Le recenti modifiche proposte alla Direttiva pacchetti da parte dell’eurodeputato Alex Agius Saliba hanno sollevato forti preoccupazioni tra le associazioni di categoria italiane. Aiav, Aidit Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fiavet Confcommercio, Fto e Maavi hanno inviato una lettera a tutti gli eurodeputati italiani, al presidente dell’Unione Europea, alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministero del Turismo. La modifica, secondo le associazioni, rischia di compromettere le fondamenta del mercato turistico, aggravando le già difficili condizioni di lavoro degli operatori del settore.
La proposta di modifica e il suo impatto
La proposta, che include emendamenti significativi, è emersa in seguito ai negoziati tra la Commissione Europea e il Consiglio dell’Unione, e pubblicata lo scorso novembre. Gli emendamenti introdotti nella relazione Saliba sono contestati per il loro potenziale impatto negativo e per la loro capacità di generare confusione tra i diversi attori del mercato turistico. In particolare, il contestato articolo 5 bis reintroduce un limite del 25% per gli acconti sui pacchetti turistici e stabilisce la necessità di versare il saldo non prima di 28 giorni dalla partenza. Tali misure porterebbero a problematiche significative per molti operatori, in quanto costretti ad anticipare spese senza garanzie di incasso.
Un’altra criticità riguarda l’eventuale obbligo per i paesi membri di istituire conti vincolati per gli acconti, una misura che comporterebbe costi aggiuntivi per gli operatori già gravati da oneri per la protezione dei consumatori contro insolvenza e fallimenti.
Conseguenze economiche e di concorrenza
La nuova disciplina potrebbe generare effetti perturbanti nella libera concorrenza del mercato, uniformando i termini di vendita dei pacchetti a livello europeo. Questo, avverte il settore, penalizzerebbe soprattutto le piccole e medie imprese italiane, che faticano già a competere con realtà più grandi e finanziariamente solidi nel mercato turistico. Queste modifiche rischiano, di fatto, di favorire i grandi operatori, spesso non europei, a danno del tessuto locale, che è costituito da piccole realtà fragile.
Inoltre, le associazioni hanno espresso timore per il futuro della loro capacità di adattarsi alle esigenze del mercato. Con un sistema di prenotazione che richiede l’incasso del saldo così vicino alla data di partenza, molti operatori non sarebbero in grado di gestire correttamente i flussi finanziari, compromettendo la loro stabilità economica.
I punti controversi sulla gestione dei reclami e il recesso
Il dibattito si amplia anche riguardo alla gestione dei reclami e le possibilità di recesso per i consumatori. L’assenza di chiarimenti su cosa costituisca situazione straordinaria per il recesso apre a interpretazioni potenzialmente dannose, con il rischio che un ampio ventaglio di motivi, non limitati a catastrofi naturali o pandemie, possano portare a un numero elevato di cancellazioni. Inoltre, l’inserimento di sanzioni pecuniarie fino al 4% del fatturato annuale degli operatori per non aver risposto entro 21 giorni a un reclamo rappresenta un ulteriore elemento di pressione su un settore già messo a dura prova.
Le associazioni di categoria avvertono che tali modifiche non solo possono ledere gli operatori ma rappresentano anche una potenziale erosione della fiducia dei consumatori nei confronti del mercato turistico, già provato da eventi recenti e dalle incertezze economiche globali.
Appello alle istituzioni
In base a quanto espresso nelle comunicazioni ufficiali, le associazioni chiedono un intervento decisivo dei rappresentanti politici italiani e europei, affinché la discussione in corso a Bruxelles possa tradursi in un quadro normativo equilibrato e sostenibile tanto per i consumatori quanto per gli operatori del settore. L’auspicio è che, in vista del voto finale del Parlamento fissato per il 26 giugno 2025, si possa giungere a una soluzione che non comprometta l’interesse del settore turistico europeo, tutelando al contempo le esigenze di coloro che operano nel campo.