L’attenzione resta alta sulle trattative in corso per aggiornare la direttiva europea sul turismo, nota come “Pacchetto tutto compreso“. Il dibattito in Parlamento europeo spinge verso una revisione della normativa del 2015, ma ancora non emerge un accordo saldo che riesca a salvaguardare congiuntamente chi acquista e chi offre servizi turistici, soprattutto le piccole e medie imprese italiane. Il tema ha raccolto reazioni istituzionali, tra cui il recente intervento del ministro del Turismo, Daniela Santanchè.
i nodi della revisione della direttiva UE sul turismo
La direttiva originaria del 2015 ha cercato di regolare con chiarezza il settore dei pacchetti turistici, proteggendo i consumatori da truffe e disservizi. Ora, la spinta a rivedere quella norma nasce dalla necessità di adattarsi ai cambiamenti nel modo in cui si prenotano e organizzano i viaggi, tra piattaforme digitali e offerte personalizzate. Il Parlamento europeo, tramite la Commissione mercato interno e protezione del consumatore, sta esaminando vari emendamenti. Tra i temi più delicati ci sono i requisiti di trasparenza, responsabilità degli operatori e prevenzione di pratiche scorrette. Il problema è trovare un equilibrio che non crei oneri eccessivi alle aziende, in particolare le realtà a conduzione familiare o le imprese medio-piccole, molto diffuse nel contesto italiano.
divergenze nella discussione attuale
La discussione attuale mostra ancora divergenze significative. Alcune parti puntano a una stretta più rigida per rafforzare i diritti delle persone che acquistano pacchetti turistici, mentre altre chiedono flessibilità per favorire l’offerta e l’innovazione nel mercato. Non a caso, le associazioni di categoria e i rappresentanti delle PMI hanno avanzato dubbi sulla reale efficacia di alcune proposte, temendo che possano comportare costi o vincoli che penalizzino soprattutto le imprese di ridotte dimensioni.
le preoccupazioni del ministero del Turismo
Il ministro Daniela Santanchè ha commentato la situazione partendo dalla posizione dell’Italia, che vede nelle PMI il cuore pulsante del proprio tessuto produttivo turistico. Ha sottolineato che ancora non si è raggiunta una sintesi soddisfacente che contempli la tutela sia dei viaggiatori sia delle attività italiane. La sua analisi punta a un percorso che non penalizzi chi opera sui territori, offrendo esperienze di turismo sostenibile ma richiede anche sicurezza e chiarezza per il cliente finale.
il punto di vista di daniela santanchè
Santanchè ha ripreso un’idea semplice: “il buon senso dovrebbe guidare ogni decisione in materia”. I provvedimenti che usciranno da Bruxelles, secondo il ministro, devono assicurare un turismo accessibile e affidabile. Un turismo che possa rappresentare una reale opportunità di sviluppo economico per le aziende, senza rinunciare alla protezione dei consumatori. Nel suo intervento, ha ribadito come questa linea sia l’unica strada percorribile per evitare rigidità eccessive o regole troppo complicate, che rischierebbero di minare il settore, soprattutto in un momento delicato per l’economia.
l’impatto per le imprese italiane e i consumatori
Le piccole e medie imprese italiane rappresentano una fetta vasta dei servizi turistici, in particolare nel settore ricettivo, delle agenzie viaggi e dei tour operator. Queste aziende spesso lavorano con margini ridotti e devono far fronte a normative nazionali e comunitarie. Un incremento degli adempimenti legali o dei rischi di contenzioso può condurre a una riduzione delle proposte o a prezzi più alti per i viaggiatori.
esigenze dei consumatori
I consumatori, allo stesso tempo, chiedono garanzie chiare su cosa acquistano, tutele contro cancellazioni improvvise o mancanza di servizi, e trasparenza nelle offerte “tutto incluso“. La direttiva in revisione intende proprio colmare queste esigenze, ma spesso il compromesso sembra molto difficile da trovare, specie quando si cerca di contemperare gli interessi dei due schieramenti.
In pratica, un’eccessiva regolamentazione rischia di strozzare la crescita di piccole realtà che sono il cuore del turismo di molte regioni italiane. Al contrario, un quadro normativo troppo leggero non garantirebbe i diritti dei singoli viaggiatori, esponendoli a possibili rischi economici o logistici. Questa situazione spiega perché il confronto all’interno del Parlamento europeo appare complicato e lento, con molti emendamenti ancora in discussione.
lo stato dei lavori in Parlamento europeo
Il 22 aprile 2025, il Parlamento europeo ha dato spazio al confronto nella Commissione mercato interno e protezione del consumatore. Su diversi punti sono emerse posizioni differenziate, con la necessità di ulteriori analisi tecniche e approfondimenti. La revisione della direttiva 2015/2302, abbracciata come opportunità di aggiornamento, si sta rivelando un passaggio delicato.
dialogo ancora aperto
Nonostante questo, il dialogo non si è interrotto. Le istituzioni comunitarie sembrano intenzionate a proseguire con un approccio graduale, cercando di mediare tra le istanze che provengono da consumatori e imprese. Impossibile prevedere tempi certi di conclusione, ma appare chiaro che un risultato concreto richiederà ancora discussioni e confronto serrato, anche alla luce delle osservazioni dei diversi Stati membri, tra cui l’Italia.
Non a caso, l’intervento del ministro Santanchè segnala l’attenzione italiana a non perdere di vista le realtà operative. I prossimi mesi saranno decisivi per definire linee equilibrate in grado di accompagnare il turismo verso una fase nuova, senza mettere in crisi chi si occupa quotidianamente di accoglienza e servizi.