Disastro ferroviario di Caluso: chieste indennità per quasi cinque milioni di euro

Disastro ferroviario di Caluso: chieste indennità per quasi cinque milioni di euro

Il processo per il disastro ferroviario di Arè di Caluso del 2018 si intensifica, con richieste di risarcimento che superano i cinque milioni di euro e dibattiti sulle responsabilità degli imputati.
Disastro ferroviario di Caluso Disastro ferroviario di Caluso
Disastro ferroviario di Caluso: chieste indennità per quasi cinque milioni di euro - Gaeta.it

Il grave disastro ferroviario avvenuto il 23 maggio 2018 al passaggio a livello di Arè di Caluso continua a fare notizia. Durante l’udienza che si è tenuta di recente nel Tribunale di Ivrea, le parti civili hanno presentato richieste di risarcimento che ammontano a quasi cinque milioni di euro nei confronti degli imputati. Al centro dell’udienza ci sono Wolfgang Oberhofer e Darius Zujus, rispettivamente amministratore di Transport Logistica e autista del tir coinvolto nell’incidente.

La dinamica dell’incidente ferroviario

Quella tragica sera, un treno che partiva da Chivasso e si dirigeva verso Ivrea ha impattato contro un mezzo pesante rimasto bloccato sui binari del passaggio a livello. L’impatto ha provocato la morte di due uomini: il macchinista Roberto Madau, 61 anni, residenti a Ivrea, e Stefan Aurelian, un cittadino romeno di 64 anni, che stava scortando il camion. In aggiunta, oltre venti passeggeri hanno riportato ferite, alcune delle quali gravi.

Questo incidente ha avuto ripercussioni notevoli sulla sicurezza ferroviaria e ha scatenato un intenso dibattito riguardo alla gestione dei rischi nei passaggi a livello. Testimonianze raccolte dai presenti suggeriscono un clima di confusione e panico al momento dell’incidente, rivelando anche le cattive condizioni di visibilità in quella fase della sera.

Le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili

Le richieste di rimborso presentate in aula non si limitano ai danni materiali, ma si estendono anche ai danni morali e alle spese mediche affrontate dai feriti. Rfi e Trenitalia, rappresentate dall’avvocato Andrea De Carlo, hanno avanzato una richiesta di risarcimento di 1 milione e 650 mila euro, sostenendo che il rischio di attraversamento da parte del treno non fu valutato.

La capotreno Morena Gauna, gravemente ferita nell’incidente, ha visto la propria situazione giuridica rappresentata dall’avvocato Alfonso Aliperta, che ha chiesto 1 milione e 200 mila euro di indennizzo. Aliperta ha inoltre avanzato una richiesta di 500 mila euro per il marito di Gauna, Oscar Notte, ex macchinista che da quel giorno è incapace di svolgere il proprio lavoro.

Altre richieste significative includono 600 mila euro per Maria Antonietta Madau, sorella del macchinista deceduto, e 174 mila euro per Marco Imparato, un passeggero gravemente ferito. La situazione di Manuela Amà, una passeggera rimasta gravemente colpita, è particolarmente drammatica. La sua legale, Cristina Donato, ha chiesto 705 mila euro, descrivendo come l’incidente abbia stravolto la vita della donna, costretta a rinunciare al lavoro e ai legami familiari.

La difesa di Darius Zujus e le sue motivazioni

Darius Zujus, l’autista coinvolto, si difende con l’assistenza legale di Alfred Gschnitzer, il quale sostiene che il suo cliente non abbia avuto un ruolo determinante nel disastro. La difesa ha impiegato l’argomento che la società che impiega Zujus, Uab Tlb, è stata l’unica a garantire un risarcimento, seppur parziale, per le parti colpite dall’incidente.

In aula, l’avvocato Gschnitzer ha messo in dubbio le responsabilità attribuite all’autista, cercando di evidenziare che i fattori che hanno contribuito al disastro potrebbero essere legati a una cattiva gestione della situazione piuttosto che a un’azione diretta di Zujus stesso.

Mentre il processo continua a palesare le complessità di una tragedia che ha colpito molte vite, il dolore per chi ha subito perdite resta palpabile. La giustizia sta tentando di chiarire le responsabilità, ma la ferita rimane aperta in una comunità afflitta dalla memoria di quanto accaduto.

Ultimo aggiornamento il 25 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina

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