Diffida degli ABBA a Donald Trump: il famoso gruppo svedese contro l'uso delle sue canzoni nelle campagne

Diffida degli ABBA a Donald Trump: il famoso gruppo svedese contro l’uso delle sue canzoni nelle campagne

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Diffida degli ABBA a Donald Trump: il famoso gruppo svedese contro l'uso delle sue canzoni nelle campagne - Gaeta.it

L’uso di brani musicali da parte di politici durante eventi di campagna può sollevare importanti questioni legali e di copyright. Recentemente, il leggendario gruppo svedese ABBA ha emesso una diffida al candidato presidenziale Donald Trump, chiedendo la cessazione immediata dell’uso delle loro canzoni durante i suoi comizi. Le musiche, celebri in tutto il mondo, sono state utilizzate in un evento a St. Cloud, Minnesota, un luogo significativo che ospita una grande comunità di originari svedesi.

L’uso delle canzoni degli ABBA nei comizi di Trump

Recentemente, durante un comizio a St. Cloud, una città statunitense con un’importante storia di immigrazione svedese, sono state riprodotte diverse celebri tracce degli ABBA, tra cui ‘Money, Money, Money‘, ‘Dancing Queen‘ e ‘The Winner Takes It All‘. Queste canzoni, che risalgono agli anni Settanta, continuano a godere di una popolarità duratura, rendendole un’opzione attrattiva per i politici in cerca di canzoni riconoscibili da utilizzare nei propri eventi. Durante il comizio, oltre alla musica, sono stati mostrati video sul mega schermo dello stadio di hockey che mostrano i membri del gruppo.

L’uso di contenuti degli ABBA in un evento di Trump ha sollevato l’ira della casa discografica del gruppo, la Universal Music. L’etichetta ha subito avanzato una protesta formale, dichiarando di non aver ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione e affermando che nessuna approvazione era stata concessa per il suo utilizzo. Un portavoce della Universal ha chiarito: “Insieme ai membri degli ABBA, abbiamo scoperto che video con la loro musica e immagini sono stati utilizzati durante gli eventi di Trump, quindi abbiamo chiesto che tali contenuti vengano immediatamente rimossi“.

La risposta degli ABBA e delle altre celebrità musicali

Björn Ulvaeus, uno dei membri fondatori del gruppo e noto compositore, ha confermato che la casa discografica sta facendo tutto il possibile per rimuovere le esibizioni non autorizzate. Questo episodio non è solo rilevante per l’ABBA, ma si colloca all’interno di un quadro più ampio di artisti che hanno espresso il proprio disaccordo per l’uso delle loro canzoni da parte di politici, in particolare di Trump. La campagna elettorale di quest’ultimo ha già suscitato la reazione negativa di numerosi artisti.

Céline Dion ha recentemente comunicato di non gradire l’uso della sua celebre traccia ‘My Heart Will Go On‘ in un rally tenuto in Montana. Anche i Foo Fighters hanno sottolineato su piattaforme social che non permettevano l’uso della loro canzone ‘My Hero‘. Altri artisti, come Beyoncé, hanno deciso di impedire a Trump di utilizzare brani nelle sue campagne, tra cui la sua canzone ‘Freedom‘, che è divenuta la colonna sonora della campagna di Kamala Harris.

Gli artisti contro Trump: una lunga lista

Il no di artisti e gruppi musicali all’uso delle loro canzoni nelle campagne di Trump non è un episodio isolato. Da Neil Young, che aveva già espresso contrarietà all’uso della sua musica campagnola, fino ai Rolling Stones, che nel 2020 avevano minacciato azioni legali per l’uso di ‘You Can’t Always Get What You Want‘, ci sono stati molteplici esempi. Anche Ozzy e Sharon Osbourne hanno inviato un avviso legale per vietare l’uso della musica dei Black Sabbath e lo stesso hanno fatto Tom Petty, Bruce Springsteen, e Adele, insieme agli eredi di George Harrison.

Questi rifiuti sottolineano una questione più ampia riguardante il diritto degli artisti sulla propria musica e l’uso che ne viene fatto in contesti politici. Anche se, in alcuni casi, i politici possono ottenere licenze attraverso organizzazioni che gestiscono i diritti musicali, gli artisti hanno comunque la facoltà di richiedere la rimozione della loro musica dalle liste di licenze disponibili. La diffida degli ABBA rappresenta solo l’ultimo di una serie di avvertimenti all’ex presidente, riflettendo una crescente apprensione tra i musicisti riguardo all’associazione della loro arte con campagne politiche a loro avviso discutibili.

L’attenzione di artisti e case discografiche su queste tematiche non è mai stata così alta, suggerendo che il dibattito sull’uso della musica in ambito politico continuerà a generare discussioni nei prossimi anni.

Ultimo aggiornamento il 29 Agosto 2024 da Armando Proietti

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