La recente bozza di decreto legislativo italiana, che intende recepire la Direttiva europea sul sistema di scambio di quote di emissioni , ha sollevato preoccupazioni nel settore marittimo. Le associazioni di categoria evidenziano la mancanza di un adeguato coinvolgimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nelle decisioni strategiche riguardanti la decarbonizzazione del trasporto marittimo. Questo articolo esplora le implicazioni di tale situazione e l’urgenza di garantire un adeguato supporto alle politiche marittime nel contesto italiano.
Le preoccupazioni delle associazioni marittime
Un appello unanime per un ruolo attivo del MIT
Alcune delle più importanti associazioni del comparto marittimo e portuale italiano, tra cui Alis, Ancip e Confitarma, hanno espresso preoccupazione per le modalità con cui viene gestito il sistema ETS, in particolare per il trasporto marittimo. In una nota congiunta, esse chiedono che il MIT conservi un ruolo centrale nella definizione delle politiche marittime e nella gestione delle risorse destinate alla decarbonizzazione. Le associazioni sottolineano come il MIT possieda competenze consolidate nella programmazione degli interventi per le Autostrade del Mare e l’intermodalità ferro-mare, faticosamente sviluppate in oltre vent’anni di attività .
Criticità nella ripartizione delle risorse
Un elemento fondamentale emerso durante le recenti audizioni parlamentari, tenutesi presso la Camera dei Deputati, riguarda l’assenza del MIT ai tavoli decisionali in cui si assegnano le risorse generate dal sistema ETS europeo. Attualmente, la ripartizione dei fondi è gestita esclusivamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, escludendo così il MIT da un’opportunità cruciale per il settore. Tale situazione è vista dalle associazioni come un potenziale ostacolo all’efficacia delle politiche di sostenibilità e alla competitività del mercato marittimo italiano.
Il contesto del settore marittimo e le nuove norme europee
La Direttiva ETS e le sue implicazioni
Il sistema di scambio di quote di emissioni è stato modificato al fine di integrarne il trasporto marittimo, il che rappresenta una novità significativa per il settore. Le nuove normative mirano a utilizzare i proventi generati dal sistema per sostenere la decarbonizzazione e la transizione verso carburanti alternativi, incentivando anche il rinnovamento delle flotte e degli impianti portuali. Tuttavia, la mancanza di enfasi su un coordinamento efficace tra i vari ministeri coinvolti solleva interrogativi sulla realizzazione di tali obiettivi.
La necessità di un approccio coordinato
Per implementare efficacemente gli interventi previsti dalla Direttiva, è cruciale che il MIT venga reintegrato nel processo di decisione e gestione dei fondi. Solo attraverso un approccio coordinato sarà possibile garantire una reale sinergia tra la gestione delle risorse e le esigenze operative del settore marittimo. Le associazioni, dunque, spingono affinché si crei un tavolo di concertazione che comprenda attori chiave e competenze specifiche, in modo che le requisiti tecnici e operativi delle politiche marittime siano sempre realizzati in modo efficace.
L’importanza delle Commissioni parlamentari
La richiesta di emendamenti
Le associazioni hanno rivolto un appello alle Commissioni permanenti del Senato e della Camera dei Deputati, che sono attese nel fornire pareri sui progetti di legge relativi alla bozza di Decreto Legislativo. Esse chiedono che si evidenzi l’importanza di emendare il testo in discussione per garantire una corretta allocazione delle risorse generate dal trasporto marittimo. Un adeguato bilanciamento tra i proventi e le risorse destinate al settore non è solo essenziale per il successo delle politiche di riduzione delle emissioni, ma anche per mantenere la competitività dell’italiano mercato marittimo.
Rischi per la competitività del mercato
Il rischio di una gestione inefficiente degli investimenti nel trasporto marittimo non riguarda soltanto la possibilità di fallimento delle politiche ambientali, ma si traduce anche in una perdita di competitività per l’Italia, che detiene un ruolo cruciale nel mercato europeo delle Autostrade del Mare e nei servizi di crociera. Le associazioni sottolineano che, senza un intervento mirato, il settore potrebbe subire gravi conseguenze economiche e operative.
Il dibattito attorno alla direttiva europea e le sue implicazioni per il trasporto marittimo in Italia si fa sempre più urgente e necessita di un’attenzione immediata per garantire un sviluppo sostenibile e competitivo del settore.