, condotte dalla Procura di Roma, sono scaturite da una denuncia presentata dalla Croce Rossa Capitolina nell’aprile 2023, in seguito alla scoperta di ecchimosi sospette su uno dei pazienti. Durante il periodo tra aprile e novembre 2023, i Carabinieri hanno raccolto prove incriminanti contro gli indagati, rilevando costanti maltrattamenti e condotte vessatorie verso due pazienti affetti da gravi patologie psico-fisiche.
ACCUSE E GRAVITA’ DEI REATI
Le accuse mosse nei confronti degli operatori includono tortura, maltrattamenti e violenza sessuale. Cinque operatori sono coinvolti nell’incriminazione per aver perpetrato violenze fisiche e psicologiche ripetute allo scopo di costringere i pazienti a sopportare trattamenti medici o per infliggere punizioni. Gli altri cinque operatori sono accusati di maltrattamenti verso le persone loro affidate, aggravati dalla qualifica di incaricati di pubblico servizio. Inoltre, uno degli indagati è stato accusato di violenza sessuale per aver palpeggiato un paziente.
REAZIONI E COMMENTI
Diverse reazioni politiche sono emerse in seguito agli arresti. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha espresso profondo dolore e sconcerto di fronte alle accuse, lodando il lavoro di denuncia svolto dalla Croce Rossa di Roma e mostrando fiducia nelle forze dell’ordine e nei volontari che operano per il bene dei più vulnerabili. Al contrario, Alessio D’Amato, Consigliere regionale del Lazio, ha proposto che la Regione si costituisca parte civile per gli atti di tortura perpetrati nel C.E.M., chiedendo un’indagine approfondita sui protocolli adottati e sulle responsabilità coinvolte.
RIFLESSIONI E GARANZIE
La condotta degli operatori sotto accusa ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e la tutela dei pazienti più vulnerabili. La Regione Lazio si è impegnata a garantire il rispetto, la sicurezza e la dignità all’interno delle strutture destinate alla cura e alla riabilitazione, affermando che atti del genere non devono ripetersi. La ricerca della verità e la giustizia per le vittime sono aspetti prioritari affrontati dalle istituzioni e dagli enti coinvolti.